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Comunità bisognosa di pace.
Stiamo vivendo uno dei periodi più brutti della nostra storia.
Di certo il più brutto da che ho memoria delle vicende, alcune terribili, che hanno riguardato l'Italia.
Aggrediti da un virus.
E chi mai avrebbe potuto pensarlo?
Morti, a migliaia, da 1/25
soli, nel terrore di qualcosa di ignoto, che piano piano ti mangia l'aria, privi di ogni conforto, tranne quello degli umili fanti, avanguardia nella più lunga trincea che battaglia abbia mai conosciuto, rabberciati e logori anch'essi.
Senza corazze, senza altre armi, se non 2/25
la professionalità, l'umana pietà e le proprie mani.
Altrettanto confusi, incalzati a ondate infinite, dalla violenza invisibile e dalla disperazione. Consapevoli del ruolo, che una sorte spietata ha improvvisamente deciso di assegnargli.
Anche loro, alla fine, versando un 3/25
tremendo tributo in termini di vite umane. Il peggiore di sempre, in tempo di pace.
Già, che parola desueta è diventata questa.
Pace. Cosa vi evoca?
Quiete, tranquillità, serenità d'animo...
Non trovate che suoni dolce alle orecchie e al cuore?
E che conseguenze porta, in 4/25
una società?
Tempo per pensare, approfondire, capacità di discutere proficuamente, raggiungere compromessi, risolvere problemi, lavorando fianco a fianco, nel comune interesse.
Perché, quindi, c'è qualcuno che ha interessi contrari?
Chi è che si avvantaggia nel diffondere il 5/25
caos e soprattutto, perché?
Come si possono aizzare gli animi, usando argomenti capaci di mettere in pericolo la salute dell'intera nazione? E come si trae avvantaggio da questo?
Costoro, durante il lockdown, hanno potuto osservare, per la prima volta, che quello italiano, è 6/25
un popolo, ancora capace di fare fronte comune, contro un ostacolo enorme, un sordido mietitore di anime, silenzioso e spietato, capace di spezzare ben oltre 35000 vite, famiglie, storie. Ok direte, la paura ha avuto il suo ruolo ed ha contribuito a dare una certa motivazione7/25
Vero, come è vero, che a milioni abbiamo rifiutato di soccombere alla paura e a modo nostro, abbiamo disperatamente cercato di restare comunità, di manifestare la nostra voglia di esserlo ancora, alla faccia del Covid.
Ricordate quante iniziative per superare l'isolamento ci 8/25
furono, in quei tre mesi?
Quante idee sono state condivise e quante lacrime versate insieme, alla vista di immagini orrende o ascoltando i racconti del personale sanitario o di singoli cittadini, travolti da questa malattia terribile? I canti sui balconi, le ricette per fare 9/25
il pane, la pizza o le torte in casa, le iniziative creative o artistiche, per alleviare una sofferenza palese. Le idee scambiate per coinvolgere i bambini, cercando di alleviargli lo stress. Ci si preoccupava degli anziani e di chi era costretto ad andare al lavoro. Nella 10/25
difficoltà e nell'isolamento è venuta fuori tutta la nostra capacità e voglia di aggregazione, oltre ad un senso civico mai visto prima. Ligi nelle file, rispettosi delle regole, seri e determinati a porre un freno ai contagi.
E sapete qual è il bello?
Che ci siamo riusciti,11/25
abbiamo ascoltato i consigli degli esperti, degli studiosi della materia, a cui abbiamo affidato la nostra vita e quella dei nostri cari. Topi di laboratorio, chini da anni su testi, per noi, più o meno incomprensibili, scienziati rispettati in tutto il mondo, di cui mai 12/25
avremmo saputo l'esistenza, ci hanno saputo spiegare le strategie e i metodi di contenimento. Ci siamo fatti umili, riconoscendo le loro capacità, li abbiamo ascoltati.
Abbiamo fatto la cosa migliore possibile.
Tanti, piccoli e indifesi, trasformati in un baluardo, una diga,13/25
ad arginare un mostro.
La nostra forza? Aver riscoperto il senso di comunità, quell'unione capace di produrre una forza inarrestabile.
Così grande che spaventa, perché ingestibile.
Intanto, passato il periodo critico, la comunità ha cominciato a fare le sue valutazioni su i 14/25
danni subiti, i progressi, gli errori e ha preso coscienza di alcune azioni, che definire criminali è un banale eufemismo. Scoprendo che mentre i più, lottavano e si impegnavano per tutelare la salute dei più fragili e indifesi, altri, pochi in verità, ma potenti, di quelle 15/25
fragilità facevano mercimonio, in totale spregio della vita delle persone. L'ondata di piena dell'indignazione popolare, scuoteva, spontanea, l'intero stivale. Il Paese dopo anni mostrava la sua coscienza offesa, senza che a muoverla ci fosse alcuna manovra propagandistica 16/25
Una cosa terribilmente pericolosa, specie per chi da sempre, cerca di far leva sul fantasma della paura, per raggiungere le proprie mire politiche. Urgeva un rimedio, bisognava porre immediatamente un freno a questa presa di coscienza collettiva, arginare le conseguenze che 17/25
avrebbe provocato.
Fedeli ai più antichi insegnamenti sul controllo delle masse, ricorrono al più famoso ed efficace di tutti: "Divide et impera", la comunità unita, è troppo pericolosa, disgreghiamola!
Detto, fatto. Dopo mesi di tensione e paure, far leva sulla voglia di 18/25
dimenticare tutto e di riprendere una vita normale, è un gioco da ragazzi. Dichiarare la fine dell'emergenza e l'inutilità dei presidi individuali di sicurezza, appare piuttosto facile. Rifiutandoli, si nega la pericolosità del virus. Politici di rilievo, i primi a dare 19/25
l'esempio, a piccoli passi, iniziano ad instillare il dubbio. La macchia della propaganda, viene attivata, assieme a stuoli di accoliti, creando ad arte qualcosa che, solo poche settimane prima, sarebbe stato impensabile, un movimento negazionista del Covid. Trovata geniale 20/25
quanto tossica. Geniale, dal loro punto di vista, perché memori delle ferite ancora sanguinanti, i cittadini di buon senso, hanno ovviamente cercato di contrastarne la narrazione, mentre dalla parte opposta, queste prese di posizione, hanno inasprito lo scontro. Tossica per 21/25
la spregiudicatezza, con la quale si sta rischiando di mettere di nuovo in pericolo, la salute e le vite altrui.
Ma la cosa più grave, è la negazione del valore della scienza, il ribaltamento della storia, quelli che ci hanno permesso di contenere i danni e di riavvicinarsi 22/25
con fatica ad una certa normalità, ora vengono additati come responsabili di aver limitato la nostra libertà e quelli, un tempo eroi applauditi al loro passaggio, complici, in un delirio narrativo indegno di un paese civile. Improvvisamente, quella pace così vicina, è stata 23/25
soppiantata dagli scontri ideologici, a vantaggio di chi avrebbe dovuto rispondere delle sciagure provocate dall'ingorda mancanza di scrupoli.
Ne usciremo migliori si diceva in quei giorni, quando il trasporto emotivo giocava a nostro favore ed invece stiamo precipitando in 24/25
un baratro di cui non si vede la fine e mentre si allontana la pace, i contagi recuperano quel terreno che tanto faticosamente avevamo sottratto al virus.Divide et impera, perché da soli siamo più vulnerabili, ci viene meno quella forza salvifica e sulla diga si aprono crepe25/25
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