Thread by @FabbioSabatini

Vedo che molti sui social usano il bollettino ISS di ieri per sostenere che abbiamo fermato l'economia per nulla, perché non è sul lavoro che avviene il contagio.

Tuttavia le statistiche ISS suggeriscono* l'esatto contrario.

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(*suggeriscono, non "dimostrano". Tra le due parole c'è un abisso).

L'equivoco nasce da una tabella che mostra la distribuzione dei contagi per luogo di contagio su di un campione piccolo e non rappresentativo di infetti: bit.ly/3eR1tUO.

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Solo il 4,4% di loro sembra aver contratto l'infezione sul luogo di lavoro. Da cui l'interpretazione che non sia sul luogo di lavoro che avviene il contagio.

Avremmo potuto evitare di chiudere tutto quindi.

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Per capire l'utilità del lockdown bisognerebbe avere il controfattuale.

Quanti contagi avremmo osservato sui luoghi di lavoro *senza* il lockdown in un campione casuale della popolazione, o dei lavoratori?

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Inoltre, per tale campione dovremmo raccogliere informazioni complete e *prolungate*, per esempio sul distanziamento sociale attuabile sul posto di lavoro, sull'esposizione al contagio implicita in ogni professione, eccetera.

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La tabella invece descrive la percentuale dei contagi presumibilmente avvenuti in determinati ambienti in un piccolo campione *non* casuale di contagiati dal 1 aprile, cioè CON il lockdown.

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Una tabella descrittiva non consente di giungere a conclusioni, ma suggerisce* l'esatto contrario di quel che molti hanno capito:

- Chiudere i luoghi di lavoro ha ridotto i contagi.
- Il social distancing funziona.

(* di nuovo: suggerisce, non dimostra).

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La percentuale di contagi sul luogo di lavoro potrebbe essere modesta proprio perché molti luoghi di lavoro erano chiusi. Nel piccolo campione analizzato dall'ISS, i contagi si sono verificati soprattutto dove non è possibile, o è difficile, effettuare social distancing.

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L'ISS ha descritto con le giuste parole quella tabella: "I dati, benché disponibili per un numero limitato di casi (8% del totale) sono in linea con quanto atteso a seguito delle misure di distanziamento sociale messe in atto a partire dal 9 marzo 2020".

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Come spiega l'ISS, però, il campione è piccolo e orientato. Per esempio (ma è solo un esempio), in Italia i tamponi non si fanno certo a campione. Bensì solo ai malati, per di più coi sintomi più gravi. Questo sbilancia il campione verso le categorie più vulnerabili.

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Per esplorare il ruolo dei luoghi di lavoro nella diffusione del contagio, dovremmo raccogliere informazioni su un campione rappresentativo della popolazione (che comprenda non solo i malati gravi né solo i malati, ma anche i sani), ed effettuare un'analisi econometrica.

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E poi avere un controfattuale. E mettere tutto a disposizione della comunità scientifica, peraltro. Fantascienza, per un paese che sembra basare analisi e decisioni sul Pdf delle 18.

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Ora, è chiaro che il lockdown non può durare in eterno e che il distanziamento sociale da solo non basta. Il lockdown serviva a farci guadagnare tempo per approntare un insieme di misure complementari, tutte necessarie e nessuna sufficiente, per contrastare l'epidemia.

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Tempo che purtroppo abbiamo in larga parte sprecato.

Per esempio, ancora non abbiamo la più pallida idea di quando riapriranno le scuole.

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Il distanziamento sociale è e sarà fondamentale per frenare le nuove ondate, e dovremo imparare a praticarlo anche dopo la riapertura delle scuole e delle attività produttive.

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Dovremo abituarci a una nuova normalità che durerà più a lungo di qualche settimana, o qualche mese. Ma altre misure sono necessarie.

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Post scriptum: il thread si trova srotolato qui facebook.com/fabio.sabatini
Grazie per la pazienza.

Post post scriptum: nel tweet numero 2 c'è un refuso: è "distribuzione dei luoghi di contagio per un campione di infetti".