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"Finiremo tutti colpevoli per non aver capito che i mali grandi e irrimediabili dipendono dall’indulgenza verso i mali ancora piccoli e rimediabili” (V. Foa)

Aug 12, 2019, 22 tweets

Cosa avrei fatto da grande? Non so.
E chi può saperlo a quattro anni. Io pensavo solo a divertirmi con la mia mamma e i miei fratelli.
Come correre sulla spiaggia.
Ogni estate il mio papà prendeva in affitto una casa a Siculiana, in provincia di Agrigento.

La casa era vicina al mare. Un mare bellissimo.
Ci andavo sempre con la mia mamma.
La mia mamma si chiama Carmela Milazzo, ha 38 anni e sta sempre con me.
Le mie sorelle sono ormai grandicelle e se la cavano da sole.
Hanno 16 e 13 anni. Poi c'è il mio fratellino di 9

Mi chiamo Annalisa Angotti e ho quattro anni.
E…

E la storia di Annalisa raccontata in prima persona finisce qui.
Impossibile entrare nei panni panni di una bambina di quattro anni per raccontare una storia simile.
Impossibile trovare le parole. Troppo dolore.
Anche se la sua storia in qualche modo deve essere raccontata.

Quel 10 agosto 1976 era un giorno come un altro.
La giornata la famiglia Angotti l'aveva passata al mare e la sera fuori a fare una passeggiata.
E poi tutti a nanna. Annalisa nel lettone con mamma.
La casa si trova in Via Marconi.

Mentre la famiglia dorme davanti all’uscio di casa è parcheggiata una Ford 2000 con targa tedesca.
Appartiene ad un emigrante siciliano, Francesco Frenda, tornato dalla Germania per una vacanza. Sono le due di notte quando il silenzio viene squarciato da una violenta esplosione

La Ford 2000 imbottita di tritolo è saltata in aria.
L’auto a fianco, per lo spostamento d’aria, è volata venti metri di distanza.
La benzina delle due macchine si è sparsa ovunque avvolgendo nelle fiamme i locali della famiglia Angotti.

Il papà si alza, urla, riesce a mettere in salvo Raffaella di 13 anni, Francesca 16 anni, e il fratello Renato di 9 anni.
Annalisa e la sua mamma sono avvolte dalle fiamme.
Annalisa non ha nemmeno il pigiamino. Faceva troppo caldo. Poco dopo intervengono i soccorritori.

Non c’è un Pronto Soccorso nelle vicinanze.
L’ambulanza parte allora per Caltanisetta.
Ma i medici non possono fare niente, non sono attrezzati. Allora la corsa al centro ustionati dell’ospedale di Palermo.
Annalisa viene portata al centro di rianimazione.

Troppo tardi. Ha ustioni di primo, secondo e terzo grado e il suo cuoricino smette di battere.
Niente più passeggiate al mare. Niente più sogni. Niente di niente.
Annalisa era molto legata alla mamma. E Annalisa era tutto per la mamma.

La mamma non seppe mai della morte della sua Annalisa.

Perché morirà anche lei qualche giorno dopo all’Ospedale “San Giovanni di Dio" a Palermo.

Si dice che la mafia non uccide i bambini.
Assolutamente falso.
Le mafie hanno sempre ucciso bambini.
E tanti.

#MdT 12/09/1974 - Giuseppe Bruno ha 18 mesi. Viene ucciso mentre è in braccio al padre, da una scarica di pallettoni.

#MdT 29/05/1982 - Lei è Simonetta, 11 anni. Uccisa durante un agguato al padre magistrato (illeso)

#MdT 09/01/1991 - Valentina aveva 6 mesi. Era in auto (crivellata di colpi) con il padre.

#MdT 2014 - Lui è Cocò, 3 anni, ucciso con un colpo alla testa mentre è sul seggiolino dell'auto (ucciso con il nonno e la compagna)

E ancora...

E poi ancora.

#MdT 23/11/1993 - Giovanni Brusca, latitante, fa rapire Giuseppe Di Matteo (13 anni) figlio del pentito Santino Di Matteo

#MdT 28/07/1998 - Processo per l'uccisione di Giuseppe Di Matteo. Deposizione di Chiodo Vincenzo.
Il piccolo Giuseppe venne tenuto prigioniero due anni, poi strangolato e sciolto nell’acido.

Annalisa stava trascorrendo un’estate meravigliosa.
Le piaceva correre sulla spiaggia, giocare con i fratelli facendo il bagno nel bellissimo mare di Siculiana.
Come tanti altri bambini è rimasta vittima di un attentato di mafia. L’ennesimo.
Ancora oggi senza colpevoli.

"Al posto sbagliato. Storie di bambini vittime di mafia". L'autore, Bruno Palermo.
Le mafie hanno sempre ucciso i bambini. 108 nomi racchiusi nelle storie di minori vittime innocenti di mafia.

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