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Jul 10, 2021 25 tweets 11 min read Read on X
Scrisse il greco Strabone. “Radunate a Messina un gran numero di botti vuote le ha fatte disporre in linea sul mare legate a due a due in maniera che non potessero toccarsi o urtarsi. Sulle botti formò un passaggio di tavole coperte da terra e da altre materie”.
A realizzare il primo ponte sullo Stretto di Messina, nel 250 a. C., fu il console Lucio Cecilio Metello che aveva sconfitto il cartaginese Asdrubale nella battaglia di Palermo nel 251 a.C., durante la Prima guerra punica. Terminata poi con la conquista della Sicilia nel 241 a.C.
“Fissò parapetti di legno ai lati affinché gli elefanti non avessero a cascare in mare”.
Infatti il ponte si era reso necessario per il trasporto di centoquaranta elefanti da guerra catturati ai cartaginesi. L’unico modo per poterli esibire a Roma.
Dopo Lucio Cecilio Metello bisogna arrivare al IX secolo d.C., per trovare un interessamento da parte dell’imperatore Carlo Magno.
Una volta arrivato in Calabria provò a realizzare una sequenza di ponti galleggianti sul mare.
Ma il tentativo fallì. E dovette desistere.
Nel 1060 fu Roberto d'Altavilla, detto il Guiscardo, a pensare a un ponte sullo Stretto. Morì nel 1085 senza iniziare l’opera.
Nel 1140 Ruggero II, re di Sicilia, fece fare uno studio sulle correnti per poter realizzare il ponte.
Gli esperti lo convinsero a desistere.
Arriviamo al 1840, quando Ferdinando di Borbone Re delle Due Sicilie disse: “Il ponte lo faccio io”.
Radunò architetti e ingegneri affinché gli fornissero i disegni del progetto.
Ma con i disegni gli consegnarono anche l’elenco dei costi. E preferì rinunciare.
Nel 1866 l'ing. Alfredo Cottrau, costruttore di ponti e strade ferrate di fama internazionale, venne incaricato dal Ministro dei Lavori Pubblici del Regno d’Italia, Conte Stefano Jacini, di realizzare un collegamento stabile tra Calabria e Sicilia. Non si andò oltre.
Come non ebbe seguito nel 1870 un allacciamento sottomarino di 22 km, proposto dall'ingegner Carlo Alberto Navone.
Il progetto si ispirava a quello di Napoleone che prospettava una galleria sotto la Manica.
Un tunnel quindi.
Nel 1876 l'onorevole Giuseppe Zanardelli, bresciano afferma: "Sopra i flutti o sotto i flutti la Sicilia sia unita al Continente".
Ne 1883 un gruppo di ingegneri delle ferrovie studiò un progetto di ponte sospeso, in cinque campate.
Anche quella volta non se ne fece nulla.
A bloccare l'idea del ponte ci pensò il terremoto di Messina del 1908. La gente cominciò a chiedere di valutare attentamente un ponte in quella zona.
L’anno successivo venne pubblicato uno studio geologico della zona, e nel 1921 si riparlò di galleria sottomarina.
Le due guerre mondiali interrompono momentaneamente ogni idea di progetto, che viene ripreso solo nel 1950, quando l'Associazione dei costruttori italiani in acciaio incarica lo statunitense David B. Steinman di redigerne uno nuovo che faccia a gara con il Golden Gate Bridge
Nel 1968 viene bandito un concorso dal ministero dei lavori pubblici per valutare la fattibilità dell'impresa.
Nel 1979 Francesco Cossiga approva la creazione della società a capitale pubblico concessionaria per la progettazione, la Stretto di Messina S. p. A.
#MdT 29/04/1985 – Sviluppo economico e criminalità. Questi i due temi che il capo del Governo, Bettino Craxi, ha affrontato nella sua visita a Palermo.
Nella sala d’Ercole di Palazzo D’Orleans ha sciorinato numeri drammatici per quanto riguarda la disoccupazione dell'isola.
Descrivendo la situazione economica-sociale dell’isola, Craxi ha detto: “Non è confortante, ma lo Stato vuole intervenire per dotare la Sicilia di infrastrutture che le consentano un inserimento dinamico nella realtà mediterranea e un collegamento più stretto con l’Europa”.
A questo proposito il Presidente del Consiglio ha promesso la realizzazione di una grande opera per l'isola.
Il Ponte sullo Stretto si farà. Finalmente.
#MdT 27/12/1985 - Oggi si è riunito il Consiglio dei Ministri. E’ l’ultima seduta dell’anno. Molte le decisioni. Tra queste il decreto interministeriale di concessione per il collegamento stradale e ferroviario tra la Sicilia e il continente.
Dopo anni di polemiche ecco l’atto decisivo.
Il Ponte sullo Stretto si farà.
Scelta del progetto entro luglio 1986.
Inizio lavori entro il 1989.
Conclusione e inaugurazione entro il 1996.
Tutto scritto. Nero su bianco.
Una tabella di marcia molto precisa.
Entro il 1986 bisognava scegliere quale tipologia di collegamento fosse più idonea.
Decine di miliardi di lire spesi senza nessun risultato.
Sempre fermi allo stesso punto.
Ponte o tunnel?
E poi nel 1994, l'anno della "discesa in campo", di Silvio Berlusconi.
“Faremo il ponte, c’è il parere favorevole di Anas e Fs”.
Dai che questa è la volta buona.
Niente da fare.
Siamo alle elezioni del 2001.
Silvio Berlusconi e Francesco Rutelli annunciano di voler costruire il ponte sullo Stretto di Messina.
#MdT febbraio 2013 – La società concessionaria dello Stretto di Messina S.p.A. (Soci: Rfi, Anas, Regione Sicilia e Regione Calabria) viene commissariata dal Governo Monti.
Si mette la parola fine ai tre Km più studiati, analizzati e progettati del mondo.
Fine?
Si ricomincia a parlare del Ponte sullo Stretto.
#MdT 2012 - Matteo Renzi. "Basta parlare di ponte. I soldi vadano alle scuole".
Contrordine.
#MdT 2016 - Matteo Renzi “Costa più non farlo che farlo”. E poi “crea lavoro”.
#MdT 11/08/2020 – Il Governo Conte è deciso a presentare all’UE l’idea di un tunnel sottomarino tra Villa San Giovanni e la Contrada Arcieri di Messina.
La relazione del 2017 riprende la vecchia idea dell'ingegner Carlo Alberto Navone.
MdT 11/04/2021 – Il ponte non si può fare con il Recovery.

#MdT 29/06/2021 - La Camera approva un odg che impegna il governo a individuare le iniziative per trovare le risorse necessarie per realizzare un collegamento stabile e veloce sullo Stretto di Messina.
#MdT 10 luglio 2021
"Sopra i flutti o sotto i flutti la Sicilia sia unita al Continente”, diceva nel 1876 l'onorevole Giuseppe Zanardelli.
Dove siamo? Sempre allo stesso punto.
Ponte o tunnel?
Ponte.
No tunnel.
Ponte è meglio.
Ponte o tunnel basta che si faccia.
Cosa?

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Jul 22
Se ho mai sentito la frase:"E' roba da uomini?"
Hai voglia.
Sono cose che dicono da sempre a noi donne.
Sei donna?
Mica puoi fare questo!
Mica puoi fare quello!
Non puoi certo avere il coraggio di guidare un'auto da corsa e battere i maschi!
Ricordo che era il 1962.
Ero una dei piloti di rally di maggior successo. Svedese.
Probabilmente non sarei mai andata a quella corsa in Argentina, una delle più dure al mondo.
Poi cosa mi vengono a dire?
Che non sarei mai stata capace di finire quella corsa. Figuriamoci vincere.
Ora.
So benissimo come siamo considerate noi donne quando si tratta di motori.
So anche che se chiedi ad una bambina cosa vuole fare da grande difficilmente risponderà “pilota di auto”.
Lo so.
Quello che voi forse non sapete, è questo.
Non bisogna mai sfidare una donna.
Mai.
Read 17 tweets
Jul 19
“Pilotino” mi chiamavano.
Rispetto ad oggi altro che pilotino.
Provate a farli correre con la Maserati dei miei tempi. Con quel volante che mi stampava una mezza smorfia ogni volta che lo dovevo girare, con il cambio in mezzo alle gambe e con l’acceleratore e freno invertiti.
Come sono arrivata, una contessa che abitava nel Palazzo Bianco di Merigliano e con un papà ingegnere che aveva elettrificato l’irrigazione in Campania, su un circuito?
Sinceramente non lo so.
Io amavo i cavalli.
Erano i miei fratelli che amavano correre.
Sono nata a Napoli l’11 novembre 1926.
E proprio grazie alla passione di due dei miei quattro fratelli, vinsi proprio in provincia di Salerno la mia prima gara.
Era il 1948 e su una Fiat Topolino 500 vinsi la 10 Km di Cava de' Tirreni.
E tutto per una loro scommessa Image
Read 16 tweets
Jul 17
Cosa abbiamo i comune noi quattro?
Quelli della foto intendo.
Due cose.
La prima.
Siamo quattro pionieri della cardiologia interventistica.
Nella foto siamo all’Università di Zurigo nell’agosto del 1980.
Ricordo che era un meeting sull’angioplastica. Image
Mason Sones (a destra) fu quello che eseguì la prima arteriografia coronarica il 30 ottobre del 1958. Possiamo dire in un modo del tutto casuale.
Quando accidentalmente il mezzo di contrasto finì all’interno della coronarica di destra. Image
Malgrado ciò il cuore non andò in fibrillazione.
Da quell’esperienza Sones comprese che piccole quantità di mezzo di contrasto non erano mortali per i pazienti.
Ciò avrebbe permesso di studiare meglio l’albero vascolare cardiaco.
Image
Image
Read 16 tweets
Jul 12
Perché non ho mai vinto le Olimpiadi?
Bella domanda.
So solo che ad ogni partecipazione era sempre la solita storia: “non corrisponde agli schemi tradizionali”.
Mi chiedo, ma quale progresso puoi ottenere seguendo solo schemi tradizionali, facendo sempre le stesse cose?
Se parliamo di sport.
Dick Fosbury ha seguito uno schema tradizionale?
Ulrich Salchow, svedese, primo campione Olimpico nel 1908, ha seguito uno schema tradizionale facendo il primo salto Salchow nel 1909?
Ma per piacere.
Chi sono?
Sono Surya Bonaly.
E questa è la mia storia.
Image
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Sono nata sull’isola della Riunione, un'isola dell'oceano Indiano occidentale
A 18 mesi sono stata adottata da una coppia di Nizza. Fu mia madre ad insegnarmi a pattinare.
Ma praticai anche ginnastica artistica a livello agonistico.
Fu quello che mi aiutò ad entrare nella storia
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Image
Read 15 tweets
Jul 10
Sto morendo dissanguata.
Sento il sangue scorrere accanto a me mentre ripenso a quello che è stata la mia vita nei palazzi dorati.
Mai immaginato di poter finire in questo posto.
Ma dopo essere passata per il campo di smistamento a Bolzano mi avevano portata qui, vicino a Weimar
Ricordo l’entrata, e quel cancello con la scritta “Jedem das Seine”, “A ciascuno il suo”.
Non sapevo cosa volesse dire, ma non mi ci volle molto per capirlo.
Significava essere arrivati all’inferno: l’inferno del campo di concentramento di Buchenwald. Image
Era il 18 ottobre del 1943.

Il mio nome è Mafalda Maria Elisabetta Anna Romana, principessa d’Italia, Etiopia e d’Albania, figlia di Vittorio Emanuele III e di Elena del Montenegro. Sposata col principe tedesco Filippo Langravio d'Assia-Kassel.
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Jul 8
Inverno 1944 – Mi chiamo Sara e ho tredici anni.
Tre anni fa vivevo in Lituania con tutta la mia famiglia, poi erano arrivati i tedeschi.
Mio padre e mio fratello erano stati rinchiusi nella "Fortezza numero sette".
So che sono stati uccisi, con altre centinaia di ebrei.
Ero stata separata da mamma e da mia sorella.
Loro portate altrove, non so dove.
Io, a soli 10 anni, rinchiusa in un campo per bambini.
Per ben tre anni.
“Avevo perso totalmente la nozione del tempo, non sapevo più che giorno fosse, notavo soltanto il cambiamento delle stagioni”
Era un giorno d’inverno quando i tedeschi radunarono noi bambini per caricarci su dei carri bestiame.
Fu un viaggio lungo.
Quando il treno arrivò faceva freddo.
Fa sempre molto freddo d’inverno ad Auschwitz.
Mi chiamo Sara e come detto ho tredici anni.
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