Il 20 ottobre l'Irlanda è andata in "level 5", mantenendo aperte le scuole e chiudendo sostanzialmente tutto il resto tranne alimentari e farmacie, divieto di invitare persone non residenti a casa.
In due settimane l'incidenza di nuovi casi è dimezzata.
Il numero di decessi è sinora rimasto molto basso: la misura è stata probabilmente presa molto presto nella crescita della seconda ondata, prima che l'infezione "arrivasse ai fragili".
Secondo i piani il "level 5" dovrebbe restare in vigore sei settimane in tutto, sino a inizio dicembre. A quel punto se procede così probabilmente saranno arrivati quasi ai livelli dell'estate e potranno provare a ripartire.
In altri posti, tra cui l'Italia nonostante una situazione ben peggiore in termini di occupazione ospedaliera, si sono prese misure dapprima light, poi sempre più strette, sino a quattro regioni in modalità "lockdown light".
Sinora l'effetto appare decisamente minore e i casi sono ancora in crescita, anche se meno di prima.
E' verosimile che queste misure dovranno essere mantenute molto più a lungo di sei settimane.
Penso che sarà un danno molto maggiore per l'economia.
Va considerato tra i costi di tutto questo anche quello relativo alla spesa sanitaria, che probabilmente è destinata a risultare molto maggiore del normale, sia per lo stato (assunzioni, farmaci, materiali sanitari) che per le persone (chi può sta ricorrendo alla sanità privata).
Qui il confronto della mortalità (morti per milione al giorno) tra Italia (azione tardiva e parziale), Israele (azione tardiva e molto dura) e Irlanda (azione precoce e molto dura).
Se avessimo agito duramente:
-a inizio ottobre --->come Israele
-a metà settemrbe --> come Irlanda
Se avessimo agito come ha fatto l'Irlanda probabilmente oggi avremo poche decine di decessi covid al giorno, gli ospedali vuoti e staremmo per riaprire le palestre e i ristoranti (magari stavolta con limitazioni più vere).
Tra l'altro è verosimile che la curva delle diagnosi e dei decessi non avrà in Italia la forma che ha avuto a marzo, ma sarà molto più lenta a calare (quando mai lo farà) e la discesa a livelli "gestibili" durerà mesi.
Vivremo maluccio con ospedali malfunzionanti per mesi.
A livello di popolazione la malattia va immaginata un pò come la semina di una prato: quando è all'inizio, colpendo soprattutto giovani sani, praticamente non si vede, come i semi appena gettati in terra. E' però a quel punto che è possibile stroncarla con azione dura.
Se aspettiamo che cresca, mettendo radici profonde, arrivando agli anziani fragili tramite nipoti e badanti allora diventa necessario zappare tutto il terreno per estirparla davvero. Richiede molto più tempo.
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L'aumento delle diagnosi notificate sta rallentando: ora la media settimanale è "solo" il 32% più di una settimana fa.
Siamo poco sopra 30mila.
Se nella prossima settimana l'aumento sarà del 20% ed in quella successiva solo del 10% arriveremo a circa 40mila tra due settimane.
E poi?
Normalmente nelle ondate di altri paesi ho visto che il calo settimanale delle diagnosi procede con un fattore 0,8-0,9x , anche 0,6-0,7x dove si adotta lockdown rigido (es Irlanda, Israele).
Sono ottimista: diciamo che il picco di ondata sia 35mila come media.
Ipotizziamo che 4mila diagnosi al giorno sia considerata la soglia sotto la quale il sistema di tracciamento può funzionare.
Quanto si impiegherà per arrivare a quel valore?
Una settimana fa vennero notificate 31079 diagnosi.
Attualmente il fattore di aumento settimanale è 1,32x (+32%). Oggi l'aumento su venerdì scorso è stato 21%.
Domani:
-stare sotto le 37mila diagnosi sarebbe incoraggiante
-andare oltre le 41mila sarebbe pessimo.
Fondamentale è la situazione ospedaliera: i ricoverati stanno aumentanto del 42% (ordinari) e 44% (UTI).
Domani:
- saldo UTI sopra 140 sarebbe pessimo
- saldo ordinari oltre 1400 sarebbe pessimo
Stare sotto 100 e 1000 sarebbe incoraggiante.
La media giornaliera del saldo UTI sembra essersi stabilizzata su circa +110
Bilancio della giornata :
- la velocità dell'aumento delle diagnosi cala ancora, ora è +32% in una settimana.
-i ricoverati rallentano minimamente, +42% ordinari e +44% UTI in una settimana.
-il saldo UTI sembra stabile attorno a +110
1/n
-i decessi proseguono il regolare ed atteso aumento : una settimana fa stimavo che la media oggi sarebbe stata 315, è più alta di poco (331).
-tra una settimana stimo che la media dei decessi sarà 437 al giorno.
2/n
-Basilicata e Bolzano sono le regioni con più rapido aumento delle diagnosi (2x)
-VdA e Liguria sono prossime alla stabilità (1.1x)
-Bolzano e VdA sono le regioni con maggiore incidenza ma VdA ha il doppio dei ricoverati di Bolzano in rapporto alla popolazione.
3/n
Una settimana fa, venerdì 30 ottobre, vennero notificate 31079 diagnosi.
Attualmente il fattore di aumento è +38% (1,38x). Oggi l'aumento su giovedì è stato +28%.
Domani:
-stare sotto 39800 diagnosi sarebbe incoraggiante
-oltre le 43mila sarebbe bruttissimo segno
Fondamentale il dato dei ricoverati, che sono cresciuti del 45% in una settimana.
Domani:
-un saldo UTI oltre 130 sarebbe pessimo
-un saldo ricoveri ordinari oltre 1400 sarebbe pessimo
Molise 76 vs 114 (0,7x)
i tamponi calano un briciolo meno (0,7x)
3 decessi
+1 UTI
-1 ordinario
In una settimana i ricoverati sono cresciuti del 40%
Incidenza nelle ASL:
-Imperia 443 stabile
-Savona 275 stabile
-Genova 960 in crescita
-Chiavari 87 in calo
-La Spezia 573 in crescita
A genova quasi una persona ogni mille ogni giorno viene diagnosticata. Si tratta di una incidenza elevatissima.
Notificati 29 decessi in Regione, e tutti a Genova, che torna così al livello di decesso dei giorni peggiori di marzo.
Dei deceduti:
-26 erano non indispensabili
- 3 erano indispensabili (54, 60 e 61 anni).