Previsione
4 marzo: tra 6 giorni, Milano oltre i 300 casi ogni 100.000 abitanti (potrebbe arrivare anche a 330, Monza oltre i 400, Pavia oltre i 300, Brescia oltre i 700.
Realtà
10 marzo: Milano 284, Monza 356, Pavia 378, Brescia 661.
Previsione:
1 febbraio sul Veneto: "Si potrà magari verificare qualche ritardo ma per la fine di febbraio la regione quasi certamente entrerà nella zona bianca
Realtà:
28 febbraio: zona gialla
8 marzo: zona arancione
15 marzo: zona rossa.
(Tra l'altro questo non è vero. Servono 3 settimane sotto i 50 casi ogni 100.000 abitanti e rischio basso).
Sul fatto che le ondate durano 40 giorni (non 39 o 41) e tutto è deciso nei primi 17 giorni eviterò di commentare. Nessuno può credere a una cosa simile.
L'indice Gerli viene presentato dai giornali dicendo che la sua forza è "la tempestività, cioè mostrare quale sia l’R(t) oggi, mentre le elaborazioni «ufficiali» scontano sempre un ritardo".
Le domande che viene naturale farsi sono: ma perché Gerli è lì? Chi l'ha indicato? In qualità di cosa? Gli altri sono tutti esponenti di istituzioni o epidemiologhi o esperti di sanità. Tutti tranne lui.
Il Cts si avvaleva già della Fondazione Bruno Kessler per le previsioni dell'epidemia o la parte più matematico-statistica (settimanalmente calcola gli Rt, ad esempio). Perché hanno messo Gerli?
E a chi mi dice "ma allora fallo anche con Crisanti, etc" (che poi, Crisanti l'ho criticato diverse volte). Qui il problema è la nomina di una persona qualsiasi al Cts su non si sa che basi o meriti.
Siamo a 2.054.625 persone completamente vaccinate e 2.744.013 in attesa di seconda dose.
Ieri sono state fatte 123.599 (dati non ancora consolidati), di cui 34.553 dosi AstraZeneca. Lunedì scorso le somministrazioni totali erano state 174.291.
Lo stop ad AstraZeneca fa sì che la Lombardia per la prima volta sia tra le migliori regioni. In generale ieri bene l'Umbria e la Liguria. Tra le regioni grandi bene anche Veneto, Puglia, Piemonte e Campania.
Nuovi dati Istat sulla mortalità. Nel 2020 si sono registrati 100.526 decessi in più rispetto alla media 2015-2019, una crescita del 15,6%. Isolando marzo-dicembre l'eccesso è di 108.178 decessi (+21%). I decessi Covid-19 fino al 31/12 sono stati 75.891.
I dati a livello regionale. Si vede bene la differenza geografica e di forza tra prima e seconda ondata.
Qui i dati dell'eccesso di mortalità per fasce di età decennali.
Nuovi dati Istat sulla mortalità. Tra gennaio e novembre ci sono stati 79.446 decessi in più della media 2015-19 (+13,5%). Isolando il periodo tra marzo e novembre i decessi in più sono 88.943 (+19.3%). Gli ultimi giorni di novembre sono ancora provvisori.
Guardando alla seconda ondata, a ottobre ci sono 7.867 decessi in eccesso, mentre a novembre 25.925. La variazione percentuale di novembre è anche peggio di marzo: 50,4% vs 48,2%. I decessi in eccesso a novembre sono meno rispetto a marzo, ma anche la media 2015-19 era minore.
I decessi accertati per Covid-19 non spiegano tutto l'eccesso di mortalità, come a marzo e aprile. È probabile che ci siamo di nuovo persi un tot di decessi, ma potremo dirlo con certezza solo quando usciranno i dati per causa di morte (nel 2022).
@EasyInve@OpencovidM La tesi dell'articolo è che ci sarebbero delle persone guarite che però sono contate nel calcolo di Rt a causa del campo non compilato di "inizio sintomi".
Ma questo non torna con il funzionamento di Rt.
@EasyInve@OpencovidM Il calcolo di Rt è basato sui casi sintomatici per data di inizio sintomi. Per essere considerati sintomatici serve una data di inizio sintomi. Se quindi quella non c'è, come dice il Corriere, in automatico si viene esclusi dal calcolo.
@EasyInve@OpencovidM Gli unici che vengono esclusi sono gli asintomatici e coloro che erano guariti clinicamente già quando gli è stato fatto il tampone.