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Individuiamo il Carro Maggiore. A quel punto consideriamo le due stelle più esterne del rettangolo del Carro. Le ho indicate nella foto (si chiamano Dubhe e Merak). Ora consideriamo la linea che le unisce e, partendo da Dubhe, prolunghiamola di circa 5 volte. 
Parlo di T Coronae Borealis (T CrB), un'anonima stella che normalmente non è visibile a occhio nudo (magnitudine 10.8, mentre sono visibili stelle fino a mag 6: la scala è al contrario!). T CrB fa però parte di una particolare classe di sorgenti chiamate "novae ricorrenti".
https://twitter.com/scrutacieli/status/1705927243271168271
Osservare attraverso l'atmosfera è infatti come guardare attraverso un vetro smerigliato. Quindi un telescopio, che in teoria può mostrare dettagli di dimensioni angolari piccole quanto il limite di diffrazione, resta in realtà molto lontano da questo limite. Vediamo il perché.
Saranno thread lunghi, perché voglio andare per piccoli passi. Quindi chi è interessato si armi di pazienza ☺️🙏🏻
Nel Sistema Solare si usa tipicamente l'unità astronomica (au) che corrisponde alla distanza media tra Terra e Sole, pari a circa 150 milioni di km. https://twitter.com/sketchplanator/status/1244222530451374080?s=20
Come sempre inizio cercando di indicarvi dove siamo in cielo, anche per farvi capire le dimensioni angolari dell'area nella foto iniziale. Siamo nella costellazione dei Gemelli: è lì sopra il bosco in questa foto. La vedete? 🙂
https://twitter.com/scrutacieli/status/1451256576212340741?t=0ZzL-lj8TYhzpZA-SsLLug&s=19Per spiegare queste connessioni dobbiamo cominciare a indagare le proprietà fisiche delle stelle, che determinano ciò che osserviamo. Iniziamo in questa seconda tappa parlando del colore. Qual è la ragione fisica dietro al diverso colore (o tipo spettrale) delle stelle?
Iniziamo con un po' di storia. Nel secondo '800 si studiano i primi spettri stellari e si ha definitiva conferma che le stelle obbediscono alle stesse leggi fisiche che sperimentiamo quaggiù: dall'astronomia, che si occupava delle posizioni degli astri, si passa all'astrofisica.
Il nome "Via Lattea" è dovuto a come la Galassia appare a noi che la osserviamo dal suo interno: una fascia lattiginosa che attraversa la volta celeste. Il latino Via Lactea riprendeva il Greco γαλαξίας κύκλος (galaxías kýklos, da cui "galassia"), che significa "cerchio latteo".
Le due costellazioni formano un unico gruppo, con l'Ofiuco al centro e il Serpente diviso in due parti ai due lati del Serpentario, chiamate in modo poco originale Serpens Caput e Cauda (testa e coda). 
Per fortuna le immagini digitali permettono di rimuovere almeno in parte l'inquinamento luminoso. Il risultato che ho ottenuto ricorda quello che riusciamo a vedere a occhio nudo in un cielo abbastanza buio, per cui ho pensato di usare la foto per un tour guidato, se vi va :)