Lorenzo Castellani Profile picture
Lecturer @LUISSSog and Adjunct Professor History of Political Institutions @UniLuiss. Editorialista @panorama_it, @Domanigiornale e @qnazionale.
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Oct 21, 2022 8 tweets 1 min read
Populism in Italy is buried, at least in its absolute form. Meloni’s government has nothing populist, anti-political or anti-establishment. The new government is merely a right-wing government: nationalist, conservative, protectionist. At this stage, it is also difficult to label the government as euroskeptical. Meloni followed Draghi’s political line until now. Most of Ministers are not euroskeptics, but part of the Berlusconi’s era.
Sep 27, 2022 7 tweets 2 min read
Una riflessione dopo due mesi di analisi politiche con e per media esteri: troppi analisti e giornalisti tendono a presentare l’Italia come una repubblica delle banane, un paese illiberale e democratico, quando le loro opinioni non vengono confermate dal voto. Non è serio. Per mesi abbiamo dovuto rispondere a umilianti domande sul ritorno del fascismo, sul pericolo antidemocratico e illiberale, sentire termini usati a sproposito a causa di quello che un pezzo di opinione pubblica italiana comunicava all’estero.
Jul 19, 2022 7 tweets 1 min read
Draghi bis, tutti contenti tranne forse lo stesso Draghi. Perché contenti? Vediamo. Contento Mattarella che mantiene la stabilità, non va a scioglimento anticipato e si tiene la garanzia Draghi a palazzo Chigi.
Apr 26, 2022 5 tweets 1 min read
Il nostro dibattito sembra diviso prevalentemente in due opinioni (brutalizzo): i contrari all’invio di armi per una varietà di motivi e coloro che credono che le sanzioni, inasprite con l’embargo energetico, possano portare ad un collasso russo. Le due posizioni non mi vedono concorde. La prima sottovaluta Putin e il rischio di una Russia che arriva al confine dei paesi NATO e inghiotte l’Ucraina. La seconda ha troppa fiducia nell’economia e sottovaluta l’impatto socio-economico interno che potremmo avere qui.
Mar 2, 2022 6 tweets 1 min read
Allarghiamo l’orizzonte perché la transizione che abbiamo di fronte è notevole: cambio di paradigma economico accelerato da virus continua, più spesa pubblica nazionale e sovranazionale, più protezionismo, accorciamento delle supply chain, tentativi di reshoring. Aumenterà la spesa militare ovunque; diminuirà la foga sulla transizione ecologica a causa di inflazione e problema supply chain; alcuni paesi vireranno verso una semi-autarchia (Russia, Cina), altri verso aggregazioni regionali.
Dec 6, 2021 8 tweets 1 min read
Perché il caso politico Zemmour - che finisca in successo, bluff o mezza via - va seguito con attenzione. Qualche riflessione al fine di valutarne risultati e impatto. 1/ Zemmour non aveva un partito. È un fenomeno mediatico ed editoriale. Costruito negli anni attraverso tv, radio e giornali ma politicamente disorganizzato e spontaneo. La combinazione tra leadership, media, polarizzazione sociale possono in poco tempo innovare la scena politica.
Jun 27, 2021 7 tweets 1 min read
Gli italiani non amano vedere ciò che è realmente il proprio sistema politico: partiti in caduta libera (nessuno va oltre il 22-23%); centralizzazione crescente nel potere esecutivo; fiducia in Draghi, tecnico senza partito, elevatissima; indecisi in aumento. L’esperimento Draghi sta contribuendo a svuotare definitivamente il sistema partitico italiano e la sua capacità di rappresentanza. Ciò dipende da fattori strutturali, il governo è retto dal premier ed i suoi uomini e non dai politici.
Apr 10, 2021 4 tweets 1 min read
Penso si stia molto sottovalutando, protetti momentaneamente dal podestà Draghi, ciò che potrebbe arrivarci addosso nei prossimi anni come conseguenza politica e sociale della pandemia. In particolare mi pare stia aumentando la distanza tra tre segmenti: pubblico (tutelati), industria (divisa tra aziende globalizzate e settori della manifattura declinante) e “popolo degli abissi” di piccolo commercio e partite IVA (esposti ad incertezze e disoccupazione).
Feb 6, 2021 4 tweets 1 min read
Incomprensibile il Pd: anni a denunciare il fascismo, l’onda nera, il pericolo Salvini, l’irresponsabilità populista. È ora che la Lega sembra voglia unirsi agli altri sotto il grande ombrello di Draghi fanno problemi sull’unità nazionale. O forse è comprensibilissimo. Se ci fosse la Lega verrebbe meno per il Pd lo strumento di delegittimazione (i nazional-populisti euroscettici) usato fino ad oggi sul piano istituzionale contro i leghisti. Cadrebbero tutti gli steccati e le accuse.
Feb 6, 2021 4 tweets 1 min read
Nessuno gioisce per una nuova ondata di depoliticizzazione e commissariamento della politica. È evidente, però, che il fallimento della politica non è determinato dal complotto della finanza o delle élite sovranazionali, ma è figlio dell’incapacità di partiti ed istituzioni. Ad esempio: incapacità di costruire un sistema stabile alla tedesca o alla francese; assenza di una legge elettorale che unisca parlamentari e territorio; mancanza di filtri funzionali per la selezione della classe politica; magistratura fuori controllo.
Feb 2, 2021 5 tweets 1 min read
Situazione molto diversa dal governo Monti. Il governo Monti fu il frutto di enormi pressioni politiche esterne e di una situazione finanziaria che volgeva al drammatico. Venne subito obtorto collo dai partiti di allora. Più forti, per altro, di quelli odierni. Il governo Draghi, se nascerà, sarà un esecutivo figlio di una crisi tutta interna. Nell’emergenza pandemica, certo, ma in un contesto finanziario più favorevole. In questo caso Quirinale e partiti hanno optato per la soluzione tecnica prima di scivolare nel caos.
Jan 24, 2021 4 tweets 1 min read
Fino a che gran parte della classe dirigente italiana si rifiuterà per convenienza di dire la verità, resteremo sempre esposti alla reazione demagogica. I fondi europei sono un prestito, non un regalo Quelli a fondo perduto, sono per gran parte finanziati dagli stati (cioè noi). Quando dovremmo restituire o aggiustarci per sostenere il debito emergerà l’ennesimo equivoco, che sarà capitalizzato da qualcuno sul piano politico. La demagogia di oggi “regali e soldi facili” produce quella di domani.
Oct 30, 2020 4 tweets 1 min read
Comitato tecnico-scientifico, task forces, consulenti del governo, Stato-Regioni: tracciamento saltato; niente vaccini anti-influenzali; niente medicina territoriale; ospedali pieni. Ci rendiamo conto o no che siamo di fronte ad uno spaventoso fallimento amministrativo? Il governo ha gravi responsabilità, ma la questione è ancora più profonda: il nostro Stato, pieno di dirigenti, non funziona. Abbiamo una tecnocrazia sempre più ampia e sempre più incapace di funzionare, oltre che problemi di coordinamento territoriale.
Oct 28, 2020 6 tweets 1 min read
Ho fatto i miei dieci giorni di Covid-19. Ora sto meglio. Qualche riflessione di seguito. Il sistema tamponi è in assoluto il più deficitario, almeno a Roma: 9 ore di fila con febbre a 38,5. Sito della regione che dava informazioni errate (dove si faceva quale tampone). Sistema eccessivamente burocratico: rapido, poi molecolare, ancora molecolare fino a guarigione.
Sep 20, 2020 5 tweets 1 min read
La vicenda della vendita di Borsa Italiana meriterebbe qualche attenzione in più da parte dei giornali. Il governo è riuscito contemporaneamente a turbare il mercato (con una scelta politica verso Euronext) e a non difendere quello che forse riteneva un asset nazionale. La questione appariva semplice: o si lasciava fare al mercato e allora non si premeva su London Stock Exchange per vendere in una determinata direzione (per altro all’offerta più bassa).
Jul 21, 2020 4 tweets 1 min read
Le due concezioni stereotipate dell’Unione Europea a cui tendere, Europa delle nazioni e Stati Uniti d’Europa, non reggono più. Non reggevano già prima, meno ancora dopo gli ultimi anni. La prima (Europa delle nazioni) non regge più perché oramai esistono istituzioni, burocrazie, risorse meccanismi decisionali, vincoli reciproci, sistema monetario dalle quali non si può tornare indietro (o comunque costi ed incertezze sono al momento eccessivi).
Apr 14, 2020 6 tweets 1 min read
Tutte le misure varate da bozza Eurogruppo sono prestiti. I prestiti hanno un costo. Tutti. Il MES ha delle problematicità ulteriori che tutti riconoscono. La condizionalità, ad ogni modo, non è eliminabile del tutto perché la danno i mercati che comprano titoli di stato. Per altro queste “condizioni” di tutto l’accordo sono solo parzialmente note (i meccanismi) perché tutti i dettagli/cifre dovrebbero essere oggetto di trattativa tra governi (dei cui termini non sappiamo).
Apr 4, 2020 6 tweets 1 min read
Funziona così: la Francia manda avanti le richieste mediterranee che si sanno già inaccettabili (bond comuni, MES senza condizionalità ecc), facendoci credere di spalleggiarci. Poi, comprese meglio forze e debolezze sul tavolo, si accorda con la Germania. Il suo ruolo di mediazione sparisce (o fallisce), Parigi non ottiene l’ottimo, ma comunque tutela i suoi interessi strategici ed economici. Il paese più ricco, strategico e al tempo stesso debole del Mediterraneo resta da solo e accetta ciò che gli si propone.
Jan 8, 2020 8 tweets 2 min read
Penso che come europei sia necessario iniziare a prendere atto della marginalità delle nostre nazioni nel condurre i giochi internazionali, senza eccessive pretese. L’Europa è un continente anziano, tecnologicamente arretrato, militarmente piccolo,incapace di utilizzare la forza. L’Europa non ha e non può avere una politica estera e di difesa unitaria, al momento. Quindi è perfettamente inutile pensare, come si legga sui media, che l’UE possa o debba fare qualcosa. I suoi paesi possono prendere qualche iniziativa ma sempre sotto traccia (breve periodo).
Sep 4, 2019 5 tweets 1 min read
Nessuno riesce più, da anni, ad immaginare o a realizzare grandi riforme. Nessuno prova a ripensare lo Stato, le sue funzioni, i territori. È un pilota automatico in cui varia soltanto, in modo ridotto, la composizione della spesa pubblica. È l’era del nichilismo politico. Non una complessiva riforma fiscale, non grandi infrastrutture, non un sistema di decentramento del potere e destatalizzazione della vita. Appigliati ad una banca centrale, allo spread, ad una UE irriformabile, ad una politica ridotta a nomine ed amministrazione.
Jul 18, 2019 5 tweets 1 min read
La strategia di Salvini mi pare sia: minacciare col voto i 5 Stelle e mettere pressione a Mattarella affinché non avalli eventuali governi tecnici o simili su maggioranza alternativa Pd-5S. Sta diventando uno contro tutti e in Italia, anche con forte consenso, è pericoloso. I 5 stelle possono scegliere o di piegare la testa per tenersi il governo o agevolare la rottura. In questo secondo caso subendo un rischio medio di andare ad elezioni anticipate e restare fuori. Possono accordarsi col Pd, ma a quale prezzo politico?