In finale contro la juve o in UCL contro il Liverpool tutti riescono a trovare motivazioni.
Queste sono quelle che io definisco: “partite automotivanti”
Quelle in cui anche un gattino arruffato si trasforma in un leone.
Quelle dell’ultima spiaggia
Quelle in cui le motivazioni dipendono da fattori esterni.
Il difficile, ed è lì che si vede la tempra dei giocatori, è trovare le motivazioni, dentro se stessi, quando si gioca con le piccole squadre: è lì che si vede il campione vero.
Anzi l’uomo che
E si torna al principio...
A coloro, che in malafede o da autentici incompetenti, disquisivano de “il pensionato” o del “calcio liquido”
Di coloro che, in una narrazione funzionale alla
Invece di focalizzarsi sul fatto che questa è una squadra con pochi attributi
Tutti ottimi calciatori, per carità,
Ma
E torniamo al principio....
con poco carattere.
Perchè nei piedi puoi avere tutta la tecnica del mondo, se non hai testa e cuore è fine a se stessa.
Si trasforma nel
Insomma dove sono in questa rosa i Cannavaro, Aronica, Campagnaro, Reina, Hamsik Montervino o Grava?
Chi i deputati ad essere I trascinatori morali del gruppo?
Quali i veri leader?
E non mi dite: Eh ma con Sarri peró...
Con Sarri c’erano
Ma soprattutto si muovevano in uno spartito rigido, erano solo gli esecutori di un sistema che da un lato ne esaltava le qualità dall’altro annichiliva le responsabilità individuali
Si perché esaurita la spinta motivazionale del “sergente di ferro”, sempre sia lodato, si rivedono gli stessi spettri di quando c’era il “buon padre di famiglia”
In conclusione, questa rosa non ha tanto bisogno di campioni, ma di leader