Thread by @JohannesBuckler

Cosa poteva rianimarmi quando ero stanca? Diciamo una lunga sfilza di numeri.
E quando sentii la voce di Dio, decidendo di aiutare per il resto della vita i poveri e gli ammalati, capii qual era la chiave che ci permette di interpretare i suoi pensieri.

Mi chiamo Florence Nightingale.
Florence, perché sono nata il 12 maggio 1820 a Firenze, precisamente a Villa Colombaia, vicino a Porta Romana. L’anno prima era nata a Napoli mia sorella Frances Parthenope. Parthenope, in ricordo del nome antico di Napoli.

Perché eravamo nate in Italia?
Perché i nostri genitori erano benestanti e avevano fatto una luna di miele durata due anni. Ed eravamo nate noi.
Fu a 17 anni che sentii la prima volta la voce di Dio. Non capivo. Mi voleva al suo servizio, ma non capivo in che modo.

Avevo 25 anni quando cominciai a visitare i malati nei paesi vicino e negli ospedali.
Papà non era d’accordo. Mamma ancora meno. Diceva che era sconveniente, per una come me, fare l’infermiera.
Le donne di un certo livello erano destinate da sempre a essere madri e mogli.

Mi piaceva la matematica. Da autodidatta. Quella cosa spaventò mio padre che considerava quella materia poco adatta ad una donna. Un’infermiera appassionata di matematica. Fu durante il corso di infermiera che misi in pratica per la prima volta quello che avevo imparato.

Accadde a Kaiserswerth, Germania, dove conobbi il reverendo Theodore Fliedner e il suo ospedale durante il corso di infermiera. Analizzai tutti i dati e misi in relazione la malattia con fattori quali l’età, il sesso e la povertà.Diventata infermiera, decisi di non tornare a casa

Ormai era certa di cosa avrei fatto nella vita. Aiutare la gente povera e ammalata.
Nel 1853 scoppiò la guerra fra Inghilterra, Francia e Turchia contro la Russia; la cosiddetta Guerra di Crimea.
Tanti, tantissimi i feriti. Non esitai.

Il 21 ottobre 1854 partii per la Turchia con altre 38 infermiere che io stessa avevo formato giungendo a Scutari, la base che stava subendo le maggiori perdite.Fu nell’ospedale militare allestito nella caserma "Selimiye" che venni a conoscenza delle pessime condizioni di soccorso

Le autorità ne erano indifferenti.
Mi ci volle poco per scoprire che le morti dovute a malattia (per medicine insufficienti, cucine non attrezzate, carenze sistema fognario, mancanza di ventilazione e scarsa igiene) erano sette volte superiori a quelle procurate in battaglia.

Mentre mi adoperavo per aiutare economicamente i soldati, a spedire pacchi a casa, a scrivere lettere sviluppai un grafico per dimostrare quello che avevo scoperto.
Per dimostrare visivamente quei concetti che non sarei riuscita a trasmettere a orecchi che non volevano intendere

Avevo mille pagine di dati.
Misi tutto in un “Coxcomb graph”.
“La statistica era la chiave che mi permetteva di interpretare i pensieri di Dio” ricordate?
Negli anni seguenti, dopo i miei interventi, a Scutari la mortalità scese dal 42 al 2%.

Mi chiamavano “la signora della lampada” perché di notte passavo nelle camerate ad assistere i pazienti facendosi luce con una lampada. Rientrata in Inghilterra lavorai e continuai a calcolare il tasso di mortalità nell’esercito anche in tempo di pace.

Era una cosa assurda. Tutti quei morti.
Scrissi persino a sir John McNeill, ma fu lei a darmi tutto il suo appoggio. Conosceva i miei risultati a Scutari e aveva a cuore la salute dei suoi soldati. Lei, la Regina Vittoria.

Obbligò il ministro della guerra a darmi ascolto. Quando ministri o capi dell’esercito mi mettevano i bastoni tra le ruote, io scrivevo a lei. E tutto si aggiustava.
Dimostrai statisticamente persino le conseguenze demografiche e l’assurdità di spostare l’ospedale St. Tomas.

La commissione del 1863 accettò la maggior parte delle mie raccomandazioni e il tasso di mortalità scese del 75%.
In un Congresso Internazionale di Statistica proposi un metodo di raccolta dati negli ospedali civili.

Sono stata la prima donna ad essere eletta membro della Società di Statistica (poi diventata Reale) e in seguito, membro onorario della American Statistical Association. Il mio libro “Notes on Nursing” è ancora oggi considerato una base per coloro vogliono diventare infermieri/e

Florence Nightingale è morta nell'agosto 1910 nel suo appartamento londinese.
I suoi parenti, forse per sua stessa volontà, hanno rifiutato la sepoltura nell'Abbazia di Westminster, come proposto dal Governo.
E’ sepolta a East Wellow, nello Hampshire.

Per Florence la statistica era la chiave che le permetteva di interpretare i pensieri di Dio. Ora. Per evitare che qualche esperto di statistica si monti la testa, e solo per questo vi garantisco, vi devo dire che anche Florence prese un abbaglio.

Esattamente quando analizzò le epidemie di colera del diciannovesimo secolo arrivando alla conclusione che la causa fosse l’aria inquinata e non l’acqua infetta.
Non sempre ci si azzecca, insomma.
Incredibile a dirsi, anche i migliori a volte possono sbagliare.

Bando ai sorrisi.
Vi ricordo che il 12 maggio, anniversario della nascita di Florence Nightingale fondatrice della moderna assistenza infermieristica, è stata scelta nel 1974 come giornata internazionale dell'infermiere.
Un giorno che quest’anno non hanno potuto festeggiare.