Un thread su Calenda. Ho scritto di recente nella mia newsletter perché penso possa essere un buon candidato sindaco di Roma del centrosinistra. Ma mi interrogavo anche sui suoi limiti politici e caratteriali (lo dico ai calenders: parlo di attitudine politica, non di simpatia)
Calenda ha sfruttato abilmente un vuoto del Pd - la mancanza d'un credibile candidato a Roma - per provare a occuparlo lui, quello spazio. Più che legittimo. Ora però viene la politica: il terreno su cui Calenda è più debole (lui se ne vanterebbe, perché ama le pose paragrilline)
Calenda vuole correre da candidato di una coalizione ampia. In soldoni, vuole i voti Pd. Senza i quali la sua brillante operazione di autocandidatura si risolve in sconfitta. Magari onorevole, magari col boom personale di consensi. Ma sempre sconfitta. E qui c'è il primo problema
Calenda è entrato e uscito dal Pd con la stessa velocità con cui Conte è passato da Salvini a Zingaretti. Ha preso la tessera, è stato eletto all'Europarlamento, quindi ha sbattuto la porta dopo la nascita del Conte 2. Legittimo pure questo. Ma ora gli servono di nuovo i voti dem
L'esordio di Calenda è: voglio l'appoggio del centrosinistra. Però decido io le regole. Dunque niente primarie, nonostante la coalizione abbia già deciso di farle. Calenda ama questo genere di prove di forza, gli restituiscono l'immagine del guastatore, del Pierino nel Palazzo
Come provocazione non c'è male. Somiglia allo sketch del ladro che prova a rubarti due volte il portafoglio. Anzi, la seconda volta pretende che tu glielo consegni spontaneamente. Non una buona partenza per uno che sostiene di credere alla costruzione di una coalizione ampia
Ma la scommessa di Calenda è: rompo gli schemi. Al diavolo le alchimie e le formule. A Roma l'esasperazione è tale che non si tratta di un ragionamento del tutto infondato. Basta per vincere? A mio giudizio no
Calenda pensa di essere attrattivo per un elettorato trasversale, un po' di qua e un po' di là, mezzo a vela e mezzo a motore. Dunque è convinto che non gli serva più di tanto l'inquadramento. E' una sensazione naif, impressionistica, profondamente impolitica. E perdente
Perché a Calenda non basterà prendere un po' di voti a destra per recuperare quelli, molti di più, che non prenderà se il centrosinistra andrà in ordine sparso. Per quanto scarso sia il candidato concorrente, Calenda e i dem finiranno per dividersi una torta piccolina
Magari Calenda può sperare di finire al primo turno davanti al candidato dem guadagnandosi il ballottaggio. Ma la speranza di vincere poi al ballottaggio contro il candidato del centrodestra, su queste basi, sarebbe molto mal riposta
Se invece a Calenda riuscirà il blitz, e sarà alla fine il candidato anche del Pd, comunque dovrà correre rappresentando un'area, facendosi carico di mediazioni e compromessi. E dovrà dimostrare di non avere di questa parola, compromesso, la visione liceale che ne ha Di Battista
Calenda ha le qualità per mettere in piedi un'operazione ampia e plurale? Quando ieri Barca gli ha chiesto conto qui su Tw delle basi politiche della candidatura, la risposta non è stata incoraggiante. Se l'è cavata chidendo a Barca di collaborare e ignorando le domande
Ho già scritto che non credo che il problema di Calenda siano le periferie. Anzi, può fare meglio di molti con curriculum a sinistra. Il problema di Calenda è la sua boria impolitica, che lo porta a sopravvalutare le sue qualità personali e sminuire l'importanza della tessitura
Penso Calenda sia ancora in tempo a porsi davvero come candidato largo e inclusivo. Anche perché, nel caso in cui lui e il Pd corrano separati, c'è persino il rischio (basso, ma c'è) che al ballottaggio vada la Raggi. Al secondo turno, la destra vincerebbe a mani basse
Di leader o aspiranti tali che sono andati a sbattere nell'illusione di essere oltre e fuori gli schemi c'è ampia letteratura recente. Se Calenda vuole aggiungere un nuovo capitolo alla saga, gli basta andare avanti così. Se vuole fare il sindaco di Roma, meglio cambiare qualcosa
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L'estate sta finendo e ai più sfortunati, come me, capita pure di svegliarsi la domenica trovando @CarloCalenda che ti scambia per Rocco80 o per Stellina91 e ti aggredisce scrivendo una cosa di questo livello
Calenda è un un uomo che sa essere molto maleducato e, non conoscendolo, non so se abbia preso a esserlo dopo essere stato ministro o prima, magari quando dirigeva l'ufficio Giovani Marmotte di Italia futura di Montezemolo. Ma non importa, è del libro di Barbano che si parla
E' evidente che Calenda, impegnato h18 sui social, il libro di Barbano non l'ha letto. Non ha sfruttato neanche il giorno libero in cui ha dato le chiavi dell'account a @LucaBizzarri. Però rimprovera la cosa a me, che di recensioni ne scrivo poche ma sempre dopo aver letto tutto
Sostiene @marcotravaglio che le citazioni contenute nel mio commento di ieri su Rep siano inventate. Il legame con la realtà di Travaglio, già autore di un tomo (La scomparsa dei fatti) di impronta autobiografica, è creativo. Ecco le fonti dirette delle frasi per lui inesistenti
Qui è dove il ministro Alfonso Bonafede, nel corso di una puntata di Otto e mezzo, dice che non ci sono innocenti in carcere
Qui le agenzie rilanciano le dichiarazioni di Davigo il quale, intervistato da La Stampa del 23/02/19, dice a proposito dei molti risarcimenti per ingiusta detenzione: “In buona parte sono colpevoli che l’hanno fatta franca”