Marzo 2020. Chiudiamo tutto io resto a casa canzoni dai balconi che poi abiti in campagna in una casa isolata e quindi niente tutti a casa distanti oggi per abbracciarci domani salviamo l'estate tutti in Sardegna tutti sul traghetto col covid al bilioner tutti a scuola ma Chiusi per salvare il natale invece a natale tutti a casa per salvare gennaio e febbraio ondata uno ondata due ondata tre varianti variabili la brasiliana l'inglese ma Milano non si ferma quindi pure la milanese volevo una cotoletta no ristoranti chiusi poi aperti poi chiusi

S. ha perso tutto da tanto tempo viene qui ci da una mano col giardino in cambio resta a pranzo e cena gli laviamo i vestiti fa la doccia e dorme ogni volta che resta senza un tetto. Ha pochi denti in bocca è giovane ma sempre più vecchio. Parliamo di musica e cinema e di Politica e di tutti i suoi viaggi fatti senza un soldo in giro per il mondo e della sua vita in Indonesia di quando era felice e poi ha perso tutto. Mi racconta degli anni di piombo a Bologna quando andava in giro a picchiare i fasci quando la notte non dormiva perché poi

Prendiamo il treno andiamo al mare.
Mamma hai visto il treno?
Mamma hai visto un altro treno?
Mamma quanti treni oh.
Sì amore li ho visti adesso calmati.
Andiamo a sederci in sala d'attesa che fa caldo?
Tienimi la mano.
Sono felice di essere con te.
Ho fame.
Mi scappa la pipi. La facciamo quando arriviamo.
Adesso arriva il treno.
Qualcuno silenzioso passa con una valigia pesante.
Voglio raggiungerlo.
Mi siedo in sala d'attesa e penso che vorrei essere con lei.
Mamma ho fame.
Hai visto il treno?
Corri che perdiamo il treno.
Inizia a fare caldo vero?

Antonio fa la puttana ma in questi giorni no. Via messaggio gli chiedo se ha la mascherina e i guanti dice che non si trovano più che non era pronto che non ha niente.Non c'è spazio per gli ultimi non c'è tempo per gli ultimi dobbiamo salvarci chi resta indietro resta li. Antonio fa la puttana ma in questi giorni no. Ho trovato le mascherine. Mi vesto di corsa ho il cuore in gola prendo un sacchetto di quelli per congelare ci infilo dentro due mascherine tre paia di guanti grandi del nonno faccio tutto come se fosse normale lo faccio di fretta.

La matta del paese ha gli occhi di terra scura quella che va bene per piantare un albero forte i capelli di fustagno e le mani che sembrano due brusche di quelle per i panni cammina storta e parla in dialetto ogni tre parole una bestemmia. Non ha nessuno io le regalo le sigarette certe volte due soldi ma di più le sigarette perché non c'è un rapporto di bisogno tra noi ma di scambio io le do le sigarette lei le cose che trova nella spazzatura ci si vuol bene così.

Nella mia famiglia la parola gay non si poteva usare neanche la parola omosessuale e neanche tutti gli appellativi usati in senso negativo tipo frocio o finocchio da noi gente di provincia si usava dire vive a Milano. Ecco vive a Milano voleva dire persona "diversa o eccentrica". Un mio zio era gay e infatti viveva a Milano con il suo compagno comunemente si diceva arriva lo zio di Milano con il suo amico. Ricordo che ero bambina e a me già questo vivere a Milano sembrava una cosa enorme. Sicché non mi ponevo troppe domande.