La condizione delle donne della working class nera, ispanica e nativa negli USA è un problema sociale enorme. Queste persone, milioni, vivono sulla propria pelle tutte le maggiori contraddizioni del capitalismo nella sua forma più compiuta ed estrema.
Storicamente la base della variante intersezionale del femminismo è l'affermazione che le donne nere subiscano non un'oppressione doppia (questo è ovvio), bensì una discriminazione specifica che è maggiore della somma delle due oppressioni di genere e di razza. Ma è vero?
Il tema del divario di genere nel reddito mi ha sempre appassionato perché credo che sia una questione decisiva per unificare la classe operaia. Ne ho parlato in un libro e in un videogioco che ho fatto oltre che in molti tweet e assemblee. I dati sono preoccupanti ed eloquenti.
Negli USA (ma ovunque), le donne guadagnano meno degli uomini e i neri guadagnano meno dei bianchi. Certamente le donne nere guadagnano meno sia degli uomini neri sia delle donne bianche, ma non è questo il punto delle teorie intersezionali: il punto è *quanto meno*.
Il reddito mediano dei lavoratori USA a tempo pieno indica un divario del 18% tra uomini e donne e del 24% tra uomini bianchi e uomini neri. Tra uomini bianchi e donne nere il divario è del 30%: mostruoso.
Se l'oppressione fosse intersezionale (combinata e non sommata) il divario tra uomini bianchi e donne nere dovrebbe essere superiore al 38%. Siccome invece è al 30%, le lavoratrici nere subiscono un'oppressione più simile a una somma che a una moltiplicazione. 
(Fonte: inequality.org/facts/racial-i…)
Le donne però sono discriminate economicamente anche per il numero di ore di lavoro retribuito. Questa discriminazione colpisce anche i maschi neri negli USA, ma siccome le bianche e le nere lavorano la stessa quantità di ore, anche qui quindi niente intersezionalità.
(Fonte: epi.org/publication/tr…)
Un altro modo per valutare la discriminazione è confrontare i salari orari mediani, ignorando se full- o part-time. Il divario tra uomini bianchi e donne nere è del 38%, il doppio che per le donne bianche. Forse questo è intersezionale?
No, non è intersezionale neanche il divario salariale orario. Infatti l'effetto della discriminazione razziale su tale valore è del 29% per gli uomini neri, le nere stanno peggio dei neri ma non così peggio quanto previsto dall'intersezionalismo. (Fonte: pewresearch.org/fact-tank/2016…)
Il tasso di occupazione varia tra i generi e le razze negli USA, causando ingiustizie. Le donne nere, tuttavia, hanno un tasso più alto delle donne bianche, quindi senz'altro qui non c'è un effetto di intersezionalità. Le disoccupate nere, inoltre, sono meno dei disoccupati neri.
(Fonte: bls.gov/opub/reports/r…)
Conclusione: per quanto riguarda i divari statistici sulle condizioni di lavoro negli USA, le oppressioni di genere e di razza si sommano, creando una condizione atroce per le donne nere (e ispaniche ecc.), ma di norma non si combinano in modo intersezionale.
Questo significa che non esistono casi in cui le due oppressioni si combinano invece che sommarsi? No, può essere eccome che accada: fuori dal mercato del lavoro oppure in singoli posti di lavoro (come nel famoso caso Degraffenreid vs General Motors). Di norma però non è così.
Questo significa che le teorie che definisco intersezionaliste, cioè che costruiscono un'ideologia peculiare su questi elementi, siano sbagliate? Secondo me sì ma si può senz'altro sostenere che quelle basi storiche siano sbagliate ma altre conclusioni siano giuste.
Questo significa che chi usa le categorie intersezionali è un nemico del popolo? No, sono cosciente che molte persone semplicemente le usano per dire che sono simultaneamente contro il razzismo e il sessismo. In questo senso generico, ovviamente sono d'accordo.
Questo significa che non esiste un privilegio delle donne lavoratrici bianche? Nì: esiste ma non è così rilevante e secondo me trattare da privilegiate alcune donne della classe operaia è una cattiva idea sia teoricamente sia tatticamente.
Questo significa che le donne nere se la passano bene o meglio degli uomini neri o meglio delle donne bianche? No, per niente. Bisogna comunque stare particolarmente attenti ai loro problemi? Secondo me sì.
Questo significa che le cose sono così in ogni Paese del mondo? Non lo so, probabilmente sì perché gli USA non sono un Paese qualsiasi, ma possono esserci eccezioni dovute ad altre circostanze particolari.
Questo significa che in fondo il capitalismo non è così cattivo? Secondo me è il contrario: mostra che il capitale se ne frega se hai il "privilegio" bianco o maschile, gli basta che tu abbia *una* "anomalia" per metterti nel girone dei supersfruttati.
In un certo senso, il libero mercato capitalistico della forzalavoro discrimina tra i lavoratori in un modo simile ai nazisti: gli basta che tu appartenga a *una* categoria "sbagliata" per classificarti come feccia degna di discriminazione.
Il significato politico di questo ragionamento è che le proletarie nere hanno molto in comune sia con le altre proletarie che con i proletari neri. Secondo me è quindi giustificata l'enfasi sull'unità delle lotte e non sul loro spezzettamento.
A monte di tutto ciò, se mostrassimo i divari tra le condizioni di vita e reddito dei proletari in generale rispetto ai capitalisti, troveremmo dati ben più eclatanti. La divisione di classe è la principale contraddizione della modernità.
