In questi giorni ho sentito esperti ed opinionisti demolire il progetto di riarmo UE, sia perché non necessario, visto che spendiamo già più della Russia, sia perché con il piano si implementano 27 difese nazionali e non una europea. Provo a spiegare perché non concordo. 1/10 👇
Partiamo dai costi. L’origine dell’errore sta in un articolo dell’Istituto di Studi Strategici Internazionali (IISS), il quale aveva grossolanamente calcolato la spesa russa in “difesa” (leggasi “attacco”) in 461 miliardi di dollari contro i 457 dell’Europa nel suo complesso. L’analisi è stata poi contestata da una serie di esperti (tra i quali anche @CottarelliCPI), i quali hanno evidenziato correttamente alcune lacune. La prima è che nel raffronto tra le due spese non erano state incluse le stesse voci. In secondo luogo il budget investito in armi da parte di Mosca era stato corretto in base al potere di acquisto, mentre quello europeo no. Il risultato è che i 27, secondo il ricalcolo, spendono in realtà 547 miliardi, cioè il 19% in più della Russia. 2/10 👇
Questi dati vengono sbandierati da tutti i pacifinti e russofili di varia gradazione per sostenere che il riarmo non serve e che anzi la Russia è più che legittimata a temere noi e a riarmarsi a sua volta. Si tratta naturalmente di fandonie, soprattutto per via di una serie di elementi dei quali nessuno tiene conto e che provo a schematizzare. 3/10 👇
Innanzitutto le cifre. Quelle inserite nei raffronti che abbiamo visto sono la parte “dichiarata”, le quale tuttavia, nel caso della Russia, rischia di essere molto distante da quella reale. Lo studio recente dell’economista Craig Kennedy ha infatti rivelato che il budget effettivo della difesa russo è con buona approssimazione circa il doppio di quello approvato dalla Duma. Alle cifre inserite nel bilancio dello stato corrisponde infatti una quantità di denaro molto simile che le banche hanno finanziato, per effetto di una legge che le obbliga a prestare denaro a tassi ridicoli alle aziende del comparto militare. 4/10 👇
Lo studio di Kennedy mira a denunciare il rischio di una crisi sistemica del credito in Russia in tempi brevi, ma ai fini di questa analisi serve a dimostrare anche che basarsi sui soli bilanci statali è sostanzialmente non corretto. 5/10 👇themoscowtimes.com/2025/01/14/rus…
I rapporti piuttosto opachi che la Russia intrattiene con alcuni dei partner dai quali compra armi o componenti “dual use” come Iran, Corea del Nord e Cina, paesi noti per le loro pratiche commerciali “allegre”, fa sì che anche parte delle forniture estere inviate a Mosca possano essere di fatto acquistate con fondi extra-budget, cioè che vengano finanziate attraverso canali illeciti e quindi sfuggano ai conteggi fatti sui soli dati ufficiali. 6/10 👇
La superficie del territorio russo è il quadruplo di quello dell’Unione Europea, ma la popolazione dell’UE è più del triplo di quella della Federazione Russa, il che rende necessario che la spesa per la difesa delle città europee (sistemi antiaerei, di allarme, di monitoraggio dei cieli, sorveglianza anti sabotaggio, etc.) sia infinitamente superiore a quella che serve a Mosca. A questo si aggiunge anche la “delicatezza” del nostro patrimonio culturale e naturale. Basti pensare che i siti UNESCO nell’UE sono 350 contro i 32 della Russia, paese nel quale peraltro gli strumenti di difesa sono assai meno importanti di quelli di offesa, altra differenza della quale si deve tenere conto. 7/10 👇
La dottrina sovietica prima e russa oggi, in guerra, si basa sulla quantità di truppe coinvolte e su un livello di tolleranza molto alto rispetto alle perdite di vite umane (lo abbiamo visto negli innumerevoli “tritacarne” in Ucraina). Per questo i soldati di Mosca (e dei suoi alleati) vengono spesso mal equipaggiati e scarsamente addestrati. Questa linea è ovviamente inaccettabile in Occidente, dove in un ipotetico conflitto, preservare la vita di chi combatte impone training lunghi e costosi e dotazioni moderne e sofisticate, con la conseguenza che, anche in questo caso, quello del “pareggio” della spesa è un parametro inapplicabile. 8/10 👇
Infine le argomentazioni secondo cui il piano di riarmo finirebbe per sostenere le difese dei singoli stati e non di una difesa europea sono, secondo me, anche queste non corrette. Perché, chissà per quale motivo, si dimentica sempre che i sistemi militari di 23 dei 27 stati UE sono già pienamente integrati, in quanto membri NATO e gli altri 4 (Austria, Irlanda, Malta e Cipro), hanno da sempre in piedi collaborazioni con l’Alleanza Atlantica e partecipano persino ad esercitazioni congiunte. 9/10 👇
CONCLUSIONE: dire che, dal momento che spendiamo “ufficialmente” un po’ di più della Russia (18%) siamo più armati e più difesi è una gigantesca BALLA. Sostenere poi che implementare gli arsenali dei singoli stati non comporti un miglioramento della difesa europea, perché i settori militari dei vari Stati non sono coordinati e coordinabili tra loro è anche MALAFEDE.
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“Quante balle ci hanno raccontato?”. Si chiedeva ieri @marcotravaglio dal palco del M5S, partito del quale è il leader di fatto. Ma ascoltando i suoi 20 minuti di intervento viene da chiedersi: quante ne ha raccontate lui? Vediamo.
I veri putiniani sono quelli che vogliono continuare la guerra, lasciandola finire a chi la sta vincendo. I veri amici dell’Ucraina sono quelli che vogliono il negoziato prima che sia troppo tardi.
Per verificare la prima delle sue affermazioni, rivolta a se stesso e a quella piazza, è necessario fare una carrellata di almeno alcuni degli ospiti presenti alla manifestazione di ieri. Sul palco, oltre agli esponenti del M5S, che ormai da anni chiedono di disarmare l’aggredito (e questo, si sa che è un chiaro segno di “amicizia”), c’erano personaggi come Jaffrey Sachs, economista noto per aver sposato interamente la propaganda russa su temi quali le “provocazioni” della NATO ed aver sostanzialmente negato il diritto dell’Ucraina alla propria sovranità ed all’integrità territoriale. Poi Barbara Spinelli, indegna figlia di uno dei padri dell’Europa, Altiero, firma del Fatto, dalle cui pagine elargisce straordinarie pillole di putinismo e che da europarlamentare si era distinta per aver contestato le sanzioni alla Russia, essersi schierata contro l’accordo di associazione tra UE e Ucraina, aver detto che il governo dell’allora appena eletto Poroshenko era “considerato illegittimo da metà degli ucraini”. Suo è anche il voto contrario alla risoluzione con la quale si chiedeva il rilascio del regista Oleg Sentsov, arrestato e torturato durante l’illegale occupazione della Crimea da parte delle truppe russe. Ma anche ad esempio i rappresentanti dell’ANPI, che più volte si sono lasciati andare a dichiarazioni con le quali fanno proprie le accuse di nazismo rivolte agli ucraini e che, pur non avendo mai visto una guerra nella loro vita, negano che quella di che sta costando la vita a decine di migliaia di persone sia una vera “resistenza”, salvo poi tacere quando Maria Zakharova ha tranquillamente cantato "Bella ciao", mentre le consegnavano le firme contro il Presidente Mattarella. E poi l’ARCI, alcune della cui sezioni locali hanno abbondantemente collaborato nella realizzazione di eventi di propaganda filorussa, con tanto di video prodotti da canali sanzionati. Grazie ad @Ivan_Grieco abbiamo scovato in piazza anche una entusiasta Clara Statello, quella che rideva dei bombardamenti sull’Ucraina e che nel suo canale Telegram definisce “liberati” i territori occupati dalla Russia. Questo solo per citarne alcuni.
Se poi a loro vogliamo aggiungere lo stesso Travaglio, sul cui giornale scrivono asset del putinismo come Orsini (“L’Ucraina ha già perso”, “l’Ucraina è morta”) ed il Generale Mini (oggetto di un recente dossier che lo collega ad alcune organizzazioni vicine al Cremlino) e altri opinionisti come Elena Basile (la quale presenta libri all’Ambasciata Russa) e che ormai ripropone in modo così fedele la propaganda putiniana, da beccarsi anche i complimenti dell’Ambasciata Russa per le sue falsità, forse c’è da comprendere come mai questo sentimento di “amicizia” nei confronti degli ucraini non sia stato ricambiato ieri dalla presenza di nessun membro di quella comunità, che pure a Roma è piuttosto numerosa.
Ci hanno detto che la guerra era iniziata nel 2022 mentre era iniziata 8 anni prima. Hanno rimosso completamente 8 anni di guerra civile.
Che la guerra attuale sia conseguenza di quella del 2022 è vero, ma la frase contiene almeno due plateali menzogne. La prima è che quella guerra non durava da otto anni, perché dal 2016 quel conflitto praticamente non fa più morti (dati Alto Commissariato ONU per i Diritti Umani) e la situazione era quindi da 6 anni sotto controllo, fino al febbraio del 2022, quando proprio Putin ha fatto riesplodere gli scontri. È inoltre vergognoso chiamarla “civile”, definizione che presuppone che si sia trattato di un conflitto tra ucraini, cosa che è banalmente FALSA ed è infatti la posizione del Cremlino. Peccato che nel frattempo studi interessanti come quella del prof. Nikolai Mitrokhin abbiano dimostrato come si sia trattato di un’invasione di fatto in tre fasi (ibidem-verlag.de/pdf/07-mitrokh…) e siano emerse intercettazioni telefoniche come quelle di del consigliere di Putin, Glazyev, migliaia di email hackerate come quelle del suo assistente Kirill Frolov e quelle di un altro consigliere del presidente russo, Surkov, le quali dimostrano come la Russia abbia reclutato, pagato e istruito gruppi di provocatori, spesso neonazisti, neofascisti, suprematisti ed ultraortodossi, per dare vita a manifestazioni talvolta violente e prendere d’assalto le sedi regionali negli oblast’ di Odessa, Zaporizhzhya, Donetsk, Lugansk, Kharkiv ed altri per far sembrare che gli stessi cittadini ucraini fossero in rivolta contro la svolta europeista del nuovo governo di Kyiv istituendo governi temporanei che avrebbero dovuto chiedere (legittimandolo) l’intervento di Mosca. Lo scopo era quello di destabilizzare l’Ucraina, come recita un documento di 22 pagine incluso nelle email di Surkov. La partecipazione di cittadini ucraini alle rivolte fu molto scarsa (calcolata da Mitrokhin nell 0,13% della popolazione del Donbass), tanto che in molte regioni le rivolte fallirono ed in altre riuscirono solo grazie all’intervento armato diretto dell’esercito russo senza insegne. E intanto personaggi come l’ex colonnello del FSB Girkin rilasciava interviste, assumendosi il merito di aver trasformato proteste pacifiche che sarebbero terminate di lì a poco in una vera guerra. Mentre altri personaggi come Alexander Zuchkovski pubblicavano libri con elenchi dettagliati delle armi inviate da Mosca e rivelando come in Russia, attraverso una piattaforma, fossero stati reclutati dai 35.000 ai 50.000 russi, trasferiti in Ucraina a combattere. La guerra che Travaglio definisce “civile” è dunque in realtà un’invasione vera e propria. Un dossier ben fatto e con tutti i collegamenti necessari lo si trova a questo indirizzo: proekt.media/en/guide-en/pu….
Oggi ho voluto fare un esperimento. Ho preso un video a caso di Marco Travaglio (link nel secondo post 👇). È un filmato di pochi minuti tratto dai sermoni con i quali delizia il pubblico di Accordi & Disaccordi, programma prodotto da Tv Loft, società del gruppo del Fatto Quotidiano. L’ho scelto perché è sufficientemente breve, ma è abbastanza pieno di rocambolesche affermazioni da far capire qualcosa di più delle sue tecniche di distorsione della realtà. Ho così suddiviso il tutto in varie parti e le ho commentate. Ecco cosa ne è emerso.
Già sui primissimi secondi ci sarebbe molto da dire. Che qualcuno tra i paesi NATO abbia potuto gioire per la strage di Bucha è una dichiarazione piuttosto arbitraria. Magari dovrebbe essere lui a dire come mai il suo giornale sia stato tra i primi a mettere in dubbio le responsabilità russe per quella strage. E poi diciamolo chiaramente, i morti ucraini finora hanno fatto comodo soprattutto proprio al Fatto e ad altri organi della propaganda, che possono portare così avanti la retorica per cui, visto che sono gli ucraini a morire, meglio un pessimo accordo di pace che una guerra ad oltranza.
00:32 - Travaglio parla di ridislocazione delle truppe truppe russe “come promesso”. Promesso da chi? Le intelligence di mezzo mondo in quei giorni riportavano del fallimento del tentativo da parte delle forze di Mosca di cingere d’assedio Kyiv per costringere Zelensky alla fuga. Si parlava degli strike ucraini sulle file di carri armati fuori dalla capitale e dell’impossibilità di tenere sotto occupazione un’area così vasta. È semmai questo ad aver spinto Putin a concentrarsi sul sud e sull’est del paese. Parlare di promesse mantenute da parte di Putin è semplicemente falso, ma serve a Travaglio per far apparire il presidente russo l’uomo del compromesso, disponibile a trattare.
Ieri sera, ospite di @OttoemezzoTW, insieme a @masechi, @GiuseppeConteIT ha mostrato come possa non esserci limite reale alla cialtroneria in politica, rivelando il gigantesco NULLA pentastellato che il doppiopetto e l'eloquio "impastato" del suo leader vorrebbero nascondere👇
Si comincia con il superbonus, argomento che fa saltare immediatamente l'ex premier, i cui toni si alzano subito. Incalzato da Gruber e Sechi, Conte, che definisce il bonus del 110% come "una delle misure più controllate del recente passato" afferma innanzitutto che i 15 miliardi di truffe denunciati anche da @GiorgiaMeloni sono in realtà "truffe tra privati" e che quindi questi non impattano sui conti pubblici. Un'informazione banalmente falsa, come espressamente detto dal direttore dell'Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini nel corso di un'audizione in Senato dell'aprile scorso (). Ruffini ha detto che "8,6 sono stati oggetto di sequestri preventivi da parte dell’autorità giudiziaria", ma dei restanti 6,3 miliardi solo una minima parte non sono stati già utilizzati per pagare meno tasse, pertanto si sono quasi tutti tradotti in un danno erariale reale. Va anche detto che la parte di "truffe tra privati" sono e restano un peso per lo Stato, che ne è il responsabile, non avendo introdotto adeguati controlli, e che poi pagherà il conto finale di aziende che, fallendo, non potranno pagare le imposte o che saranno costrette a ricorrere alla previdenza pubblica per cassa integrazione e licenziamenti.
Altra carta giocata da Conte, suggerita da vari editoriali di @marcotravaglio, è il disconoscimento delle responsabilità dei costi del provvedimento, prontamente scaricato sui governi successivi. Un tentativo patetico se si pensa che lo stesso ex premier in più occasioni ha invece rivendicato presunti (ma in realtà artatamente gonfiati 👉 👉 👉) meriti relativi ad effetti benefici su crescita e occupazione, per non parlare del tentativo di fingersi estraneo rispetto alla gestione dell'epoca Draghi, il cui governo era sostenuto da una compagine parlamentare tra le quali il M5S era il partito di maggioranza relativa. Un partito che più volte, davanti alle perplessità espresse dal premier, ha minacciato la rottura in caso di non riconferma della misura.
Terza bugia è quella di sostenere che nei progetti del M5S il superbonus dovesse avere un carattere transitorio, per stimolare la ripresa dell'economia dal crollo subito con il COVID. Di questo Conte aveva più volte parlato anche in varie interviste televisive e sulla carta stampata. Nel programma elettorale per le ultime politiche del 25 settembre 2022 (👉) si legge che il superbonus è una delle misure che "meritano di diventare strutturali" (pag. 88), ma adirittura che dovrebbe essere esteso all'impiantistica sportiva (pag. 71), al settore della transizione ecologica, confermando il sistema dei crediti fiscali (pag. 154), e anche alle strutture ricettive e termali (pag. 174). Qualora non fosse chiaro, nel programma si legge anche che "Intendiamo continuare a puntare sui bonus edilizi esistenti, fra cui il Superbonus 110%, e intendiamo lanciare un Piano strategico industriale di stabilizzazione delle agevolazioni dei bonus edilizi" (pag. 102). E addirittura si criticano le restrizioni con le quali si era cercato di contenere l'emorragia di fondi pubblici, parlando di "Introduzione di ‘Conti Correnti Fiscali’ (CCF), su cui far circolare liberamente i crediti d’imposta analoghi al Superbonus 110%, eliminando tutti i vincoli introdotti dal Governo Draghi" (pag. 205).ilsole24ore.com/art/bonus-edil… pagellapolitica.it/fact-checking/… pagellapolitica.it/articoli/fact-… ilfoglio.it/economia/2023/… movimento5stelle.eu/wp-content/upl…
Da bravo campione di supercazzole, Conte di fatto riesce a non rispondere alla domanda di Lilli Gruber in merito alla collocazione euopea del M5S. I pentastellati sono infatti l'unico partito che non ha apertamente dichiarato in quale gruppo entrerà, una volta approdato a Strasburgo, elemento che in un mondo normale dovrebbe far riflettere gli elettori sull'assoluta mancanza di trasparenza delle scelte del Movimento, affidate a decisioni estemporanee della leadership. La stessa che in queste elezioni chiede un mandato "in bianco". E le parole pronunciate da Conte certo non aiutano a fare chiarezza, dal momento che in trasmissione ha prima parlato espressamente di collocazione progressista, salvo poi affermare, dopo che la conduttrice gli aveva fatto notare che i socialisti europei sono su posizioni molto divere dalle sue, che addirittura potrebbe puntare alla costruzione di un gruppo nuovo. Intenzioni che cozzano con la costatazione che il M5S potrebbe riuscire a far eleggere forse una dozzina di europarlamentari, ma che per formare un nuovo gruppo ne servono circa il doppio.
Oggi, per chi vuole, sfogliamo insieme l’album dei denazificatori russi, quelli andati a combattere contro i “nazisti” ucraini.
Grazie a @DonbasDIY, del quale ho indegnamente tradotto e riadattato lo straordinario lavoro.
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2/ Pavel Gubarev, Il governatore della DPR, il quale sfoggia un simbolo che tra poco rivedremo, ma dall’aria familiare.
3/ Alexander Barkoshov. Capo del Battaglione Neo Nazista Unità Nazionale Russa. Il nazionalismo gestito da Surkov ha costretto i neo nazisti a passare dai simboli nazisti a quelli russi ortodossi, facendo piccoli aggiustamenti alla classica svastica, ma senza riuscire a contenere certe esternazioni.