Stasera l'#Atalanta torna a disputare un quarto di finale europeo a Lisbona a 32 anni di distanza dalla prima volta, il 16 marzo 1988, allora in casa dello Sporting. Anche quella volta, come vedete, c'era un Icardi in campo.
Ma vediamoli uno per uno. Numero 1: Ottorino PIOTTI da Gallarate, 33 anni, portiere della disgraziata seconda retrocessione in B del Milan nell'81-82, ultimo essere umano di nome Ottorino ad aver mai giocato in serie A.
Numero 2: Andrea SALVADORI da Empoli, 26 anni, l'unico di cui non esiste figurina con la maglia dell'Atalanta (in prestito, tornò a Empoli la stagione successiva).
Numero 3: Costanzo BARCELLA da Seriate, 33 anni, che in realtà - fa notare Wikipedia - si chiamava Costanzio! Classico prodotto del vivaio atalantino che evolveva in squadre della provincia dai nomi leggendari come la Virescit Boccaleone.
Numero 4: Daniele FORTUNATO da Samarate, 25 anni, bel centrocampista che due anni dopo fu comprato dalla Juventus, dove però non riuscì a imporsi, rassegnandosi a seguire le orme del suo mentore Mondonico.
Numero 5: Domenico PROGNA da San Donato di Lecce, 24 anni, compaesano di Pasquale Bruno e non meno tignoso, faceva parte della leva salentina anni '80 di difensori rocciosi e irriducibili (con loro anche Sergio Brio).
Numero 6: Walter BONACINA da Bergamo, 23 anni, mediano e bandiera atalantina per oltre un decennio con in mezzo un'incongrua parentesi alla Roma dal 1991 al 1994, dove sarà preso a esempio per anni di calcio non propriamente stellare da parte della formazione giallorossa.
Numero 7: Gianmario CONSONNI da Dalmine, 22 anni, meteora della storia atalantina: a Lisbona sostituiva e indossava la maglia dell'infortunato e intoccabile Glenn Peter Stromberg.
Numero 8: Eligio NICOLINI da Omegna, 27 anni, uno dei tanti giocatori anni '80 dal nome e cognome uscito dai Promessi Sposi. Mezzala tecnica che trovò la sua dimensione nell'operosa provincia lombarda, tra Bergamo e Cremona.
Numero 9: Aldo CANTARUTTI da Manzano, 30 anni, nome e cognome parimenti mitologico, che quella notte a Lisbona sostituiva l'indisponibile Oliviero "bomber vero" Garlini. Uno degli eroi della cavalcata atalantina fino alla semifinale col Malines.
Gli appassionati di cinema ricorderanno Cantarutti anche come l'uomo che fa fare 13 a Lino Banfi in "Al bar dello sport", segnando al 90' il gol della vittoria del Catania in casa della Juventus.
Numero 10: Andrea ICARDI da Milano, 25 anni, ricciolone senza particolari guizzi che farà gol in un derby di Milano di Coppa Italia prima del più noto Maurito, prima di non lasciare ulteriori tracce nelle sue evoluzioni in provincia.
Numero 11: Ivano BONETTI da Brescia, 23 anni, acquistato dalla Juventus dove aveva vinto l'Intercontinentale, una solida carriera in serie A prima di diventare uno dei primi giocatori (nel 1995) a tentare l'avventura in Inghilterra accasandosi al modesto Grimsby Town.
Sporting-Atalanta del 16 marzo 1988 finì 1-1 e l'Atalanta si qualificò in semifinale in virtù del 2-0 di due settimane prima. Il gol della tranquillità fu segnato, nel più classico dei contropiedi di Mondonico, proprio da Aldone Cantarutti.
• • •
Missing some Tweet in this thread? You can try to
force a refresh
Che succede? Che si avvicina #Sanremo2024 e allora, come ogni anno, il consueto MEGA-THREAD sanremese con la top 30 delle mie canzoni preferite dei Festival di cui ho memoria (quindi, a spanne, dal 1989 a oggi).
30) "Cosa resterà (degli anni '80)" (Raf, 1989). "Anni ballando ballando/Reagan Gorbaciov", nove mesi prima della caduta del Muro. La giacca rossa di Raf a Sanremo 1989 è uno dei miei primi ricordi in assoluto, non solo in tv, insieme ai testi del Festival su Sorrisi & Canzoni.
29) "Lasciarsi un giorno a Roma" (Niccolò Fabi, 1998). "Il pavimento/del paradiso sei per me". L'energia del romano Niccolò Fabi, indie prima che il termine non esistesse ancora, vestito come uno studente di liceo invitato a un compleanno.
Stasera a Celtic Park l'Atletico Madrid indosserà una divisa speciale, maglia rossa e calzoncini blu, per celebrare Celtic-Atletico 0-0, semifinale d'andata di CoppaCampioni 1973-74: la dimostrazione che il calcio "di una volta" non era così bello come lo si dipinge oggi.
⬇️⬇️
A riassumere le scorrettezze di quella partita basterebbe il tabellino: tredici cartellini estratti dall'arbitro turco Babacan, dodici dei quali ai danni dell'Atletico. Ma le immagini televisive renderanno ancora meglio la brutalità di Celtic-Atletico 1974.
L'Atletico era allenato dall'argentino Juan Carlos Lorenzo, ex tecnico della Lazio (dove sarebbe tornato negli anni 80) e santone del calcio sudamericano: per esempio, era il ct dell'Argentina che ai Mondiali 1966 aveva scioccato l'Europa per lo stile di gioco "machiavellico".
6 anni dopo aver spedito in rete un pallone che gli era valso il Premio Puskas, Olivier #Giroud ha cambiato consonante e ha soffiato palla a Puscas. Viaggio nel pazzo mondo dei portieri casuali di Serie A, a cominciare dall'unica volta che era capitata al Milan... 100 anni fa!
⬇️
Accadde 100 anni fa, il 4 novembre 1923: un Milan-Pro Vercelli 1-3 in cui il portiere Midali fu espulso al 72' per "un atto di giustizia sommaria" secondo la Gazzetta. Le sostituzioni non esistevano: in porta andò il difensore Rinaldo Bronzini, che riuscì a non prendere gol.
Singolare quel che accadde in Milan-Bologna del 28 febbraio 1982, quando Rosario Lo Bello (non ancora famigerato presso i milanisti) espulse Piotti per una scaramuccia con Franco Colomba, ma con democristiana prontezza fischiò la fine della partita subito dopo.
"Nervi saldi, cervello fresco e grandi gambe". 25 anni fa, il #27luglio 1998, sul Col du Galibier, il tormento e l'estasi di Marco Pantani (anzi PAN-TA-NI, come scandiva immancabilmente Adriano De Zan): chi c'era, non potrà mai dimenticare.
Partito con un ritardo di 3'01" dalla maglia gialla Ullrich, a 47 km dal traguardo Pantani inizia a "sentire le voci", come ha scritto quella mattina Gianni Mura su Repubblica. Prende atto che Ullrich non lo segue, aspetta per un po' Leblanc ma poi molla anche lui al suo destino.
La Grenoble-Les Deux Alpes diventa presto un calvario per Ullrich, che ancora arranca sul Galibier quando Pantani ha già scollinato ed è in discesa - con un unico brivido quando pensiamo che sia caduto ancora, e invece sta solo indossando la mantellina offerta da Orlando Maini.
Un anno ai Giochi di Parigi che inizieranno il #26luglio 2024. E allora THREAD ispirazionale con i 30 momenti olimpici più belli della nostra vita (o perlomeno da Seul 1988 in poi). Bonus track: l'ultimo dei tre podi tricolore della storia, conquistato dalle fiorettiste a Londra.
30) Nell'inferno di Sant Sadurnì d'Anoia lo sprint di Fabio Casartelli sull'olandese Dekker e il lettone Ozols a Barcellona 1992, nell'ultima edizione olimpica in cui il ciclismo era ancora limitato ai dilettanti.
29) Atene 2004, l'unico oro femminile conquistato negli sport di squadra: il Setterosa di Pierluigi Formiconi, Melania Grego, Tania Di Mario, che risale dalla buca di un -2 nei supplementari contro le padrone di casa, com'era riuscito ai maschi dodici anni prima.
25 anni fa, il #30giugno 1998, andò in scena una delle più grandi partite della storia dei Mondiali e contemporaneamente uno dei momenti più tragici della storia del giornalismo sportivo, per giunta sulla BBC, ad opera di Brian Moore e Kevin Keegan. Ma andiamo con ordine.
La partita in questione è Argentina-Inghilterra, ottavi Francia 1998, stadio Geoffroy-Guichard di Saint Etienne. Una partita che vive di momenti di grande cult, come il celebre assolo del Wonder Boy Michael Owen che, nell'estasi del momento, a molti inglesi ricordò Maradona.
L'Argentina arpiona il pareggio a fine primo tempo con questo geniale schema su calcio piazzato dal limite: tutti si aspettano la parabola di Veron o la stangata di Batistuta, invece...