Paolo Mossetti Profile picture
Politics. War. Adventure. ✍️ @esquireitalia @Grand_Continent @Wireditalia @insideoverita Per contatti o progetti: paolomossetti gmail
Jul 19 8 tweets 3 min read
💥Il parlamento israeliano ha votato a favore di una risoluzione che rifiuta ufficialmente la possibilità di una “soluzione dei due stati”. È di fatto la posizione mantenuta da molti anni da Netanyahu, ma non era mai stata messa nero su bianco così esplicitamente.
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1/7 Image È scelta che isola ancora di più Israele e che coinvolge tutto l'arco parlamentare: su 120 deputati hanno votato a favore 68, e solo 9 hanno votato contro, mentre tutti gli altri si sono astenuti - incluso il centrosinistra. Mandati al macero gli accordi di Oslo del 1993.

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Jul 12 20 tweets 7 min read
💥«Il Sud muore». Una malattia che sento denunciata da quando sono ragazzino, dai primi anni Zero. Un'agonia lenta e diffusa che vent'anni dopo è addirittura peggiorata, che ne corrode la fibra economica, sociale, democratica. Con una differenza: non interessa più nessuno.
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1/Image L'Italia divisa è una costante della storia unitaria, ma oggi rappresenta un unicum nello scenario continentale. Dove il Sud, coi suoi 20 milioni di abitanti, resta non solo la più grande area meno sviluppata, ma anche la più grande area dove il declino non si produce rivolta.
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Jul 6 22 tweets 9 min read
💥Ora che si sono concluse anche le elezioni iraniane, con la vittoria del riformista senza troppo potere Pezeshkian e una forte astensione, va ammesso che la maggior parte delle analisi sull'Iran su cui fanno affidamento i "falchi" occidentali si basano su pie illusioni.
🧵 Image Non pretendo di essere un esperto di Iran. Ma occupandomi di conflitti su riviste generaliste, trovo interessante commentare un doppio movimento: i "multipolaristi", che sono una minoranza, che tifano vedono nell'Iran un baluardo anti-americano; e i segmenti manichei, che sono maggioritari nelle nostre redazioni e nei partiti, che vedono nell'Iran un attore del nuovo Asse del Male.Image
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Jun 5 7 tweets 3 min read
💥 Un fantomatico «editore di New York avrebbe suggerito alla direzione di Repubblica di pubblicare un testo su un paginone intero, dimenticandosi di indicare che era di 13 anni fa. Si potrebbe già ridere qui. Ma più ci si pensa, più la storia è grottesca.

🧵 Se il problema fosse solo l'occultamento della data originaria della lettera, infatti, non si capisce perché anche nel sottotitolo e nell'introduzione al testo l'autore venga indicato per ben due volte con un verbo al presente.
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Jun 2 11 tweets 4 min read
💥Questo #2giugno corrisponde a un momento in cui molti intellettuali, anche di sinistra, in cerca di avventura, si sono convinti che siamo già in guerra totale. «Occidente contro Russia e i suoi alleati». «Occidente contro le autocrazie».

È lo scenario culturale del 1914.

🧵 Image Uno scenario basato sulle mire espansionistiche del blocco avversario, a volte reali ma spesso ridotte a caricature, a paralleli col Reich. O basato sull'idea che tutte le potenze in quanto tali siano espansioniste, e noi, come Occidente, dobbiamo adeguarci. Senza sensi di colpa. Image
May 8 5 tweets 2 min read
Ora, rendetevi conto come devono sentirsi quei segmenti che sono stati per mesi scettici sulla strategia atlantista più rigida quando leggono sul Corriere che:

«Nell’analisi del conflitto in Ucraina, le voci critiche sono state zittite come filorusse, mentre la russofobia dilagante confondeva disegni criminosi di Putin con storici legami economici e culturali con la Russia... La solidarietà e il sostegno militare a Kiev si stanno risolvendo nell’agonia infinita del Paese, senza tenere conto della sproporzione delle forze e della superiorità decisionale del regime russo, mentre Europa e Stati Uniti tergiversavano... Non c’è possibilità di vittoria per l’Ucraina, al punto che dietro le quinte si comincia a pensare a una spartizione del Paese, in pratica il ritorno allo scenario iniziale». Lasciamo stare se Nava abbia torto o ragione. Io, per esempio, non valuto la situazione ucraina come quella di un collasso imminente generalizzato. Ma per due anni, va ammesso, la censura nei confronti di chi ha provato ad anticipare le stesse cose che scrive oggi Nava - sull'arroganza degli occidentalisti, gli errori della strategia Nato - è stata reale, forte, e spesso ha prevalso rispetto alla capacità di questi critici di vendersi, di rendersi interessanti e quindi di poter andare a dire certe cose in televisione. Spesso sono state scelte macchiette o personaggi egotici che hanno aggiunto a quelle critiche tantissime cose non condivisibili.
Mar 23 24 tweets 9 min read
💥 Germania, dove vai?
Persino la sinistra israeliana, che deve vedersela con una fortissima stretta sciovinista, è sconvolta per i livelli di repressione e conformismo anti-arabo che si vedono nel Paese governato dai rosso-verdi di Scholz. Una deriva illiberale che travalica la pur legittima necessità di tenere insieme lo Stato tedesco respingendo gli identitarismi e l'estremismo religioso. È raccontata da @972mag in un'inchiesta che lascia senza parole:

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1/972mag.com/germany-israel…Image 2/ Il silenziamento di massa è iniziato l'8 ottobre, quando Malcolm Ohanwe, un giornalista tedesco-palestinese, è stato cacciato per aver contestualizzato l'attacco del 7 ottobre.

Un calciatore del Mainz 05 è stato sospeso per aver pubblicato un messaggio pro-Palestina su Instagram.

Il segretario di Stato dello Schleswig-Holstein è stato sospeso invece per aver condannato Hamas e l'occupazione israeliana.

A confronto l'Italia di Meloni, che pure si rifiuta di riprendere i finanziamenti all'UNRWA, è un modello di pluralismo e tolleranza.
Mar 8 6 tweets 5 min read
Ha scioccato innumerevoli osservatori la galleria di immagini pubblicata nei giorni scorsi @ytirawi, fotoreporter di Gaza e collaboratore del sito britannico @bellingcat, che da mesi rischia la vita per documentare gli effetti della guerra.

Tirawi ha spulciato le foto delle truppe IDF pubblicate sui loro profili social e canali Telegram, probabilmente aiutato da collaboratori occidentali e persino israeliani, e quello che si vede supera in orrore persino quello che proviene dai russi in Ucraina.

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Truppe che oltraggiano case devastate, indossano la biancheria intima di donne sfollate o uccise, bruciano ciò che non dev'essere bruciato, organizzano aperitivi tra le macerie e si fanno beffa dei poveracci cacciati via. L'elemento sessuale, diventato così centrale come sappiamo nella propaganda di guerra, emerge con prepotenza dalla documentazione di Tirawi.

I responsabili della diffusione di queste foto non sono tanto ragazzini strappati dalla scuola, ma soldati di grado superiore, scrive il giornalista.

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Feb 19 6 tweets 3 min read
Sta facendo il giro del mondo un rapporto ONU che accusa la polizia israeliana di violenza di massa sulle donne e ragazze palestinesi della Cisgiordania: spogliate, picchiate, ingabbiate, degradate, violentate, giustiziate.
Ma c'è anche altro.

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1/6 ohchr.org/en/press-relea…
Image Il report è parte di un fenomeno più vasto, quello della terrificante condizione dei palestinesi di Gaza incarcerati dopo il 7/10, descritta anche nell'ultimo, sconvolgente rapporto ong @PHRIsrael: proviamo a vedere cosa c'è scritto.

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Feb 16 17 tweets 9 min read
💥Sarebbe l'ora di rendere responsabili i giornalisti e i politici "rispettabili" che continuano a diffondere i contenuti di Visegrád 24, un portale di estrema destra che fa violenta disinformazione razzista. Una mia inchiesta per @wireditalia
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1/17Image È impossibile, da oltre due anni, occuparsi della guerra in Ucraina o di Gaza senza notare quante persone si abbeverano alla fonte di questo aggregatore polacco di notizie, esploso soprattutto su X e su TikTok, e diventato un attore centrale nell'informazione bellica.

Già l'anno scorso uno studio lo identificava come come l'account più influente nel dibattito su Israele e Palestina, ottenendo più visualizzazioni su X di Cnn, New York Times, Bbc e Reuters messi insieme.



(Nota: preso dalle vicende Rai e Repubblica nei giorni scorsi, mi sono dimenticato di postare alcune cose scritte di recente.)

2/17cip.uw.edu/2023/10/20/new…Image
Feb 2 17 tweets 8 min read
🚨Un'inchiesta di Haaretz mette una pietra tombale sulla credibilità di Zaka, ong israeliana ultraortodossa che è tuttora una fonte primaria per una propaganda fuorviante nei media conservatori. Una storia che mi sta a cuore, una volta tanto, anche per vicende personali.
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1/17Image Partiamo dal 10 ottobre scorso. Zaka, un gruppo noto per il suo lavoro umanitario (raccoglie da vent'anni i cadaveri subito dopo gli attentati) diventa, per bocca del suo leader Yossi Landau, tra le prime fonti mondiali della storia sui «bambini decapitati» in «massa» nei kibbutz.

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Jan 26 11 tweets 4 min read
I titoli scelti da Repubblica, Corriere e la Stampa fanno - si può dire? - cadere le braccia. E sono illuminanti sulla linea che tiene la stampa di centro-sinistra da noi.

Minimizzazione. Riferimento ad Hamas. Sospetti sull'Onu. Esponenti conservatori della comunità ebraica intervistati.Image
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Il NYT parla invece di decisione dal «pesante significato simbolico». Image
Jan 18 9 tweets 4 min read
Ormai è difficile essere scioccati per quello che si vede a Gaza. Ma tre mesi fa molte persone erano ancora convinte che un esercito apparentemente moderno avrebbe voluto perseguire una parvenza di disciplina nella comunicazione pubblica, piuttosto che permettere ai più nazistoidi e squinternati dei suoi ranghi di andare liberamente sui social e pubblicare qualsiasi spazzatura incendiaria gli passi per la mente.

Davanti a un pubblico mondiale. Senza sosta. Ogni giorno.

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Molti di noi possono immaginare cosa accadrebbe a un marine americano in Iraq se diventasse virale un suo post su quanto gli piace divertirsi in un paesaggio devastato dalle bombe, dopo aver sterminato o deportato i nativi.

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Dec 22, 2023 14 tweets 6 min read
Questa foto, diventata virale, non è un fake: raffigura davvero un mercenario ucraino che combatte al fianco dell’IDF a Gaza. Lo conferma @BBC.

Ma @BBC non approfondisce la storia del protagonista, che è a dir poco torbida e riguarda, indirettamente, anche l'Italia.

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1/13Image L’uomo nella foto è Victor Friedman (nome in codice: Wolf), un israeliano di origine ucraina, che ha pubblicato lui stesso la foto su Telegram. Nato a Dnipro, si è trasferito in Israele a 19 anni, si è radicalizzato ed è diventato riservista dell’IDF.

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Dec 9, 2023 22 tweets 7 min read
Nonostante la vasta differenza di potenza militare, l'analista militare Tony Karon e l'ex negoziatore Daniel Levy avvertono: Israele sta perdendo la battaglia politica sul lungo termine e sta trascinando con sé parte dell’Occidente). Un 🧵 per riassumere un'analisi strepitosa:
1/ Image Il parallelismo da fare, spiegano, è con l'Offensiva Tet del '68 in Vietnam, dove una forza più debole ha sfidato una più forte modificando la narrazione politica attraverso attacchi strategici. Hamas misura il successo non solo in termini militari ma politici&internazionali.
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Dec 5, 2023 23 tweets 6 min read
Voglio rispondere pubblicamente a questo thread di Bruno sul «disgustoso debunking sul 7/10» (così lo chiama) perché credo che sollevi questioni importanti, ma si fondi su premesse piuttosto approssimative e pericolose per il giornalismo, pur essendo in sostanziale buona fede.
🧵 Bruno è un intellettuale liberale di sinistra che con generosità si sta battendo su due fronti: la lotta all'antisemitismo (anche inconsapevole) a sinistra e la mobilitazione per il cessate il fuoco. Ma a mio avviso qui rischia di delegittimare pratiche sane di giornalismo.
May 31, 2023 22 tweets 6 min read
Thread aggiornato sulla crisi in Kosovo, che ha prodotto scene che non si vedevano da 10 anni nei Balcani: truppe Nato ferite, picchiate da uomini in abiti civili; auto di giornalisti dipinte con il messaggio "Solo l'unità salverà i serbi", la "Z" dipinta sui veicoli blindati. 🧵 Image Flashback: il Kosovo ha dichiarato l'indipendenza dalla Serbia nel 2008. La Serbia non lo riconosce e considera ancora il Kosovo come la sua provincia meridionale. Con la Serbia non c'è solo la Russia ma anche cinque paesi UE, tra cui la Spagna (per paura dei catalani). 2/
May 28, 2023 15 tweets 5 min read
Piccolo thread domenicale sulla Gagauzia, minuscola regione autonoma tradizionalmente filorussa della Moldova, in queste ore protagonista di vicende turbolente che potrebbero avere ripercussioni europee. 1/
🧵 Image Nel 1990-1992, con il crollo dell'URSS e le tensioni etno-nazionaliste nei Paesi secessionisti, la Gagauzia riuscì, al contrario della Transnistria, a negoziare una certa autonomia dal governo Chisinau, e a far respingere l'ipotesi di fusione tra Moldova e Romania. 2/
May 13, 2023 4 tweets 3 min read
Alcuni antimperialisti un po' spaesati condividono gli eventi per il Donbass e per "i martiri di Odessa" organizzati dal centro sociale Terra dei Padri e con un tale Luciano Lago. Lago è un estremista di destra di vecchia data che celebra personaggi come il neonazista Stefano… twitter.com/i/web/status/1… ImageImage Questo è un evento del 2020 organizzato da Terra dei Padri in collaborazione con Italexit di Paragone: partecipava anche Fazi che è parte attiva della casa editrice che ha pubblicato il libro contro la Nato scritto da un Giulietto Chiesa svizzero, con la prefazione di Carlo… twitter.com/i/web/status/1… Image
Apr 27, 2023 17 tweets 6 min read
Dallo storico Franco Cardini che demolisce le ragioni ucraine ma poi difende "l'onestà" dei repubblichini di Salò, ammiratore del socialista "nero" Sorel, alla galassia rosso-bruna che si ossessiona con Azov, la destra anti-sistema sta giocando con l'Ucraina una partita sporca.🧵 Image Partiamo dai fatti recenti: con striscioni con il simbolo del fascio littorio, canzoni della Rsi, minacce e saluti fascisti, c'è stata irruzione dei neonazisti di Do.RA. (Comunità militante dei Dodici Raggi) durante la celebrazione del 25 Aprile a Azzate, in provincia di Varese. Image
Apr 25, 2023 5 tweets 1 min read
Gustoso saggio dello scrittore Alessandro Lolli che mette in discussione la categoria liberale di "complottismo", la cui esistenza finisce, secondo lui, per far auto-delegittimare i marxisti. Trovo ineccepibili le premesse ma alcuni problemi restano:
machina-deriveapprodi.com/post/complotti… Andrebbero approfonditi i motivi che spingono tanta sinistra a distanziarsi dai "complottista": colpa della sovra-socializzazione del ceto riflessivo oppure anche terrore per la tendenza di alcuni segmenti a raccogliere senza discernimento su Internet ogni battaglia anti-sistema?