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"Finiremo tutti colpevoli per non aver capito che i mali grandi e irrimediabili dipendono dall’indulgenza verso i mali ancora piccoli e rimediabili” (V. Foa)

Dec 18, 2023, 18 tweets

“Sono contrario alla mescolanza perché Il sangue dei neri è di minor valore.
Se lo mescoliamo col sangue dei bianchi finirà per far scomparire la cultura europea”.
L'allievo Josef annuì.
In fondo nessuno poteva contraddire l’affermazione del suo maestro, il dottor Eugen Fischer.

Quelle del suo maestro non erano semplici teorie.
Lui le aveva sperimentate sul campo.
Esattamente nel campo di concentramento tedesco di Shark Island.
Era stato proprio il suo maestro, alcuni mesi prima, a raccontargli tutta la storia.
Fin dall'inizio.

Tutto era cominciato nel 1885, dopo la Conferenza di Berlino, in cui le potenze europee si erano spartite il continente africano.
Alla Germania era stato assegnato anche il territorio noto come Deutsch-Südwestafrika (Africa tedesca del Sudovest), l'attuale Namibia.

Il cancelliere aveva inviato come Commissario imperiale Ernst Heinrich Göring (vi ricorda qualcuno? Era il padre) che istituì un regime basato su lavori forzati, confisca di terre e schiavitù.
I nativi impiegati come schiavi nelle piantagioni di cotone e nelle miniere di diamanti

Non durò molto.
Inizialmente furono il popolo dei Nama a ribellarsi.
Poi nel 1904, stanchi dei continui soprusi, si unirono a loro anche gli Herero.
Fino alla Battaglia di Waterberg, l'11 agosto del 1904. In realtà non fu una battaglia, ma un vero e proprio massacro.

"Tranquilli", li avevano rassicurati i tedeschi, "avvieremo presto i negoziati di pace".
E gli Herero e i Nama avevano deposto le armi.
Senza armi, indifesi erano stati accerchiati dalle truppe tedesche e a colpi di mitragliatrice erano stati annientati.
Sterminati.

“Ripulire, impiccare, fucilare fino a quando non saranno spariti tutti”.
Ma, aveva continuato il maestro, fortunatamente qualcuno si salvò, perlopiù donne e bambini e li rinchiudemmo nel campo di concentramento di Shark Island.
Li usavamo come manodopera gratuita.
Non solo.

Iniziammo ad usarli come cavie.
E così gli aveva raccontato dei suoi esperimenti. Centinaia di esperimenti che avevano avuto sempre gli stessi risultati, diceva.
Mescolare sangue dei neri con i bianchi significava la fine della razza bianca.

Aveva prelevato sangue e tessuti, nonché effettuato misurazioni invasive craniali.
Aveva inventato una scala che si basava sul colore dei capelli: i più puri erano quelli che avevano i capelli biondi, i meticci più “impuri” avevano i capelli neri o con gradazioni di rosso.

Gli studi si erano conclusi nel 1910 con un appello mondiale per impedire la prosecuzione di una "razza mista", e quindi il divieto del matrimonio interrazziale. I discendenti meticci non avrebbero più dovuto continuare a riprodursi.

La lezione era finita.
Josef era euforico.
Non vedeva l'ora di iniziare il suo nuovo lavoro.
Era stato assegnato in un campo dove avrebbe potuto fare qualsiasi esperimento senza responsabilità. L'unico posto al mondo dove avrebbe potuto svolgere tranquillamente le sue ricerche.

“Un giorno il mondo mi sarà grato” pensò.
Stava per arrivare a destinazione e sapeva che questo nuovo lavoro era un'occasione unica e irripetibile: poteva avere tanti bambini per i suoi esperimenti. Poteva analizzarli, operarli, sezionarli e persino ucciderli.
Tranquillamente.

“Oggi è una bellissima giornata di maggio” pensò Josef entrando nel campo di concentramento di Auschwitz .
“Un giorno tutto il mondo parlerà di me, dell’uomo che ha difeso la razza ariana”.
L'allievo Josef avrebbe superato il maestro.
L'allievo Josef, per tutti, Josef Mengele.

Si calcola che dal 1904 al 1908, le vittime complessive Nama ed Herero furono oltre 100.000. Secondo molti storici si trattò delle prove generali in vista del successivo Olocausto nazista.

Solo nel 2015 è arrivato il riconoscimento da parte tedesca delle responsabilità di questo sterminio.
Ma escludendo qualsiasi indennizzo.
La Namibia però non si è arresa.

I discendenti delle popolazioni Herero e Nama hanno citato in giudizio la Germania davanti a una corte federale di New York per ottenere un “equo indennizzo” da parte delle autorità tedesche.
Il processo si è aperto all’inizio del 2017.

Nel maggio 2021, dopo anni di negoziati, il governo tedesco ha firmato un accordo di riconciliazione con la Namibia, in cui ha riconosciuto ufficialmente il genocidio.
L'accordo prevede anche un programma di sviluppo e assistenza finanziaria per le comunità colpite.

Per non dimenticare.

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