Thread | Provo a dare un altro punto di vista ancora sul tema statue.Quello che comunemente derubrichiamo come razzismo e maschilismo ha molte facce. Non ha solo la faccia di quello che spara ai neri o ammazza la moglie perché lei vuole lasciarlo (il delitto d'onore in Italia 1/x
in sostanza esiste ancora solo che la legge non lo tollera più, ma è ancora culturalmente vivo: “lei non può lasciarmi, come osa!”), ma anche quello di chi in fondo pensa che un cameriere nero fa un po' schifo, una donna vestita da maschio anche e quindi finisce che magari
per quell'annuncio di lavoro che hai messo ci sta meglio o una figa bionda o un bel ragazzotto bianco. questa roba è profonda, radicatissima, se scavate bene la trovare anche dentro di voi. Io in me la trovo.
E' difficilissimo sradicare il modo di fare branco dei maschi sul lavoro. E per assurdo, agli inizi della mia carriera, io mi sono sentita aiutata dal mio essere lesbica maschiaccio, perché loro mi hanno trattato come una di loro, non come una a cui guardare il culo,
ma una con cui guardare il culo delle donne facendo battute. volendo o non volendo sono cresciuta con degli stereotipi che anche se non erano della mia famiglia erano diffusi nel mondo in cui ho vissuto. Ho amici italiani di genitori afrodiscendenti che
NON possono entrare in un negozio senza sentirsi a disagio o salire in metro senza vedere qualcuno che si stringe la borsa anche se sono plurilaureati e manager di multinazionali. La foto del mio matrimonio in cui io invece di un abito bianco ho un vestito blu giacca e pantaloni
e camicia bianca (senza cravatta eh) fa storcere la bocca ad un sacco di gente perché viola i canoni estetici a cui una donna dovrebbe piegarsi il giorno del proprio matrimonio. Peggio nel mio caso qualcuno pensa anche che in fondo sono un maschio mancato come se la mia identità
di genere avesse a che fare con il mio orientamento sessuale. Fa niente se è pieno di lesbiche maschiaccio che hanno figli e sono orgogliose del loro utero e del loro essere profondamente donne. E tutto questo purtroppo è figlio di simboli, di immagini sopratutto visive, di cose
che hanno a che fare con l'estetica, coi corpi. Per assurdo le statue sono i simboli stessi di quei corpi e - vi prego credetemi - non voglio abbatterle, ma capisco chi vuole farlo. Perché sono la ripetizione e ripercussione continua di quella negazione che hanno a che fare
con l'estetica, coi corpi. Per assurdo le statue sono i simboli stessi di quei corpi e - vi prego credetemi - non voglio abbatterle, ma capisco chi vuole farlo. Perché sono la ripetizione e ripercussione continua di quella negazione. Sono il messaggio continuo, onnipresente che
il potere è stato questo, ma in fondo lo è ancora. Il corpo nero, il corpo delle donne, il corpo omosessuale, se ci pensate persino il corpo ebreo è stato più volte definito come brutto e da qui il corpo così importante nei totalitarismi di destra
(e non solo, anche i paesi comunisti su questo non hanno scherzato): bianco, bello, magro, biondo, eterosessuale. Vogliamo parlare di Alan Turing accanto (sto dicendo accanto! e finalmente lo facciamo) a Churchill per esempio? Quel corpo adesso sembra appiccicato alla storia per
farci contenti. E quante altre storie rimosse? quante scoperte fatte da donne poi rimosse o rivendicate da uomini? chissà quanti libri leggiamo scritti da uomini e invece no e chissà che fatica quelle donne in quelle epoche a scriverli in quel contesto. le Statue oggi celebrano
il potere, la banalità del fatto che siamo stati governati per milioni di anni da chi era più forte, da chi ce lo aveva più lungo, da chi era più scaltro. Il progresso? Che sia eternamente lodato anche se sappiamo quanto di questo progresso è stato prodotto per farsi la guerra,
per aumentare le produzioni. Incluse le condizioni di vita. LO rimpiango? MI fa schifo? Oh no. Sono della scuola di Tucidite: è la storia, baby. Ma la storia oggi è anche questa. Quel progresso ha generato consapevolezza.
E non si può tornare indietro e ricacciare quella consapevolezza nella caverna. Ecco. #BLACK_LIVES_MATTER #pridemonth #mannel #tuttimaschi #metoo
