Prendo spunto da questo tweet per spiegare nel dettaglio ai non esperti cosa significa pubblicare su una rivista scientifica, vista l'importanza delle pubblicazioni in tempo di pandemia e perché in molti non conoscono questo mondo. Thread 1/16 #Covid_19
Prima di tutto, vediamo il processo di pubblicazione su una rivista scientifica: si parte con lo scrivere il paper e mandarlo alla rivista scelta. Qua c'è il primo ostacolo: dove lo mando il paper? Di solito lo si vuole mandare alle riviste più prestigiose. Ma chi sono? 2/16
In letteratura scientifica c'è un parametro bibliometrico che misura la prestigiosità della rivista: l'impact factor (clarivate.com/webofsciencegr…). Non vi tedio su come viene calcolato, sappiate che più è alto più la rivista è 'importante", qualsiasi cosa voglia dire. 3/16
Una volta scelta la rivista a cui inviare l'articolo, questo viene preso in carico da un editor che ne valuta l'impatto e l'attinenza con lo scopo della rivista. È un passaggio importante, perché sarà poi l'editor a seguire tutto il processo di revisione dell'articolo. 4/16
Infatti fa una prima scrematura e può decidere di rigettare il paper oppure di mandarlo ai revisori. A seconda della rivista, l'editor può decidere un diverso numero di referee (di solito due, ma a volte anche di più) che valutano l'articolo dal punto di vista scientifico. 5/16
Qui c'è un altro ostacolo: i revisori sono esperti del settore, ma non sono onniscienti: devono valutare la scientificità dell'articolo e se ci sono problemi nella metodologia/discussione dei dati, ma ovviamente possono perdersi qualcosa per strada. 6/16
I referee stilano un report e, in base a questo, l'editor decide se l'articolo viene accettato, rifiutato oppure se deve essere migliorato dagli autori (cioè ci sono dei problemi risolvibili se gli autori portano nuovi dati a supporto di quanto affermano). 7/16
Se l'articolo viene accettato, è fatta ed è pubblicato nella rivista. Ma non finisce qui: l'articolo non è liberamente accessibile, di solito bisogna pagare e anche tanto. Per esempio, questo è un mio articolo e ci vogliono 35$ per leggerlo. 8/16
Le scelte sono di acquistare l'articolo o avere un'abbonamento. Chi lavora in università è avvantagiato e può accedere a molte riviste, ma gli abbonamenti sono carissimi: l'Università della California pagava 11M $ per l'abbonamento a Elsevier. 9/16
Per questo negli ultimi anni si è molto sviluppato l'open access: per sostenere le spese, sono gli autori a pagare una commissione una tantum alle riviste per permettere ai lettori di accedere liberamente agli articoli. Una spiegazione è qui. 10/16
Tenete presente che a volte l'open access è fondamentale per poter pubblicare articoli ottenuti su fondi UE: una parte del budget vinto *deve* essere destinato a pubblicare gli articoli in open access così da renderli liberamente accessibili. 11/16
I prezzi sono vari e di solito molto alti: Elsevier (una delle più importanti case editrici al mondo) ha un pratico foglio Excel con le commissioni per pubblicare in open access per tutte le riviste e si va da 400 a 9900 dollari. 12/16
Una volta deciso se mettere l'open access o meno, l'articolo è finalmente pubblicato e accessibile. Come vedete ci sono molti passaggi e c'è la possibilità di sfruttare i buchi del sistema, infatti un articolo pubblicato non è automaticamente un segno che sia corretto. 13/16
Infatti gli autori possono sbagliare durante l'esperimento o, peggio ancora, essere in malafede sui dati pubblicati (perché sfuggiti all'editor/referee ad esempio). Ci sono tantissimi esempi di frodi e se volete approfondire c'è questo sito retractionwatch.com 14/16
Quindi è sempre fondamentale controllare (per quanto possibile) gli articoli pubblicati e trovare possibili errori, perché (ribadisco) il fatto che sia pubblicato non vuol dire che sia corretto. Un esempio si può vedere in questo thread. 15/16
Ho provato a spiegare a grandi linee i dettagli delle pubblicazioni scientifiche ai non esperti, così ho un thread da citare se e quando serve. Ovviamente commenti e domande dai meno esperti sono più che gradite. 🙂 16/16
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È da più di un mese che non faccio un aggiornamento sui richiami di Pfizer e Moderna in Italia e si possono fare alcune considerazioni su come sta andando questa fase alla luce del fatto che ormai si vaccinano anziani fuori dagli ospedali. Thread #Covid_19#vaccino 1/6
Qui Pfizer (a sinistra tasso di fedeltà cumulato, a destra quello giornaliero in media mobile a 7 giorni). Per quasi tutto febbraio la percentuale cumulata è rimasta sopra al 98%, mentre adesso è scesa intorno al 96% (che comunque rimane una percentuale molto elevata). 2/6
La media mobile rimane sempre sopra il 90% (adesso è a 93,8%). Quindi si può dire ragionevolmente che il passaggio alla vaccinazione degli anziani non ha intaccato significativamente il tasso di fedeltà dei richiami Pfizer, che continuano a essere fatti entro 21 giorni. 3/6