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seduto su un ramo a riflettere sull'esistenza

Jun 27, 2023, 15 tweets

Il fatto che il Tour de France questo sabato parta da Bilbao e che io lo segua da Húsavík mi sembra un’ottima ragione per accennare finalmente all'incredibile storia di mare e delitti che lega i Paesi Baschi e l'Islanda, che uno direbbe che c'azzeccano, e invece. 🧵

Partiamo da una nozione geografica, e cioè che, imbarcandosi dalla costa basca e procedendo in direzione nord-ovest, per giorni e giorni di navigazione non s'incontra nulla se non l'Atlantico spesso burrascoso e poi, dopo un bel po', gli speroni dei Fiordi Occidentali islandesi.

Da sempre provetti balenieri ("gli uomini più scaltri in questo tipo di pesca", secondo l'esploratore Samuel de Champlain), era inevitabile che prima o poi i pescatori baschi toccassero l'Islanda, le cui acque bazzicarono dal 1410 al 1615, quando avvenne il disastro che segue.

Era un’estate freddissima, il ghiaccio a ingolfare i fiordi sino a estate inoltrata. Tre vascelli baschi di stanza nel Reykjarfjörður provarono a ripartire a metà settembre, ma un’improvvisa tempesta li spinse contro la scogliera. Gli 80 sopravvissuti restarono così in Islanda.

A ottobre alcuni di essi fecero irruzione nel deposito di un commerciante di Þingeyri e rubarono una certa quantità di pesce essiccato. La vendetta non si fece attendere: poche notti dopo, un clan di islandesi aggredì i baschi. Ne uccisero 14, i cadaveri mutilati e gettati a mare

Tre giorni dopo, il consiglio di Súðavík bandì tutti i baschi dai fiordi, stabilendo per legge il diritto di ucciderne il maggior numero possibile. Via libera dunque ad accoltellamenti, colpi d'ascia, lapidazioni e altre simpatiche torture che fecero in tutto oltre 30 vittime.

Tutte queste cose le conosciamo per due motivi. Il primo è che Jón Guðmundsson il Dotto, celebre stregone dell'epoca, condannò per iscritto i crimini dei suoi corregionali. (Lo Spánverjavígin, "il massacro degli spagnoli", è l'ultimo massacro documentato della storia d'Islanda.)

Il secondo è che la vicenda è tornata prepotentemente in auge nel 2015, quando, a 400 anni dagli avvenimenti, l’editto sulla libera uccisione dei baschi nei fiordi occidentali fu infine revocato. Nei quattro secoli precedenti nessuno si era infatti curato di abolirlo formalmente.

Alla presenza di un discendente delle vittime e di uno degli assassini, del governatore dei Fiordi Occidentali, di quello della provincia di Gipuzkoa e di alcuni visitatori baschi, una stele commemorativa fu inaugurata nel villaggio di Hólmavík come simbolo di pace.

(Il governatore islandese specificò nell’occasione che trattavasi di un semplice gesto, dal momento che «le leggi islandesi moderne già vietano di uccidere chiunque, baschi inclusi.»)

Oltre alla stele di Hólmavík, i due secoli di contatti commercial-truculenti tra islandesi e baschi rivivono anche nei sorprendenti studi sul linguaggio che i due popoli utilizzavano per comunicare. A partire dal 1937 è stato infatti via via riscoperto il PIDGIN BASCO-ISLANDESE.

Si tratta di una serie di glossari (l’ultimo ritrovato nel 2008) che riportano parole o intere frasi di uso comune grazie alle quali balenieri e locali riuscivano a capirsi, in uno straordinario misto non solo di lingua basca e islandese, ma anche di francese, spagnolo e inglese.

Il Vocabula Biscaica, per esempio, contiene 229 lemmi del suddetto pidgin. Notevoli – nonché molto utili all’epoca, immagino – il 220 (Per quanti calzini?) e il 224 (Quando Cristo e Maria mi daranno una balena, ti darò la coda). Sì: i vari "for mi" e "for ju" vengono dall'inglese

C’è anche una sezione dedicata agli insulti (pure questi direi utili), che non ha bisogno di troppe interpretazioni. “Sickutta Samaria” e “Serda merina” suonano entrambe benissimo, dunque viva i Paesi Baschi e viva l’Islanda – e già che ci siamo viva anche il Tour de France ✌️

Fonti:
 
📍

🗞️ https://t.co/boSL24ei7K

📚 https://t.co/daMiydmv4U
 
🗣️ https://t.co/Z0Goc3DJ25aboutbasquecountry.eus/en/2023/03/13/…
theguardian.com/world/2015/apr…
en.wikipedia.org/wiki/Slaying_o…
en.wikipedia.org/wiki/Basque–Ic…

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