Ovviamente non esiste alcun merito o demerito nel tifare una squadra. Eppure, anche sapendo ciò, nel 2011/12 ero orgoglioso di essere juventino; con Lippi ero orgoglioso di essere juventino. Volevo che le altre persone sapessero che ero juventino,
volevo che guardassero a quel modo intenso e sofisticato di stare in campo, di aggredire le partite, di squadra, come uno sciame, e pensassero che in qualche modo mi rappresentasse come persona, che in qualche modo io vi fossi “affiliato”.
Oct 26, 2022 • 21 tweets • 3 min read
Allegri ce l'ha fatta: i suoi sono calciatori pensanti. Anche nello spazio di fase più prossimo al pallone, dove non esiste il tempo materiale di elaborare coscientemente la giocata ma solo di effettuarla istintivamente, dove prima si fa e poi si pensa, loro ragionano.
Ragionano sul micromanagement dei gesti tecnici e sui dogmi tattici che lui gli ha trasmesso: non si va all'indietro su un colpo di testa, non si tiene questa postura negli 1vs1, non si usa la suola col marcatore lontano, non si attacca l'avversario a palla scoperta...