Piccolo thread del lunedì sul rugby femminile italiano. Siamo alla seconda giornata ma già qualcosa di importante si vede all'orizzonte. Nel bene e nel male. È importante fare un'analisi girone per girone, anche per capire le singole realtà e gli sviluppi potenziali
Nel girone 1 la frase giusta è 'Niente di nuovo sul fronte occidentale'. Red Panthers e CUS Torino si confermano sul livello degli anni precedenti: in lotta per essere la quarta forza del campionato, con leggera predominio delle torinesi, ma ancora lontane dal salto di qualità
Le vittorie nette di Colorno e Villorba, su Ferrara e Capitolina, confermano il divario tra le big 3 e il resto del campionato (divario che potenzialmente potrebbe ridursi, riduzione che andrebbe studiata per capire se si alza il livello delle altre o cala quel delle migliori)
Postilla sul Colorno. Migliore in campo Sarah Baraldi, 2001 schierata a 10 al posto di Madia (di solito gioca estremo). Segnatevi il nome perché ha talento da vendere e arriva in Nazionale sicuro, insieme a lei segnarsi anche Noemi Galavotti (come Baraldi 2001 e carpigiana)
Girone 2: anche qua ci sono degli scarti enormi tra i club più quotati e gli altri. Delle nuove solo Parabiago sembra avere risorse tecniche ed economiche per trasformare lo scotto dell'inesperienza in un progetto, vedo male le piemontesi che potrebbero non finire la stagione
Girone 3: qui ci sono due storie da raccontare. La prima è quella della franchigia Calvisano - Mantova. È già competitiva e ha fatto due ottime gare contro Riviera e Verona, le favorite. Sicuramente parte da una base più solida ma che ci fosse questa qualità non era scontato
L'altra è lo Stanghella. Solo un anno fa faceva parlare di sé con il progetto dell'accademia femminile, la prima in Italia. Un progetto avveniristico e di altissimo livello, se fatto con i soldi. Al momento si sta rivelando come una supercazzola
L'accademia non esiste e la prima squadra, già alla seconda partita, non ha i numeri per continuare (alla prima ha perso per mancanza di giocatrici). Il rischio di un ritiro è enorme e rivela mancanze strutturali, oltre alla voglia di correre senza avere le gambe per camminare
Considerando che si tratta di un girone già monco (ritiro del Bologna prima del via) un ulteriore ritiro rappresenta un brutto segnale, un indicatore di un torneo che nella realtà non ha i numeri per reggere tante formazioni
Girone 4. La questione è eminentemente tecnica. Il divario tra le squadre favorite (su tutte le Belve Neroverdi che resistono nel disastro del rugby aquilano) e le altre non accenna a diminuire di anno in anno. C'è soprattutto una partita che lo dimostra: CUS Pisa - Montevirginio
5 - 35 netto per la franchigia laziale, segno che la squadra toscana continua a partecipare senza fare un salto di qualità tecnico. Non è l'unica realtà in questa situazione. Non basta mandare in campo delle persone: conta incanalarle in un percorso tecnico
Poi c'è il caso Frascati. La prima partita l'ha persa schierando una giocatrice oltre il limite dei 42 anni, errore inconcepibile a questo livello. Ieri ha subito 88 punti, moltissimi che possono essere lo scotto iniziale ma anche un segno di non preparazione
Intanto, in queste tre settimane, inizierà anche la Coppa Italia che, a breve, dovrà concludere il suo percorso (almeno nelle intenzioni della FIR). Sarà importante vedere i numeri di squadre iscritte e giocatrici per capire quanto è forte la base del rugby femminile italiano
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Va bene tutto però prima di disquisire sulle dimensioni dei peni parliamo del fatto che Andrew Tate è accusato di cose mostruose, che per molti maschi rappresenta un modello e di com'è difficile costruire un maschile fuori dall'egemone, un accollo tremendo e a volte senza uscita
Parliamo di corpi, di sentimenti, di confidenze, di amore, di fragilità. Parliamo di quanto siamo in bilico tra "se non parli sbagli perché sei anaffettivo" e "se parli sbagli perché sei debole".
Parliamo di lacrime, di grida e di silenzi. Parliamo di persone che vedono dei mostri, perché gente come Tate questo sono, che diventano modelli perché dentro quei mostri non ci sono dubbi. E delle persone in bilico vengono attratte facilmente da quelle "certezze"
15 anni fa la città di Brescia viveva una delle sue pagine più buie. Paolo Scaroni, tifoso del Brescia in trasferta con gli ultras del gruppo Brescia 1911, veniva massacrato di botte dalla celere alla stazione di Verona Porta Nuova.
Gli agenti si accaniscono sul corpo di Paolo per dieci minuti colpendolo in tutte le maniere possibili e lo lasciano lì per terra. Chiamano l'ambulanza in codice giallo, parlando genericamente di 'tifoso ferito'. I medici arrivano e si rendono conto che la situazione è drammatica
Paolo arriva in ospedale e passerà settimane in coma, con gli amici fuori che faranno il tifo per lui perché davanti a cose così chissenefrega del calcio.
Nota a margine, minuscola, sulle palestre. Al netto degli 'ok boomer' da rivolgere a tutti i giornalisti italiani guardate che non c'è solo chi prende le palestre per centri di reclutamento. C'è tutto un mondo che dall'insegnamento di arti marziali costruisce una socialità
E questa socialità non si esprime solo con l'attività sul ring, sul tatami, eccetera. Poi esce da lì e diventa socialità diffusa sul territorio. In questi mesi si sono trasformate in centri per la distribuzione di cibo, DPI, sostegno alle famiglie, eccetera.
Non parliamo di casi isolati ma di un mondo variegato che ha esempi in tutta Italia: dalle grandi città alla piccola provincia. Esperienze che, tra l'altro, con il Covid stanno facendo i conti con la sopravvivenza perché lo sport di contatto non è semplice da praticare.
Parliamo di cose serie. L'altroieri è stato pubblicato il nuovo numero di 'Zarina', newsletter sullo sport femminile. In questo numero Giorgia Bernardini ci parla di Asma Elbadwai, poetessa e cestista sudanese-britannica. Cos'ha di così importante?
Ha combattuto e vinto una partita che, per certi versi, vale di più di una qualunque medaglia: quella che consente alle donne di poter giocare a basket con l'hijab. Una battaglia non solo per sé ma per tutte quelle donne che subivano questa enorme discriminazione.
Non entro nei dettagli (abbonatevi a Zarina e seguitela su Instagram!) vi dico solo che in questo numero c'è tantissimo per ragionare su tante cose, a cominciare dagli stereotipi e dai pregiudizi sul tema 'Donne musulmane e sport'.
Ieri sera ho visto 'Soggetti pericolosi'. Un documentario bellissimo, colmo di passione e di vita anche grazie all'unione degli intenti e dell'energia che lo ha generato
Un documentario auto-prodotto, un percorso che potrà continuare e diventare altre storie. Quello che potete fare è farlo vedere nelle vostre città, contribuire al crowdfunding, comprare le bellissime stampe di ZeroCalcare e seguirne gli sviluppi
Perché 'Soggetti pericolosi' nasce da un processo alle intenzioni. Un attacco a cinque persone che sono andati in Rojava per sostenere la costruzione di un mondo più giusto. Un processo che ha avuto una colpevole e che andrà avanti.
Dopo 5 turni, e in attesa degli ultimi 5, credo di poter fare un bilancio della ripresa della Salernitana e posso dire, con grande tranquillità, che avevo lasciato una squadra modesta e con pochissime idee e l'ho ritrovata esattamente uguale.
Abbiamo affrontato Pisa, Entella, Cremonese, Juve Stabia e Ascoli. Tutte squadre sotto di noi in classifica e abbiamo raccolto 5 punti, obiettivamente una miseria. Siamo ancora ai margini della zona play-off solo perché attorno c'è la stessa modestia tecnica.
Il materiale tecnico è oggettivamente molto limitato, con giocatori mediocrissimi o inadeguati alla categoria per la maggior parte. E poi c'è l'atteggiamento di Ventura che non aiuta. Il mister continua a predicare di un gioco che non c'è e di un carattere della squadra.