In questi giorni stiamo assistendo all’approvazione dei primi vaccini per il #COVID19.
Tuttavia, si parla meno di un’altro grande traguardo scientifico, che permetterà in futuro di ridurre sostanzialmente l’utilizzo di chemioterapia adiuvante nel carcinoma mammario.
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Circa 50 anni fa, due ricercatori italiani (Bonadonna e Veronesi) conducevano uno storico studio clinico, dimostrando al mondo che somministrare chemioterapia dopo la rimozione di un tumore mammario poteva ridurre sostanzialmente il rischio di recidiva di malattia.
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50 anni dopo, la chemioterapia adiuvante è ancora uno standard terapeutico nel tumore mammario operabile.
Molti parametri vengono utilizzati per capire se una donna possa trarre beneficio dalla chemio. Uno dei parametri più importanti è il coinvolgimento linfonodale.
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Un tumore che abbia invaso i linfonodi ha un maggior rischio di recidivare. Molti studi hanno dimostrato che, in questi casi, la chemio adiuvante conferisca un importante beneficio.
I tumori mammari però non sono tutti uguali. Importanti differenze biologiche li distinguono.
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Nei tumori luminali (i più frequenti), un’altra terapia che riduce il rischio di recidiva è la terapia ormonale.
Negli ultimi anni, sono state sviluppate “firme genetiche” che permettano di capire quali tumori possano essere trattati solo con ormonoterapia, senza chemio.
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Oggi finalmente è stato presentato uno studio che, mediante una firma genetica (OncotypeDX), individua un’ampia percentuale di pazienti con ca. mammario che, nonostante il coinvolgimento linfonodale (max 3 LN) può ricevere solo ormonoterapia.
Lo studio si chiama RxPONDER.
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Parliamo di decine di migliaia di donne solo in Italia, centinaia di migliaia nel mondo che potranno evitare la chemio.
Tuttavia, ciò vale per il momento solo per le donne postmenopausali. Nelle donne giovani con coinvolgimento linfonodale, la chemio è ancora fondamentale.
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L’OncotypeDX è un test costoso, il che rallenta la sua implementazione. Il test è attualmente rimborsabile in Lombardia e a Bolzano, ma si spera che poco tempo possa diventare disponibile in tutta Italia.
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La ricerca prosegue, con numerosi studi atti a rendere i trattamenti oncologici sempre più precisi.
L’obiettivo è somministrare i trattamenti giusti, alle pazienti giuste, al momento giusto, guarendo quante più donne possibile con il minor utilizzo di chemio.
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La direzione è quella giusta. Dovremo solo essere pazienti, attendere i dati, e confidare nella scienza. In oncologia come per i vaccini, e per tutte le scienze della salute.
[Fine thread]
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