#Macron scrive un post in cui, allarmato per gli incendi in #Amazzonia, osa scrivere “la nostra casa sta bruciando” e invita il #G7 a discuterne.
Arriva una valanga di bolsonaristi a insultarlo, a rispondergli che non è casa sua e di farsi i fatti suoi. (/1)
(—>) Molti lo apostrofano come comunista, imperialista, satanista. C’è chi minaccia di invadere la Guyana francese e chi sfotte con le foto di Notre Dame in fiamme, dicendo “è casa tua che sta bruciando”. Sembra di vedere i leghisti e i grillini. (/2)
(—>) Eccolo, il sovranismo all’opera: ultranazionalismo rancoroso, odio per la collaborazione internazionale, rifiuto di assumersi impegni in comune, “a casa mia faccio quello che voglio”. Anche devastare le foreste o smontare il Colosseo, se mi gira.
Bel mondo state costruendo.
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Il ciclo vaccinale completo è efficace al 95% per prevenire l’ospedalizzazione, al 97% per prevenire il ricovero in terapia intensiva, al 97,2% per prevenire il decesso.
In questo scenario, parlare di Covid-19 negli stessi termini di quando non c’erano vaccini è ridicolo.
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Proporre lockdown per vaccinati e obblighi di tampone per accedere a luoghi in cui comunque si potrebbe accedere solo da vaccinati, è ridicolo e criminale.
E può disincentivare i richiami vaccinali, che continuerebbero a proteggerci.
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La situazione è seria: siccome, grazie ai vaccini, gli obiettivi di alcuni rischiavano di non essere raggiunti, è iniziata una campagna “Non Solo Vax” per ottenere comunque lockdown, test e mascherine *per sempre*.
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I peggiori timori espressi un anno fa e sei mesi fa, e cioè che i vaccini non ci sarebbero serviti a riportare la normalità se non si fosse cambiato l’approccio di fondo, si stanno rivelando non solo fondati, ma perfino ottimisti.
Già un anno fa si sapeva
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che i vaccini non avrebbero potuto proteggere al 100% da ospedalizzazioni e decessi.
Già un anno fa si sapeva che non avrebbero potuto bloccare la diffusione del virus.
Già un anno fa moltissimi virologi ed epidemiologi dicevano chiaramente che era inutile puntare a una
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“immunità di gregge” o pensare di “eradicare” il Covid.
Lo scopo dei vaccini doveva essere *ricondurre alla gestibilità sanitaria* la malattia.
Ma l’andazzo era chiaro: chiedevi a quanti morti e ricoveri si sarebbe tornati alla normalità e non ti rispondevano.
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Il primo virus dell’influenza nell’uomo fu isolato nel 1933.
Numerosissimi ceppi, nonostante i vaccini, girano il mondo e variano senza sosta.
Se non si cambia paradigma, staremo per un secolo in balìa di psicopatici che “chiudono tutto” ad ogni variante di Coronavirus.
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Poiché ogni variante è potenzialmente “più pericolosa” o “più contagiosa” della precedente, è teoricamente possibile tenere tutti chiusi e mascherati per anni, decenni, anche senza alcuna soluzione di continuità o con brevissime pause.
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Mi chiedo quanto altro tempo ci vorrà perché si capisca che non è una condizione compatibile con la natura e con la società umana, se non per un periodo di tempo limitato.
Temo che finirà male, perché ormai con milioni di persone sembra impossibile un confronto razionale.
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L’Italia dello statalismo deteriore è trasversale a più partiti.
Uno statalismo che non ha nulla a che vedere con la difesa delle prerogative di uno Stato che assicuri diritti, giustizia, aiuto ai bisognosi, rispetto del lavoro, anche se cerca di presentarsi come tale.
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Lo statalismo italiano è invece una continua creazione di sacche protette da “regole speciali”, privilegi propri, emolumenti extra, tutele ad personam o ad categoriam, nelle quali si entra perlopiù attraverso reti di scambio clientelare.
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Questo modo di vivere, sempre basato su reti di fedeltà personali e su relativi perimetri speciali di condizioni, cioè un modo di vivere feudale e premoderno, è evidentemente quello che piace alla maggioranza degli italiani. E lo dico senza alcuna polemica, è una questione
Il grado di accettazione sociale di lockdown più o meno estesi e severi è proporzionale all’equità che viene garantita nei diritti, nei redditi e nelle opportunità.
Il punto che molti ditini e ditoni alzati non capiscono, o fanno finta di non capire, è questo.
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Da un anno, su un Paese già profondamente diseguale si è abbattuta un’accelerazione drammatica dei processi di precarizzazione e di esclusione economica e sociale, fra posti di lavoro persi, stipendi decurtati, blocco o chiusura delle prospettive,
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con in più il peso psicologico - per tutti - dei confinamenti e delle restrizioni alla socialità (declassata a “questi marmocchi che vogliono fare gli aperitivi”) e agli affetti.
È incredibile il livello di cinismo con cui alcuni di coloro che vivono
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Io ripartirei da un principio semplice: le spese per sussidi, redditi di cittadinanza / inclusione, politiche sociali fatte *a debito* non sono qualcosa di cui vantarsi politicamente. Anche se talora sono necessarie.
Sarà che, avendo una formazione politica da
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“amministratore comunale”, mi è sempre stato chiaro che ogni € messo su una voce di spesa è un € sottratto ad un’altra, che il bilancio a fine anno deve essere in ordine e che ti devi assumere la responsabilità politica di spiegare ai cittadini perché hai messo tot soldi
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sulla voce X e non sulla voce Y. Sono cioè scelte vere, che ti possono costare e che devi valutare con attenzione nell’interesse pubblico.
Invece sul piano statale mi sembra che molti arrivino con l’idea “va beh tanto qua possiamo creare soldi dal nulla, quindi
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