3d su un paper uscito questa settimana che ha suscitato tante polemiche: An emerging SARS-CoV-2 mutant evading cellular immunity and increasing viral infectivity. 1/n
Prima di addentrarci nel paper facciamo un piccolo ripasso di come il nostro corpo combatte un infezione virale, per iper semplificare abbiamo principalmente cellule B che producono i famosi anticorpi IgG/IgA etc e le cellule T citotossiche che sono veri e propri killer. 2/n
Come si vede dall'immagine sia B che T cells sono reclutate dalle APC ed in modo diverso combattono il virus. Per un bellissimo approfondimento su un tipo di APC cells vi lascio il 3d di @Doom3Gloom sulle dendritic cells 3/n
Torniamo al paper, gli autori mostrano che ALCUNE (L452R and Y453F) mutazioni in alcuni ceppi di #SARS_CoV_2 POTREBBERO aggirare il meccanismo di attivazione delle T cells. 4/n biorxiv.org/content/10.110…
In parole semplici quando una cellula viene infettata un virus (e ne sopravvive) spezzetta il virus in tanti pezzettini caratteristici e li espone sulla superficie come a dire ''Hey sono stata infettata venite ad uccidermi!'' si è una missione suicida ma preserva le altre. 5/n
il team del professor @SystemsVirology ha scoperto che alcuni tipi di persone con una HLA specifica non sono in grado di mostrare correttamente Sars-Cov2 alle cellule T. L HLA sarebbe quell antenna sulla quale montiamo i pezzettini di virus da far vedere alle T cells. 6/n
Inoltre sempre queste mutazioni: L452R and Y453F aumentano l'affinità per il famoso recettore/ porta d'ingresso ACE2. cosa possiamo concludere ? 1) Alcune mutazioni aumentano affinità SARS-COV2 ACE2
2)Alcune mutazioni POTENZIALMENTE possono sfuggire alle cellule T
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lo studio è un pre-print con un numero esiguo di pazienti e le considerazioni sono principalmente fatte in vitro, e su un tipo specifico di HLA, MA il take home message è chiaro.
SE LASCIAMO GIRARE IL VIRUS LUI MUTERÀ' E TROVERÀ IL MODO DI INFETTARCI, SENZA SE E SENZA MA.
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Sì, i vaccini fanno parte della prevenzione cardiovascolare.
Non solo riducono il rischio di infezioni come influenza, polmonite o SARS-CoV-2, ma diminuiscono anche la probabilità di eventi cardiaci maggiori, soprattutto nei pazienti più fragili.
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Una nuova Consensus pubblicata dalla Società Europea di Cardiologia (ESC) ribadisce un concetto ormai solido: le infezioni respiratorie aumentano il rischio di infarto, scompenso e complicanze cardiovascolari.
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Vaccinarsi non serve solo a evitare la malattia infettiva in sé, ma può prevenire le sue conseguenze cardiache. Le evidenze disponibili mostrano una netta riduzione del rischio cardiovascolare dopo la vaccinazione, specialmente nei soggetti con malattia coronarica.
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Non esistono dubbi: l’esposizione solare senza protezione causa il cancro della pelle. Le prove arrivano da studi epidemiologici su larga scala e da meccanismi molecolari ben documentati.
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Da tempo la comunità scientifica ha stabilito un nesso causale tra esposizione ai raggi ultravioletti (UV) e sviluppo di tumori cutanei. Non si tratta solo di associazioni statistiche: l’evidenza è ampia, solida e coerente.
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Gli studi epidemiologici mostrano che chi vive in aree geografiche con alta intensità solare ha un rischio maggiore di melanoma e di carcinomi cutanei non-melanoma. Il rischio aumenta anche in chi ha avuto frequenti scottature solari, soprattutto in età giovanile.
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Hanno sconfitto il vaiolo, tenuto a bada poliomielite e morbillo — e oggi si candidano a cambiare l’oncologia.
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Un’ampia rassegna, «Cancer vaccines and the future of immunotherapy» di Orrin Pail et al. (Mount Sinai), fotografa i progressi più promettenti.
• Vaccini profilattici
– HPV e HBV hanno già ridotto l’incidenza di tumori cervicali e epatocellulari.
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• Vaccini terapeutici
– Adjuvant: nei trial su melanoma e pancreas diminuiscono malattia minima residua e recidive.
– In-situ: in stadio avanzato di polmone, mammella e linfomi innescano regressioni sistemiche.
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Il vapore acqueo che esce dai motori degli aerei congela ad alta quota formando scie di condensazione.
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Analisi spettrometriche riportate dal ministero dell’ambiente inglese non rivelano bario, alluminio o altri additivi segreti. Durata e intreccio delle scie dipendono solo da umidità, temperatura e rotte di volo.
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Tre falsi miti da archiviare
“Restano a lungo, quindi contengono sostanze chimiche pesanti”
La persistenza è legata all’umidità: in aria satura d’acqua, i cristalli di ghiaccio si sublimano lentamente.
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Lo studio retrospettivo su 1,8 milioni di adulti del Clinical Practice Research Datalink (Iwagami M. et al., Lancet Healthy Longevity, 2021) certifica che ogni aumento di 39 mg/dL di LDL in età <65 anni innalza il rischio di demenza del 17 % dopo almeno dieci anni.
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Il colesterolo “cattivo” si conferma fattore di rischio modificabile, al pari di ipertensione e obesità.
– La finestra critica è la mezza età: intervenire prima dei 65 anni evita danni irreversibili al cervello.
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-Più è alto l’LDL, più salgono le probabilità di Alzheimer e altre forme di demenza. – Assenza di beneficio nelle HDL e nei trigliceridi: il bersaglio da colpire resta l’LDL.
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