, 17 tweets, 6 min read
My Authors
Read all threads
"Una statua. Mi hanno dedicato una statua al Greenwich Village di New York. È stata collocata esattamente in fondo alla strada dove si trova quel famoso bar. Chi sono e perché quella statua in mio onore nei pressi di un bar? Una lunga storia.” #PRIDE2020 bit.ly/johannesbuckler
Sono nata a New York il 2 luglio 1951. E a chi ha origini portoricane e venezuelane può capitare di nascere in un taxi di fronte al Lincoln Hospital. Ma gli può capitare anche di peggio. Per esempio, essere abbandonato dal padre, appena nato. Josè Rivera, credo si chiamasse.
«Però almeno una mamma l’avevi.»
Insomma. Solo fino a tre anni, quando si suicidò lasciandomi sola con la nonna.
Lo so. Avevo almeno una nonna. Ma non per molto. Quando si accorse dei miei modi femminili mi gettò in strada. Avevo solo 11 anni.
E così iniziai a vivere per strada. Crescendo, entrai in contatto con la comunità di drag queen della mia città. Una città dove le persone come noi non potevano certo esprimere le loro idee. Né per strada, né sul lavoro e per la maggior parte neanche in casa propria.
A New York esistevano però alcuni bar frequentati da omosessuali e transgender. La polizia era solita entrare giornalmente minacciando e “arrestando chi si baciava o si teneva per mano". O chi indossava abiti non conformi al proprio genere sessuale.
All’inizio vi ho detto che mi hanno dedicato una statua al Greenwich Village di New York nei pressi di un bar. Quello che ancora non vi ho detto è che io mi chiamo #SylviaRivera, e sono transgender. Il bar in questione? Lo Stonewall Inn. Quella che in fondo era la mia vera casa.
Oggi, #27giugno 2020, ricorre il 51° anniversario di quello che avvenne quel nel 1969 proprio allo Stonewall Inn. Una vera rivolta contro la polizia, annoverata come l’inizio del movimento di liberazione omosessuale.
Vi hanno raccontato che fui io, stanca dalle vessazioni da parte delle forze dell’ordine, a iniziare la rivolta scagliando una bottiglia contro un agente. Effettivamente, essere pungolati da un manganello della polizia non era certo il massimo.
Sinceramente non ricordo se lanciai una bottiglia o una scarpa col tacco, quando quei nove agenti fecero irruzione nello Stonewall Inn arrestando chiunque non indossasse vestiti considerati «adatti al genere». Ma qualcosa lanciai sicuramente.
Troppe le continue richieste di soldi da parte della polizia. Volevano essere pagati altrimenti ci avrebbero arrestato. Non solo. Minacciavano “di rendere noti tutti i nomi dei clienti". Clienti che invece gradivano mantenere l’anonimato.
Con me, a guidare quella rivolta c’era Marsha P. Johnson. La statua è dedicata anche a lei. Quella sera successe il finimondo. Molti clienti dello Stonewall lanciarono contro la polizia bottiglie e altri oggetti fino a quando le tensioni non si trasferirono in strada.
Nella prima notte vennero arrestate tredici persone. Ma la protesta continuò nei giorni seguenti. Ormai eravamo esasperati, noi della comunità LGBT, per come venivamo trattati.”

John D’Emilio definì quei giorni «la caduta della forcina che si udì in tutto il mondo».
«I moti di Stonewall.» Una vera rivolta tra i gruppi di omosessuali e la polizia di New York. In seguito io e Marsha P. Johnson fondammo l’organizzazione STAR (Street Transvestite Action Revolutionaries), un gruppo volto ad aiutare giovani drag queen senzatetto.
Sono morta a New York il 19 febbraio 2002 al St. Vincent’s Manhattan Hospital per un tumore al fegato.
L’ultima domenica ero collegata a una pompa di morfina. Circondata da attivisti gay venuti a chiedermi consigli, passai la notte a “rimproverarli”. Per poi morire. A 50 anni.
Vi garantisco che la mia non è stata un’esistenza facile. È vero, come è vero che ho tentato in svariate occasioni di togliermi la vita, una volta persino camminando sul fiume Hudson. Ero stanca di essere discriminata, offesa, definita «la feccia dell’umanità».
Lo sapete. I diritti non si ottengono da un giorno all’altro, si tratta di processi lunghi, che a volte durano decenni. Quanto tempo serve per perderli? Poco, a volte pochissimo.

State attenti, e difendete i diritti di tutti."
Nel giorno del #WorldPride2020, la storia di #SylviaRivera, tratta da "Non esistono piccole storie", di @JohannesBuckler.

Puoi acquistarlo sul nostro sito. bit.ly/johannesbuckler
Missing some Tweet in this thread? You can try to force a refresh.

Keep Current with People

Profile picture

Stay in touch and get notified when new unrolls are available from this author!

Read all threads

This Thread may be Removed Anytime!

Twitter may remove this content at anytime, convert it as a PDF, save and print for later use!

Try unrolling a thread yourself!

how to unroll video

1) Follow Thread Reader App on Twitter so you can easily mention us!

2) Go to a Twitter thread (series of Tweets by the same owner) and mention us with a keyword "unroll" @threadreaderapp unroll

You can practice here first or read more on our help page!

Follow Us on Twitter!

Did Thread Reader help you today?

Support us! We are indie developers!


This site is made by just two indie developers on a laptop doing marketing, support and development! Read more about the story.

Become a Premium Member ($3.00/month or $30.00/year) and get exclusive features!

Become Premium

Too expensive? Make a small donation by buying us coffee ($5) or help with server cost ($10)

Donate via Paypal Become our Patreon

Thank you for your support!