Paolo Beria Profile picture
Assoc. Prof. in Transport Economics, Politecnico di Milano, Italy. Director of TRASPOL https://t.co/nhAGIYLyE8 . Traveller. Dad! 🐘: @beriapaolo@mastodon.uno

Feb 9, 2022, 14 tweets

Per tutti #ferrovia = #sostenibilità, come se la seconda fosse "automaticamente" un esito della prima. Ma non è sempre così e vi sono molti casi di ferrovie sottoutilizzate.
Un cambio di approccio pianificatorio potrebbe rendere i #treni #regionali molto più efficaci.
Un 🧵

Condizione necessaria è porre al centro l'efficacia: per generare benefici economici ed ambientali, la ferrovia deve trasportare tanti passeggeri e strapparli all'auto.
Ma per fare questo occorre mettere da parte l’idea che sia la ferrovia a dover servire tutti i territori.

Questa idea può infastidire qualcuno, ma è inevitabile: la ferrovia non era il modo di accesso universale nemmeno nel primo Novecento.
Ciò non significa che bisogna rinunciare ad un’#accessibilità per tutti, ma semplicemente che questa non può avvenire con la ferrovia.

I treni non sono autobus: al km costano 10 volte, la capacità delle linee è limitata e servizi diversi consumano più capacità. Inoltre i treni non possono arrivare ovunque e dunque sono inefficaci x spostamenti brevi e dispersi.

I #treni non sono #autobus:
* il costo/km è quasi 10 volte
* la capacità delle linee è limitata e servizi diversi consumano più capacità
* i treni non possono arrivare ovunque e dunque sono inefficaci x spostamenti brevi e dispersi.

Perché? Perché molte linee minori sono esercite in maniera non specializzata: basse frequenze, servizio a spola tra i due capilinea (spesso piccole città), frequenti fermate in tutte le località intermedie.

Questo modello serve tutti, ma male: troppo lento tra i poli (negli esempi meno di 50km/h), troppo poco frequente per spostamenti brevi (ore di attesa per fare pochi km).
Poco utile anche verso i capoluoghi: troppo facile parcheggiare e scarsi i bus per l'ultimo miglio.

Un es. (purtroppo dati vecchi, 2012).
I treni da #Mantova a #Milano, molto frequentati, sono riempiti da sole 6 stazioni (90%). Nell'altra dozzina di località sale circa il 10% dei pax, ma queste fermate rendono molto più lento il viaggio x tutti.
Molti dunque useranno l'auto.

Inoltre, talvolta anche l’orografia non aiuta: la stazione di Cantù non è esattamente a Cantù, così come quella di Enna non è affatto a Enna. E questo accade molto spesso nel centro/sud Italia.

Quale è l'esito?
Che vari treni girano vuoti, occupano capacità, costano alle regioni e nelle stazioni intermedie non li prende nessuno.
Qui una mappa della @RegLombardia, che in realtà è la regione che meno soffre del problema (in rosso meno di 250 pax/punta e pax/day).

Tra @RegLombardia e @RegioneER, l’80% del traffico è concentrato nelle prime 109 stazioni. All'estremo opposto 372 stazioni su 604 hanno avuto meno di 200 passeggeri/giorno, pari solo al 2,2% del traffico delle due regioni.

Quale è la "ricetta"?
Che la ferrovia faccia il lavoro che le riesce meglio: trasportare grandi quantità di passeggeri su distanze medio-lunghe.
Come?
Ne parlo brevemente qui su @lavoceinfo : lavoce.info/archives/93076…

Super-sintesi, per chi ha fretta: più servizi suburbani e interpolo (tra città intermedie e grandi) e meno "regionalini" irrecuperabilmente lenti.

I passeggeri aumenterebbero, la capacità sarebbe meglio usata (=meno ritardi), migliorerebbero i conti di aziende e regioni (meno costi e più ricavi) e l'ambiente ne avrebbe giovamento.

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