Quanto stiamo vivendo, in termini di precipitazioni intense ed estreme, potrebbe essere solo un’anticipazione di quello che ci potrebbe attendere nei prossimi decenni. I fenomeni estremi non sono infatti più delle eccezioni. Ma prima di tutto, un breve 101 con esempio. 🧵 (1/14)
Fisica dell’atmosfera: l’📈 dei gas serra come la CO2 riscalda la troposfera e, in questo modo, il contenuto di vapore acqueo aumenta, di circa il 7% ogni grado C in ➕, mentre l’umidità relativa non cambia molto. 👇
Immaginiamo un secchio (contenente vapore) riempito dall'"evaporazione" (E), mentre il traboccamento è rappresentato dalle "precipitazioni" (P). Ora immaginiamo che il secchio sia elastico, dilatabile o restringibile a seconda del variare delle temperature dell’aria. (3/14)
Ipotizziamo ora che ci siano molti secchi in movimento, ognuno dei quali rappresenta la pressione di vapore saturo di diverse particelle d'aria, e che le loro dimensioni cambino a seconda della temperatura dell'aria in cui si trovano. (4/14)
Se un secchio si sposta verso l'alto, si raffredda e si contrae, per poi espandersi fino a raggiungere le dimensioni originali quando torna alla pressione e alla temperatura di prima. Quando il secchio si restringe, gran parte del vapore si disperde sotto forma di P/ (5/14)
quindi è riempito solo parzialmente quando torna in superficie. L'intensità del ciclo idrologico globale si può quindi considerare regolata dalla frequenza e dall'ampiezza delle escursioni verticali dei secchi. Ora: aumentando la temperatura della troposfera / (6/14)
📈anche il contenuto di vapore acqueo poiché i nostri secchi si espandono gradualmente. Quindi i contenitori si muovono ancora verso l'alto, riducendosi all'incirca nelle stesse proporzioni di prima, ma ora rilasciano ➕ acqua perché i contenitori sono diventati ➕ grandi. (7/14)
Secondo uno studio appena pubblicato da un team di ricercatori dell’Uni di Berna e dell’ETHZ, il cambiamento climatico sta rendendo sempre ➕ frequenti e intense le cosiddette “supercelle temporalesche”, soprattutto sul territorio alpino. (8/14)
Con un 📈 della T globale di 3 gradi C, il numero di supercelle temporalesche nei prossimi anni potrebbe crescere del 50% al nord delle Alpi e di 1/3 al sud delle Alpi. Questi temporali, particolarmente intensi e tipici della stagione estiva, /
(9/14)tinyurl.com/yydp2y37
sono caratterizzati da correnti ascensionali rotanti di aria calda e umida, raffiche di vento violente, grandine e piogge intense. Una combinazione che provoca regolarmente danni materiali ingenti, perdite agricole, disagi alla viabilità, feriti e talvolta vittime. (10/14)
Il team di ricerca ha simulato la frequenza di questi temporali distruttivi in Europa utilizzando una mappa digitale delle tempeste ad alta risoluzione capace di visualizzare le singole celle temporalesche con una precisione mai raggiunta prima. (11/14)
Grazie a questa mappa, il gruppo di ricerca ha potuto analizzare l’impatto del cambiamento climatico sulle supercelle, utilizzando i supercomputer del CSCS. 👇
Il risultato è chiaro: la regione alpina emerge come uno dei principali epicentri di questi fenomeni, mentre ad es. nella penisola iberica e nel sudovest della Francia la loro frequenza è destinata a diminuire. (13/14)
Come afferma Monika Fettmann, co-autrice dello studio, più comprendiamo le condizioni in cui si formano queste tempeste, meglio possiamo prepaparci. (/end) 👇 science.org/doi/10.1126/sc…
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Abbiamo appena finito l’ennesima estate torrida in area alpina: in 🇨🇭 è stata la settima estate ➕ calda da inizio serie, dopo quelle del 2003, 2022, 2015, 2019, 2023 e 2024. A sud delle Alpi addirittura la quinta, dopo quelle del 2003, 2022, 2019 e 2015. X (1/11) #heatwave2025
Giugno è stato estremo, il 2o ➕ caldo dopo quello del 2003 e davanti a quelli del 2019 e 2022, concentrando – nella 2a e nella 3a decade – la metà delle 6 heatwaves (HW) che hanno connotato la stagione. La 4a ad inizio luglio, le ultime 2 durante la 2a decade di agosto. (2/11)
Le HW, una delle conseguenze più evidenti e impattanti del GW, non sono più un’eccezione ma una realtà con la quale dobbiamo convivere in tutta Europa, e non solo. 👉🔗 . Sappiamo già che mettono a rischio le persone più fragili, ma quello che non / (3/11)tinyurl.com/tbjxw85t
Sono stato un po’ in giro in montagna, in questi ultimi giorni. Sempre sopra i 2000 m, spesso anche fino ai 3500. La situazione criosferica è pessima. La pochissima neve caduta durante l’ennesima stagione di magra, ha posto basi pessime per la salute dei ghiacciai. 🧵❄️🧊🔥(1/10)
P.e., qui siamo sul passo carrozzabile + alto della🇨🇭, Novena 2500m, il 17/6. L’anno scorso c’era molta neve e il passo era ancora chiuso a quella data. Quest’anno la poca neve se ne stava andando a vista d’occhio. Si vede anche lo stato pietoso del vicino ghiacciaio Gries.(2/10)
La feroce seconda e ancora attuale #heatwave2025 di questa torrida estate appena iniziata, che ci ha consegnato il secondo giugno ➕ caldo di sempre sta facendo il resto con gli interessi. Fonde già ghiaccio vivo, a giugno e con ancora almeno 3-4 mesi di fusione! 😱(3/10)
Come già previsto tempo fa, l’#estate2025 in area alpina sta partendo con il botto: a differenza della scorsa, quest’anno il primo mese estivo si sta rivelando molto caldo e stabile e lo sarà fino a fine mese. Ora la domanda è la seguente: / (mini-🧵) (1/7)
sarà un’estate che parte col turbo ma si inceppa subito, come successo alcune volte negli ultimi 25 anni, per es. durante le estati del 2002, 2005, 2014 o 2021, tutte connotate da mesi di giugno molto caldi ma poi da diffusa e persistente instabilità a luglio e agosto? (A) (2/7)
Oppure sarà una stagione dove il caldo e la stabilità persisteranno fino alla fine, come è stato p. e. il caso durante le estati del 2003, in parte 2012, del 2017, 2018 e 2022 (B)? In pochi casi, la stabilità si è protratta solo fino a luglio, come nel 2006 e nel 2019 (C). (3/7)
Domenica è stato il #WorldOceansDay @WorldOceansDay. 🌊
Per l’occasione, in questo lungo 🧵 parlerò di un importante lavoro di attribuzione che è uscito lo scorso 4 giugno e che riguarda gli oceani, in particolare uno. 👇(1/29) 🌊 🔥🌡️ nature.com/articles/s4158…
Si tratta di un lavoro che stabilisce le cause della potente e protratta heatwave marina che ha colpito il Nord Atlantico (NATL) fra metà 2023 e gran parte del 2024, con strascichi che ancora oggi persistono. Se ne è parlato tanto, ora il punto. (2/29)
Questa ondata di calore marina (MHW) senza precedenti registrata nel NATL è stata, a sua volta, all’origine di una sorta di caos meteorologico estremo e di heatwaves atmosferiche, soprattutto in Europa, in particolare durante l’estate 2023 ma anche nei mesi a seguire. (3/29)
In attesa della prima #heatwave nella regione alpina di questa nascente estate, segnalo 2 studi appena pubblicati che corroborano ulteriormente la crescente tendenza dei fenomeni #ClimateWhiplash. Il primo viene dal gruppo #IACETH 👉 , con altri. (1/7)tinyurl.com/mrxbzfs
Ti dice che l'impatto della siccità improvvisa sugli ecosistemi globali viene amplificato dal caldo estremo – che implica un’elevata domanda di umidità atmosferica – portando a un calo più netto della produttività degli ecosistemi, in particolare nei terreni coltivati. (2/7)
La gigantesca #frana di #Blatten è molto probabile che sia riconducibile al riscaldamento climatico, che 📉 la tenuta del #permafrost e rende quindi meno stabile il terreno roccioso e le stesse montagne. 🧵(1/12)
Riscaldamento che, per come sta proseguendo, rischia di far perdere i 3/4 di tutti i ghiacciai presenti sulla 🌍. È quanto prevede una ricerca appena pubblicata. 👇(2/12) science.org/doi/10.1126/sc…
Un draft di questo lavoro ho avuto occasione di seguirlo su poster in occasione del recente summit dell’#EGU un mese fa, ne ho parlato qui 👇 / (3/12)