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Oct 28, 2018, 18 tweets

Questa che vi allego è la descrizione della metodologia che Standard And Poor’s utilizza per assegnare un rating ad uno Stato Sovrano
standardandpoors.com/en_US/web/gues… (segue)

Questa che ora vi allego invece è l’estratto in originale del punto n.16 di detta metodologia (segue)

Il sempre bravo e puntuale THOMAS FAZI ci fornisce la traduzione letterale del punto in questione e di questo lo ringrazio come molti altri prima di me e più titolati di me (segue)

S&P conferma ciò che noi sovranisti ripetiamo da anni. L’adozione di una moneta unica di fatto indebolisce e non rafforza il merito creditizio di chi vi aderisce privandosi di un prerequisito essenziale di ogni stato sovrano. IL MONOPOLIO NELL’EMISSIONE DELLA MONETA (segue)

Ad onor del vero nel dire una tale banalità non siamo certo soli. Siamo anzi in buona compagnia. Qui sotto ad esempio abbiamo uno dei massimi esperti mondiali in economia monetaria. PAUL DE GRAUWE già docente della London SCHOOL of Economics (segue)

Tutto chirissimo.
Entrando in un'unione monetaria, i paesi membri modificano drasticamente la natura del loro debito sovrano. Smettono di avere il controllo sulla valuta in cui il loro debito è denominato. Gli investitori possono costringere questi paesi al default” (segue)

Ma se non vi fidate di DE GRAUWE potrete magari fidarvi delle parole del Premio Nobel Joseph Stiglitz in questo video (segue)

“Lasciate che vi rassicuri. Se acquistate un bond americano di 1.000 dollari lì sopra leggerete VI PROMETTIAMO CHE ALLA SCADENZA VI PAGHEREMO 1.000 DOLLARI. C’è da fidarsi? Certo che sì. È perché? Perché solo gli USA possono stampare quei dollari. Elettricità permettendo” (Segue)

Troppa accademia e troppa teoria? Bene ascoltiamo uno che quei dollari li stampava in quanto a capo della banca centrale americana. La FED. Greenspan rispondeva alla domanda di un preoccupato giornalista. “I titoli di stato americani sono ancora sicuri?” (Segue)

Tanto per cambiare si parlava di un downgrade della solita Standard and Poor’s. Gli USA perdono la tripla A (il massimo dei voti). La risposta di Greenspan è chiara che più chiara non si può. (Segue)

“Non credo sia un tema di merito di credito. Gli Stati Uniti possono rimborsare qualsiasi debito. Perché possiamo stampare tutto il denaro che serve. La probabilità di default è ZERO. (Segue)

E l’Argentina? Il Venezuela? E la Turchia? E l’anima de li mejo mortacci vostra? Avevano debiti pubblici (peraltro sotto al 50% del PIL) denominati in dollari che si dà il caso non possano stampare perché quel signore di prima non era né argentino, né venezuelano né turco (segue)

Ovviamente un’agenzia di rating si prende il lusso di non dare o togliere la AAA ad un Paese che emette debito in valuta sovrana sulla base di un’argomentazione oggettivamente non banale peraltro espressa in uno suo documento (segue)

Che peraltro non fa confermare ciò che noi sovranisti diciamo da tempo. Se acquisti titoli pubblici emessi nella valuta di quel governo potrai certo correre il rischio di tasso , di cambio, di inflazione (etc). Ma quello Stato non potrà mai essere forzato al default (segue)

Concludo ricordandovi che S&P (ed io non sono affatto un amico delle agenzie di rating) tutte queste cose le ha doverosamente confermate nel confermare il rating BBB all’Italia (segue)

“Il rating è condizionato dalla limitata flessibilità monetaria italiana. In detto contesto ravvisiamo una minore flessibilità fiscale rispetto a paesi più ricchi e dinamici del G7 quali Canada, Giappone, Regno Unito e U.S.”

Standard and Poor’s

26 Ottobre 2018 (segue)

Se ovviamente non vi fidate di tutto quanto riportato (cosa più che legittima) guardate che rating aveva l’Italietta con la sua leretta (segue)

Questo è tutto gente (FINE)

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