Andrea Ferrero Profile picture
Ingegnere spaziale. Vicepresidente @CICAP.

Jul 21, 2023, 17 tweets

Tra gli anni Trenta e Quaranta numerosi scienziati ebrei di immenso talento abbandonarono l’Ungheria per sfuggire alle misure antisemite del regime filonazista e si trasferirono negli Stati Uniti, dove diedero un notevole impulso allo sviluppo scientifico.

(continua)

Alcuni di loro entrarono a far parte del Progetto Manhattan che sviluppò la prima bomba atomica e due membri del gruppo vinsero il premio Nobel. Almeno, così recita la versione ufficiale.

Leó Szilárd, uno di loro, aveva un’altra teoria, riferita da György Marx nel libro “La voce dei marziani”. Alla domanda di Enrico Fermi «Se l'Universo pullula di esseri tanto intelligenti, dove sono tutti ?» Szilárd rispose «Sono tra noi, ma si fanno chiamare ungheresi.»

Quando l’aneddoto fu riferito a Edward Teller, un altro membro del gruppo, egli apparve nervoso e borbottò: «Von Kármán deve avere spifferato.»
È per via di questo scherzo che gli scienziati del gruppo sono chiamati familiarmente “i marziani”, oltre che “il clan degli ungheresi”.

L’elenco dei “marziani” e dei loro curricula è impressionante. Molti di loro avevano un particolare talento in matematica. Tra questi:

Theodore von Kármán (nato Tivadar Mihály Kármán), matematico, fisico e ingegnere che ha dato il nome a qualche dozzina di concetti di aerodinamica, elasticità e cristallografia, nonché alla soglia convenzionale che separa l’atmosfera dallo spazio;

John von Neumann (János Lajos Neumann), genio universale, autore di scoperte importanti in matematica, statistica, meccanica quantistica, cibernetica, evoluzione biologica, teoria dei giochi, intelligenza artificiale;

Paul Erdős (Pál Erdős), matematico, risolutore di molti problemi matematici, autore di 1500 articoli scientifici;

George Pólya (György Pólya), matematico, autore di contributi fondamentali in calcolo combinatorio, teoria dei numeri, analisi numerica e teoria della probabilità;

John G. Kemeny (János György Kemény), matematico e informatico, co-inventore del linguaggio Basic;

Paul Halmos (Pál Helmos), matematico e statistico, allievo di von Neumann, arterfice di progressi essenziali in diversi campi della matematica;

John Harsanyi (János Károly Harsányi), economista, premio Nobel per l’economia per i suoi studi sulla teoria dei giochi.

Tra i membri del progetto Manhattan ricordiamo invece:

Leó Szilárd (Leó Spitz), fisico, scopritore della reazione nucleare a catena, autore della lettera (firmata ache da Einstein) che convinse Roosevelt a sviluppare la bomba atomica prima che lo facessero i nazisti;

Eugene Wigner (Jenő Pál Wigner), fisico, premio Nobel per il suo contributo alla fisica delle particelle elementari;

Edward Teller (Ede Teller), fisico, autore di scoperte determinanti di fisica nucleare e meccanica quantistica.

Nel luglio 1945, quando la bomba atomica era pronta, Leó Szilárd lanciò una petizione tra gli scienziati del progetto Manhattan per implorare Truman di non usarla e limitarsi a una dimostrazione, altrimenti avrebbe dato inizio a un periodo di devastazioni senza precedenti.

Ma era troppo tardi e la lettera non arrivò mai a Truman. Il vaso di Pandora era ormai aperto. Szilárd ne fu così angosciato che abbandonò la fisica per dedicarsi alla biologia, dove a dimostrazione della propria genialità fece altre grandi scoperte.

Nel 1962 si ammalò di tumore alla vescica e si curò con una radioterapia che aveva progettato lui stesso.
Teller rimase invece per tutta la vita un convinto militarista.

È ironico che il nazismo abbia costretto a fuggire dalla Germania e dalle sue nazioni alleate menti geniali che poi avrebbero contribuito a sconfiggerlo. C’è da chiedersi che cosa sarebbe potuta diventare l’Ungheria se tutti questi scienziati fossero rimasti nel loro Paese.

Questo naturalmente se crediamo alla versione ufficiale; altrimenti, si tratta semplicemente di marziani che sono venuti sulla Terra per difenderci dai nazisti.

(fine)

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