#27agosto in una stanza di un hotel torinese viene trovato un corpo senza vita: Cesare Pavese si è suicidato. Il gesto estremo appare anticipato nelle pagine del diario del letterato, “Il mestiere di vivere”, il commento infatti affermava: 
“I suicidi sono omicidi timidi. Masochismo invece che sadismo. […] È la prima volta che faccio il consuntivo di un anno non ancor finito. Non ho più nulla da desiderare su questa terra”.
La vita di Pavese si caratterizzò dal vano desiderio di liberarsi della solitudine...
La vita di Pavese si caratterizzò dal vano desiderio di liberarsi della solitudine...
da intendere come condizione di estraneità e incomunicabilità per questo motivo egli era costantemente alla ricerca della felicità amorosa che purtroppo non trovò mai. Questa sua condizione è narrata nel volume “Prima che il gallo canti” contenente due romanzi...
seppur scritti in terza persona, autobiografici: “Il carcere” e “La casa in collina”. Che trattano, rispettivamente, gli anni del suo confino a Brancaleone Calabro e il biennio dopo l’8 settembre. Infatti, Pavese, a seguito di una perquisizione nella sua abitazione...
il 15 maggio 1935, venne condannato a tre anni di confino con l’accusa di antifascismo perché venne trovata tra i suoi documenti una lettera di Altiero Spinelli, detenuto per motivi politici a Roma. Il destinatario della lettera di Spinelli, tuttavia, non era Pavese...
ma Tina Pizzardo, donna antifascista della quale Spinelli era innamorato; dunque l’autore torinese fu internato per uno scambio epistolare imputatogli, ma che non aveva mai avuto luogo.
Se appare molto interessante la scelta di voler unire in un unico volume due romanzi...
Se appare molto interessante la scelta di voler unire in un unico volume due romanzi...
così autobiografici, lo è anche il titolo che Pavese gli attribuisce:”Prima che il gallo canti”. Chiaro è il riferimento al tradimento di Pietro nei confronti di Cristo (“Prima che il gallo canti mi rinnegherai tre volte”):con questa citazione tratta dai vangeli implicitamente...
Pavese si autoaccusa di due tradimenti: la richiesta di grazia al tribunale fascista, che gli permette una riduzione della condanna, non più tre anni ma solamente sette mesi e in secondo luogo la mancata partecipazione alla Resistenza.
Il corpo di Pavese fu trovato il 27 agosto del 1950 in una stanza d’albergo a Torino: lo scrittore, tormentato da uno sconforto esistenziale, aveva ingerito dieci bustine di sonnifero.
