Ci sono argomenti talmente polarizzati nel dibattito comune e non solo, che spesso è anche difficile parlarne. Il dibattito sui cambiamenti climatici è uno di questi anzi, probabilmente è il dibattito polarizzato per eccellenza. E oggi possiamo aggiungere un granellino alla
immane diatriba. Pochi giorni or sono, l'istituto meteorologico danese ha segnalato temperature record, sopra lo 0 termico, registrato nelle zone interne della Groenlandia. L'interno dell'isola supera i 3000 metri di altitudine ed essendo
un mondo di ghiaccio, capite bene lo stupore che ha generato. Siamo intorno alla fine di luglio e iniziano a comparire titoli allarmanti sui giornali di tutto il mondo (l'Italia non ne è esente, basta scrivere 'ghiacci Groenlandia' su Google e uscirà una notevole selezione). La
notizia ha avuto piano piano eco su ogni mezzo di informazione, con ampi spazi e approfondimenti dedicati, senza contare le immagini di ghiacciai in fusione. Poco dopo sono state pubblicate stime sulla quantità di ghiaccio perso, con scenari più o meno futuri delle ripercussioni
sull'intero pianeta.
Tutto questo per una parte dei commentatori è la conferma della catastrofe climatica imminente. Può essere, ma solo fino a pochi giorni fa. Infatti lo stesso servizio meteorologico danese ha comunicato di aver commesso un errore di calcolo e di aver
ampiamente sovrastimato le temperature. Risultato? Nessuna temperatura record e nemmeno sopra lo 0 termico. Niente fusione straordinaria dei ghiacci, ma solo quella stagionale (è estate anche lì). Catastrofe rimandata.
Tutto a posto quindi? Non
esattamente.
Siamo quasi certi che nessun telegiornale o mezzo di informazione correggerà l'errata comunicazione precedente.
Cerchiamo di fare il punto su quanto accaduto a Bryansk (confine tra Russia ed Ucraina): un piccolo gruppo di militari sedicenti appartenenti ad una organizzazione realmente inquadrata nell’esercito ucraino denominata “Corpo di volontariato militare russo” sono comparsi
su territorio russo. Tali miliari avrebbero, secondo fonti russe ucciso un uomo, ferito una bambina è preso in ostaggio un piccolo villaggio per alcuni minuti per poi lasciare il territorio russo. Detto questo ed appurato che non disponiamo di unq identificazione certa per
queste persone in uniforme si aprono due scenari. Il primo è che si stia tentando di ingenerare un moto rivoluzionario da parte della fazione nazionalista russa (avversa a Putin che professa una Russia multietnica nell’ambito delle popolazioni ex URSS) oppure seconda
Il governo indonesiano ha deciso lo stop alle esportazioni di olio di palma a partire dal 28 aprile.
La decisione è stata presa per assicurare la disponibilità di cibo a prezzi abbordabili nel paese, dopo che l’invasione russa dell’Ucraina ha fatto sensibilmente
aumentare i prezzi delle derrate alimentari nel mondo intero.
Ucraina e Russia sono responsabili del 76% delle esportazioni di olio di girasole attraverso il Mar Nero; dall’inizio dell’invasione il traffico commerciale si è fortemente ridotto, facendo schizzare alle stelle i
prezzi e la domanda di altri oli commestibili.
L’Indonesia è infatti non solo il più grande produttore al mondo ( 60% della produzione globale) ma anche un grande consumatore di olio di palma: nelle ultime settimane il prezzo di questo essenziale olio da cucina ha raggiunto
Reuters ci informa che Sinopec, società statale cinese e gigante della raffinazione petrolifera, ha sospeso le trattative con la russa Sibur riguardo ad un investimento da 500 milioni di dollari per un nuovo stabilimento chimico da costruire in Russia.
Un progetto parallelo ma
molto più vasto (si tratta di un piano da 10 miliardi di dollari), quello del complesso chimico di Amur in Siberia, risultato di una joint venture delle stesse società e attualmente in costruzione, potrebbe incontrare problemi di finanziamento a causa dello strozzamento di
finanziatori chiave come la russa Sberbank.
Sinopec ha anche sospeso i negoziati con Novatek, il più grande produttore indipendente russo di gas, con il quale era prevista un’importante collaborazione.
Sembra che il governo di Pechino abbia messo in guardia le grandi società
Circolano in rete e nelle chat, video amatoriali di violenze subite dai prigionieri di guerra.
I prigionieri di guerra sono e rimangono essere umani e qualsiasi torto possa essere attribuito alle scelte dei loro rispettivi governi, non toglie che siano protetti dalla
convenzione di Ginevra come soldati di eserciti regolari. Durante il loro internamento, i prigionieri di guerra devono essere trattati con umanità e devono essere protetti da intimidazioni, insulti e dalla curiosità del pubblico. La Terza Convenzione di Ginevra del 1949 relativa
al trattamento dei prigionieri di guerra descrive anche le condizioni di internamento che riguardano questioni come alloggio, cibo, vestiti, igiene e cure mediche.
Ci auguriamo che un trattamento giusto possa essere garantito per tutte le parti in
Ieri il presidente finlandese Sauli Niinistö è stato intervistato sulla televisione pubblica Yle ed ha rilasciato dichiarazioni degne di nota.
Niinistö ha affermato che il governo finlandese ha discusso con diversi membri chiave della Nato che gli hanno assicurato che la
porta del Patto Atlantico è aperta per il suo paese
Ha aggiunto che l’elemento chiave non è l’entrata o meno nell’alleanza di per se, ma è importante capire quale sia la migliore soluzione per aumentare la sicurezza del paese.
In questo senso il presidente ha chiaramente
detto che il più grande vantaggio dell’adesione sarebbe quello di ottenere un effetto preventivo. A questo si aggiunge un maggiore senso di sicurezza da trasmettere agli investitori esteri, cosa che aiuterebbe le imprese finlandesi.
A volte leggiamo commenti di questo genere: “che ci importa dell’Ucraina, non immischiamoci negli affari dei russi”.
Avrete sicuramente sentito dire che l’Ucraina è uno dei più grandi produttori al mondo di grano ed altri cereali: circa il 13% del grano prodotto globalmente
viene dall’Ucraina. La guerra ed il blocco navale imposto dai russi ai porti ucraini del Mar Nero stanno impedendo l’esportazione dell’ultima raccolta e mettono a rischio la semina della prossima, cosa che potrebbe avere conseguenze terribili, al livello umano e geopolitico.
Il
Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite acquista più della metà del grano necessario a portare avanti i programmi di sostegno a paesi in via di sviluppo da Russia ed Ucraina.
Bangladesh, Pakistan e diversi paesi subsahariani acquistano più di metà del