«La maternità deve diventare di nuovo cool. Dobbiamo fare sì che le ragazze di 18/20 anni vogliano sposarsi e vogliano mettere al mondo dei figli»
«C'è la realizzazione professionale ma anche la missione di mettere al mondo dei bambini che saranno i futuri italiani»(Sen. Mennuni)
Non capisco l’indignazione.
Nel dicembre scorso molti capi di Stato hanno fatto riferimento nei loro discorsi al tema della maternità invitando le donne ad occuparsi unicamente di una sola cosa: fare figli per la patria.
Per esempio il dittatore della Corea del Nord Kim Jong Un.
Alla "V Conferenza nazionale delle madri" nella capitale della Corea del Nord, Pyongyang, il leader nord coreano ha tenuto un discorso facendo un appello per più nascite e più bambini nel suo stato.
Le cronache riferiscono che si è pure commosso.
Nella Corea del Nord il tasso di fertilità è crollato negli ultimi anni passando dal 3,67 del 1955 all’1,79 di oggi. Essendo un Paese chiuso e isolato dal resto del mondo non può nemmeno contare sull’immigrazione per sostenere la forza lavoro.
Non si è commosso, ma è stato particolarmente convincente anche il leader della Cina Xi Jinping che ha lanciato appelli alle proprie concittadine per esortarle a servire il loro Paese attraverso la prole.
La Cina per la prima volta dal 1961 ha registrato nel 2023 una contrazione della popolazione con un calo di circa 850 mila unità ed è stata superata dall’India come paese più popoloso al mondo.
Da qui l’appello alle madri.
"Fate figli".
Xi ha affermato che le donne hanno un ruolo fondamentale in una nazione alle prese con l'invecchiamento e il calo record del tasso di natalità. La donna deve: “coltivare una nuova cultura del matrimonio e della maternità” e seguire una “nuova tendenza alla famiglia”.
E non poteva mancare lui, il leader russo Putin che ha esortato le russe ad avere “sette, otto o anche più figli”, come le loro nonne e bisnonne”, altro che carriera.
“Questo è il nostro obiettivo per i prossimi decenni”.
In seguito si è corretto.
Di figli ne bastano due o tre.
Ultimamente ho letto di un capo di governo che ha detto che fare figli in fondo si può fare.
"Non bisogna dover scegliere tra lavoro e maternità. Ursula Von der Leyen ha 7 figli…si può fare."
“Ursula Von der Leyen ha 7 figli …quindi si può fare”?
Quanto guadagna al mese la Von der Leyen?
Diciamo che tra stipendio base, l’auto blu, tutti i benefit e, non avendo una residenza ufficiale, pure la casa, diciamo oltre 40.000 euro al mese.
Si può fare, se guadagni quei soldi lì.
Tralascio quello che ha fatto anche cose buone.
Per chi, nessuno lo ha ancora scoperto.
Non certo per le donne.
Essendo un becero maschilista ha potuto fare solo una serie di leggi per far tornare a casa le donne a fare figli.
“Per aumentare il peso del Paese” diceva.
Inutile ricordare tutte le leggi del maschilista contro le donne.
Meglio ricordare cosa pensava per esempio un fascista come Ferdinando Loffredo, sociologo antifemminista.
“«La donna torni a essere inferiore, suddita del padre o del marito…»
E ancora.
«La indiscutibile minore intelligenza della donna ha impedito di comprendere che la maggiore soddisfazione può essere da essa provata solo nella famiglia».
«Il lavoro femminile crea l’aumento della disoccupazione maschile. La donna che lavora si avvia alla sterilità»
E poi.
«Le donne devono tornare a un’assoluta soggezione all’uomo, padre o marito che sia; sottomissione, e perciò inferiorità spirituale, culturale ed economica, pertanto la donna deve avere solo l’istruzione necessaria affinché sia un’eccellente madre».
Naturalmente questi personaggi sono solo dei dilettanti al confronto di Sylvain Maréchal, colui che nel 1796 insieme ad altri scisse il “Manifesto degli eguali”, in cui propose un’eguaglianza sociale assoluta e totale.
Eguaglianza sì, ma non per tutti.
Non a caso è sempre lui che scrive nel 1801 “Project d’une loi portant défense d’apprendre à lire aux femmes”.
“Progetto di legge per vietare alle donne di imparare a leggere”.
Venne preso all’inizio come uno scherzo.
Di cattivo gusto, ma sempre uno scherzo.
Invece era tutto vero.
Era veramente convinto di agire nell’interesse della società.
Una società solidamente patriarcale naturalmente, fondata su agricoltura e pastorizia che lui chiamava “età dell’oro”.
Ma perché il mondo sarebbe migliore se alle donne fosse vietato leggere?
Semplice.
Prima di tutto: “Le cuoche che non sanno leggere sono quelle che fanno la zuppa migliore".
Lo so, non è un granché come motivazione, ma è solo una delle 113 motivazioni citate dall’autore per avvalorare la tesi secondo cui bisognerebbe vietare alle donne di leggere.
Vediamone altre.
“Una donna che legge e scrive si crede in diritto di potersi permettere molte più cose rispetto a un’altra che conosca solo l’ago e il filo”
“Certo è che in una casa regnano lo scandalo e la discordia, quando la moglie ne sa quanto o più del marito”.
Che tenero.
E poi.
“La qualifica di donna che sa leggere, nulla aggiunge ai sublimi e commoventi attributi di brava ragazza, brava moglie e brava madre, né al modo di adempiere a quei dolci e sacri doveri”.
E avanti.
“Quando l’angelo Gabriele annunciò a Maria (sposa di san Giuseppe) che avrebbe concepito un Dio nel suo grembo lei stava rammendando le brache del suo sposo, non stava leggendo, poiché la sua ignoranza aveva trovato grazia al cospetto dello Spirito Santo”
Considerando le 113 motivazioni, l’autore propone una legge che consta di 78 articoli.
Art. XVI “La Ragione vuole che le donne si astengano dall’astronomia: contino le uova giù in cortile, non le stelle del firmamento!”
Qui sotto altri.
Lascio a voi scoprire il resto.
“Progetto di legge per vietare alle donne di imparare a leggere” è un libro che vi consiglio.
Per capire quanta strada è stata fatta, ma anche per non dimenticare che basta poco per mettere in discussione tutto.
I diritti acquisiti, non lo sono mai per sempre.
Occhi aperti.
Dai Johannes, sono passati più di due secoli.
Oggi nessuno scriverebbe stupidaggini come quelle. Le donne che non leggono fanno più figli.
Che stupidaggine.
Sarebbero due secoli passati inutilmente.
Ops.
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