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"Finiremo tutti colpevoli per non aver capito che i mali grandi e irrimediabili dipendono dall’indulgenza verso i mali ancora piccoli e rimediabili” (V. Foa)

Nov 13, 2018, 12 tweets

Tutti i dittatori si sono fatti fotografare con i bambini. La propaganda doveva dimostrare quanto questi uomini fossero amorevoli. Tra questi, Mussolini.

E Hitler. Che amava i bambini purchè biondi e ariani. Un amore selettivo, via. Un po’ come con gli animali. Amava i “suoi cani”, ma odiava i topi (bestie schifose) e prendeva a calci le galline che definiva irritanti.

E poteva mancare lui, Iosif Vissarionovič Džugašvili, conosciuto come Stalin?

Nel 1936, la foto di una bambina che abbraccia il dittatore sovietico Joseph Stalin, diventerà uno dei simboli più duraturi di propaganda dell'epoca staliniana.
Questa la storia di quella bambina.
Si chiamava Engelsina " Gelya " Sergeyevna Markizova

#MdT 1936 - Engelsina Markizova è figlia di Ardan Markizov, devoto comunista. E’ stato nominato Commissario del Popolo dell’Agricoltura nella repubblica socialista sovietica della Buriatia, in Siberia

#MdT 1936 - Ardan Markizov arriva a Mosca insieme a una delegazione ufficiale della Buriatia. E’ felice. Il programma della visita prevede un incontro con Stalin. Sorprendentemente i bambini possono entrare al Cremlino senza particolari permessi. La piccola Engelsina va con lui

Alla fine dell’incontro la bimba vuole abbracciare il leader. Prende due mazzi di fiori e si avvicina a Stalin. Lui è contento dei fiori, e fa salire la bambina sul tavolo. I giornalisti non aspettano altro. Scattano decine di fotografie.

Tra quegli scatti la fotografia simbolo della propaganda staliniana. La foto viene pubblicata Il 29 giugno 1936 sulla prima pagina della Pravda.
Diventando in poco tempo “virale”.
Stalin, nel frattempo, ha fatto molti regali alla bambina.

La fotografia diventa un modello per innumerevoli quadri che vengono messi negli istituti per l'infanzia, nelle scuole, negli asili e luoghi di ricreazione. Ovunque.

Naturalmente era solo propaganda. Engelsina lo imparò presto. L’anno successivo il padre fu portato via da agenti segreti con l’accusa di essere una spia e un trotzkista. E giustiziato. La madre deportata nel Kazakistan meridionale, morirà in circostanze misteriose.

Engelsina " Gelya è riuscita a sopravvivere diventando uno studiosa orientalista, specializzata in Cina e India. Sposata due volte, ha avuto tre figli. E' morta nel 2004. Conservava ancora i regali di Stalin.

Lei fu una bambina fortunata.

Molti figli dei “nemici del popolo” condividevano infatti il destino dei propri genitori. Nei campi di lavoro o quando non venivano direttamente uccisi mediante fucilazione. Aleksandr Yakovlev, Commissario del Cremlino indica in 10 milioni il numero di bambini deportati e morti

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