Thread by @renata_gili

Storia di una (piccola e forse insignificante, anche se di significato per me ne ha avuto parecchio) esperienza personale.
Spesso il week end metto a disposizione qualche ora per la campagna di vaccinazioni e lo faccio in un grande hub vaccinale. 1/

Domenica mattina, per esempio, ho vaccinato dalle 8 alle 14 e – nella mia piccola esperienza di un singolo turno di vaccinazioni – più persone intorno ai 50 anni mi hanno portato il consenso informato (quello per Pfizer, data la fascia d’età) dove non si limitavano a 2/

firmare il consenso al vaccino Pfizer ma ci tenevano a firmare anche la riga relativa al rifiuto, esplicitando che avrebbero rifiutato AstraZeneca. Una cosa inutile, dal momento che i moduli di consenso informato sono specifici per ogni singolo vaccino 3/

e quindi non c’è bisogno di firmare il rifiuto a un vaccino diverso, perché il consenso lo esprimi esclusivamente al vaccino oggetto di quel dato modulo. Ripeto, ho un’esperienza limitata in merito perché è un’attività che faccio volontariamente 4/

(durante la settimana faccio un altro tipo di lavoro), ma nei 4/5 turni precedenti (tutti prima dell’ultimo “caso mediatico” AstraZeneca) non mi era mai capitato, non c’era questa volontà di mettere le mani avanti per dire chiaramente che il vaccino AstraZeneca non l’avrebbero 5/

accettato, prima ancora di aver conosciuto il medico e di aver parlato di quale sarebbe stato il vaccino più idoneo una volta ascoltata la storia clinica e valutata l’età (ovviamente per loro era correttissimo fare Pfizer). E tanto meno di metterlo per iscritto, nero su bianco 6/

come a dire di voler essere certi che non gli venisse iniettato quel tipo di vaccino. Nulla di personale nei miei confronti, ma la generale mancanza di fiducia era piuttosto evidente. Poi, il caso di una persona di 61 anni, per lui AstraZeneca sarebbe stato 7/

il vaccino da utilizzare. Impaurito, con avanti a sé un muro invalicabile che non dava alcuna possibilità di dialogo e confronto, arrabbiato nero con tutti gli scienziati, indiscriminatamente, tanto da avermi chiaramente detto che anche avesse avuto davanti il 8/

premio Nobel per la medicina non avrebbe cambiato idea: al sol sentire il nome “AstraZeneca” ha fatto il gesto di alzarsi e andarsene. Che bello sarebbe avere una comunicazione istituzionale unica, chiara e potente, basata sulle evidenze scientifiche. 9/

E anche avere una comunicazione istituzionale che, in caso di incertezze, le spieghi ai cittadini in modo comprensibile per tutti. Cose base, tipo il perché di una certa scelta, quali i dati a disposizione, quali i vantaggi e quali le incertezze o i possibili svantaggi. 10/

Si chiede troppo? Spero di no. Tutte queste persone erano ben lontane dall’essere no-vax, ma le idee chiare ce le avevano eccome: no AstraZeneca, senza se e senza ma. Piuttosto niente. Piuttosto, il rischio di prendersi il COVID, nonostante le contagiosissime varianti 11/

Bene, a me queste esperienze fanno riflettere una volta di più. Tante persone hanno paura e molte hanno smesso di fidarsi, senza possibilità di ripensamento. La comunicazione sbagliata sta facendo grossi danni. 12/

Poi magari è stata solo una brutta mattinata e la mia esperienza verrà smentita da mille altri medici che vaccinano molto più di me: spero, infatti, di sbagliarmi. 13/13