Ha ricordato Draghi oggi nel suo discorso al Senato un recente studio dell'Iss che ha stimato che il numero di nuovi casi di Covid-19 diagnosticati nelle RSA tra fine febbraio e inizio marzo è rimasto stabile a fronte di un aumento dell'incidenza nella popolazione generale. Quello studio dell'Iss è molto denso e interessante e offre altri spunti di riflessione per capire cosa è successo in Italia, dal punto di vista sanitario, in un anno di pandemia. Il primo punto è la distribuzione geografica dei decessi.

Si può essere ottimisti o no sulla capacità di contenere il contagio anche nella fase due? Sul @ilfoglio_it di oggi abbiamo raccolto un po’ di dati. Il primo dato interessante riguarda tre paesi europei che hanno riaperto prima di noi. Sono Austria, Germania, Danimarca. In tutti questi paesi i contagi, dopo la riapertura, sono tornati a salire ma in modo non esagerato, restando sotto il famoso R0. E questo anche in paesi in cui si è scelto di riaprire scuole e persino i parrucchieri. Per l’Italia, oggi, i parametri da considerare sono altri.

Dove sono finiti i Santoni della Costituzione? Si è parlato in questi giorni dell'approvazione alla Camera di un testo di modifica costituzionale, già approvato in prima e seconda lettura al senato, che riduce il numero dei parlamentari a 400 deputati e 200 senatori elettivi. Ma si è parlato poco di un altro testo importante, approvato qualche settimana fa alla Camera e che attualmente è all'esame del Senato, che prevede (tra le altre cose) la modifica dell'art. 71 della Costituzione, nella parte in cui disciplina l'iniziativa legislativa popolare.

La storia è questa. Il 30 aprile la maggioranza gialloverde ha convertito in legge il decreto crescita e nell’indifferenza generale Lega e M5s hanno approvato un curioso comma all’articolo numero 43 che introduce una serie di deroghe nei confronti delle fondazioni politiche. Grazie a questo comma, le fondazioni sono esonerate da una serie di scadenze e di adempimenti a cui sono invece soggetti i partiti.

Nella domanda truffa offerta dai pagliacci a cinque stelle ai propri elettori sul caso Diciotti-Salvini c'è un elemento interessante che vale la pena mettere in rilievo. E' quello che trovate in questa parte della domanda: “per redistribuire i migranti nei vari paesi europei”. In modo esplicito, il M5s ammette che il fine politico che giustificherebbe il mezzo scelto dal governo sul caso Diciotti è legato al tema dei temi: redistribuire i migranti nei vari paesi europei.

Tempo fa, il Foglio ha riportato alcuni documenti del garante della privacy relativi al funzionamento di Rousseau, ottenuti grazie a un nostro accesso agli atti. I documenti sono interessanti perché ci dicono qualcosa di importante su perché i voti su Rousseau sono voti a rischio Una parte di quei documenti si concentra sulle ragioni per cui il voto su Rousseau non è sicuro. Sapete perché? Il garante lo spiega così:

Sull’economia lo vediamo ogni giorno e i risultati sono un disastro. Lo spread è aumentato di 180 punti. La crescita è ferma. La disoccupazione va su. La borsa ha bruciato 100 miliardi. Ma sul resto, sull’immigrazione, come sta andando la strategia di Salvini? In campagna elettorale, e nel contratto di governo, Salvini aveva promesso: più rimpatri, meno irregolari, meno sbarchi, Italia finalmente forte in Europa, e capace dunque di imporre la sua linea, anche sui migranti. Ma anche qui le cose non tornano.

La bozza del decreto immigrazione che Salvini presenterà in cdm nei prossimi giorni verrà venduta come una grande svolta del governo ma ci sono purtroppo le premesse perché la svolta coincida con un disastro. Vediamo perché. I dati dei flussi dei migranti ci dicono che il guaio dell'Italia da almeno un anno non riguardapiù gli sbarchi (oggi siamo a meno 80% rispetto al 2017) ma la necessità di avere una distribuzione di rifugiati e di richiedenti asilo più omogenea e sostenibile rispetto al presente

Andiamo oltre Fitch. L’Italia gialloverde ha per lo meno dieci problemi da risolvere in economia. Primo: può essere considerato affidabile un paese il cui governo senza aver fatto nulla ha già provocato un aumento dei tassi di interesse sui titoli di stato pari a 4 mld di euro? Problema numero due: può essere considerato affidabile un paese il cui governo è considerato credibile dagli investitori solo nella misura in cui quel governo non rispetta il suo programma di governo?