C’è evasione in Italia? Sicuramente sì. Come in tutti i Paesi. È particolarmente alta? In media con quella dei Paesi con tassazioni molto elevate. Mentre non esiste nessuna correlazione tra uso del contante ed evasione. Come ha ammesso anche Padoan.
Nel 2019 l'evasione fiscale imputabile all'uso del contante valeva in Italia 8,7 miliardi di euro contro i 37,8 dovuti alle grosse compagnie che eludono le tasse tramite paradisi fiscali. Cioè il 4,8% contro il 20,84% dei 181,4 miliardi di evasione stimati.
Per quanto riguarda l'elusione, l'Italia si classifica nettamente sotto la media europea (8,1% contro il 9,7%). Anche Germania, Francia e Inghilterra superano l’Italia come evasione stando a un recente studio della Commissione Europea.
L'elusione sottrae più risorse a un Paese dell'evasione, penalizzando anche la ridistribuzione. L'Europa è il continente col maggior numero di paradisi fiscali. L'Italia perde ogni anno circa 8 miliardi di entrate fiscali solo per colpa di Olanda, Lussemburgo e Irlanda.
Il Paese europeo con più evasione è la Germania: 351 miliardi di euro e un danno all'erario di 65 miliardi. Sono dai 9 agli 11 milioni i tedeschi che lavorano occasionalmente in nero e 2,5 milioni esclusivamente in nero, spesso per percepire i sussidi destinati ai disoccupati.
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Si sapeva tutto. Si conoscono tutte le zone a rischio frane, alluvioni e allagamenti. Si conoscono i punti deboli. Si sa dove e come intervenire¹. In Italia il 18,4% del territorio è classificato a pericolosità frane elevata, molto elevata e/o a pericolosità idraulica media.
Complessivamente il 93,9% dei comuni italiani (7.423) è a rischio per frane, alluvioni e/o erosione costiera. 1,3 milioni di abitanti sono a rischio frane e 6,8 milioni di abitanti a rischio alluvioni.
Le regioni con i valori più elevati di popolazione a rischio frane e alluvioni sono Emilia-Romagna, Toscana, Campania, Veneto, Lombardia, e Liguria. Le famiglie a rischio sono quasi 548.000 per frane e oltre 2,9 milioni per alluvioni.
Esistono migliaia di pagine di report e di dati grazie ai quali diventa facile dimostrare come le argomentazioni su cui si regge la propaganda a sostegno dell’autonomia regionale non solo sono completamente slegate dalla realtà dei fatti, ma spesso addirittura antitetiche a essa.
Tutta la narrazione del Sud parassita si regge sul nulla più assoluto. Il Sud sotto-finanziato dai tempi della Cassa per il Mezzogiorno rispetto al Nord, ha visto inevitabilmente aumentare il divario col resto del Paese. Dando però un contributo centrale alla ricchezza del Nord.
Con l’autonomia i primi a subire danni alla propria economia sarebbero proprio le Regioni del Nord e i loro cittadini. I danni sarebbero enormi anche per il Sud, che vedrebbe cristallizzata in eterno una condizione strutturale di sotto-finanziamento, arretratezza e sottosviluppo.
DI VINCOLO ESTERNO SI MUORE: IN MEMORIA DI ALDO MORO
45 anni fa, il 9 maggio del 1978, Aldo Moro venne assassinato.
Venne assassinato su mandato dei nostri "alleati" (UK e USA su tutti) e col tacito benestare di una buona parte delle istituzioni italiane.
Il 16 marzo 1978 la Fiat 130 che trasportava Aldo Moro fu intercettata da un commando delle Brigate Rosse. Moro venne rapito e, dopo 55 giorni di sequestro, il 9 maggio 1978, venne ucciso.
Ma perché le Brigate Rosse ammazzarono Moro?
Come spiega Giovanni Fasanella, autore de Il puzzle Moro, «le Brigate Rosse furono gli utili idioti di un disegno internazionale che era un attacco all'Italia e alla politica italiana compiuto con l'apporto di quinte colonne interne»*.
Il Fronte per la Sovranità Popolare vuole essere parte organizzata di un ampio movimento di popolo volto a difendere il principio di sovranità popolare insito nella Costituzione italiana, contro la crescente ingerenza della UE e di altri organismi sovranazionali quali NATO e OMS.
Da oltre 30 anni l’avvicendarsi al governo di coalizioni di centrodestra e centrosinistra ha consegnato il Paese agli indirizzi di un’unica ideologia estremista, il neoliberismo, portando deindustrializzazione, tagli a istruzione e sanità, aumento della disoccupazione e povertà.
Nostro obiettivo politico primario, quindi, è quello di portare al governo dell’Italia una classe politica che difenda gli interessi del Paese e che attui l’uscita dell’Italia da UE ed Eurozona. come primo passaggio di una liberazione nazionale.
A proposito di cialtroni, quando si parla di produttività i liberisti usano sempre un grafico per dimostrare come il declino italiano sia iniziato negli anni 70. Il grafico è questo, e riguarda la Total Factor Productivity (produttività totale dei fattori).
Perché usare un grafico elaborato su dati di una sconosciuta università olandese anziché quelli ufficiali (ISTAT, AMECO, BdI)? La risposta è semplice. Perché se si usano fonti ufficiali, anche la TFP inizia a calare nella seconda metà degli anni 90. Questa la TFP su dati AMECO.
Questa invece è la TFP con i dati ISTAT e con i dati di Bankitalia.
60 anni fa, il 27 ottobre 1962, veniva assassinato Enrico Mattei. Una piccola carica di tritolo venne piazzata sull’aereo che lo stava portando dall’aeroporto di Catania Fontanarossa a quello di Linate.
Venne assassinato con la complicità di uomini di Stato italiani e su mandato di un Paese tra Regno Unito, Stati Uniti e Francia.
Quando nel 1945 gli venne affidata l’AGIP per liquidarla regalandola ai privati, si oppose. Non solo mantenne l’AGIP un’azienda di Stato, ma nel 1953 creò l’ENI.