Descrizione paleografica della didascalia di Endres (Andreas) von Grumbach
ANDRES/ENDRES
Di modulo medio-piccolo rispetto alla compagine figurativa e di andamento semi-corsiveggiante, il nome Endres o Andres, presenta l’iniziale anamorfica “E/a” (variabile nell’interpretazione a seconda del proporsi al lettore di lingua tedesca o italica) che suggerisce per la sua…
…morbida curvatura una “a” corsiva minuscola dall'occhiello aperto o una E maiuscola molto morbida quasi simile ad una “ε” - epsilon greca e leggermente inclinata all’indietro.
Didascalia individuabile tra i capelli e la barba del cavaliere bianco dell’Apocalisse.
Il fatto che la “a” minuscola aperta non trovi riscontro nel corsivo dell’artista tedesco, potrebbe spingere a leggere l’iniziale anche come una “e” minuscola con occhiello aperto che, al pari della sintetica “s” finale, riprende alcune semplificazioni del tratto riconoscibili…
…nel corsivo düreriano, pur scomparendo nella seconda “e” che appare invece più posata e delineata sia in altezza che in larghezza.
La “s/S” (assimilabile tanto ad una S maiuscola della capitale romana, quanto alla tipica resa di s in fine parola nella minuscola gotica) si caratterizza per la curva superiore convessa a sinistra che tocca leggermente l’occhiello della “e”.
Si presentano di aspetto maiuscolo e di modulo progressivamente crescente le tre lettere centrali “NDR”, nel cui tratteggio sono assenti l’irrigidimento del ductus e la spezzatura del tratto tipica della “Fraktur (it.wikipedia.org/wiki/Fraktur)”.
Il rimando è piuttosto ai caratteri in stile romano disegnati dal Dürer sul modello di scrittura capitale della colonna Traiana
ai quali sembra sovrapporsi la morbidezza dei nessi caratteristica della corsiva dell’artista: una “N” molto morbida i cui angoli superiore ed inferiore sono trasformati in curve; una “D” regolare il cui spigolo inferiore è lasciato leggermente aperto da mettere a confronto sia…
…con la “D” capitale romana disegnata da Dürer che con il morbido ductus corsivo riscontrabile nelle epistole dell’artista
sia ancora con il tratteggio posato ma molto morbido dell’iscrizione del celebre Autoritratto di Madrid (it.wikipedia.org/wiki/Autoritra…), complice ovviamente la peculiarità dello strumento scrittorio utilizzato; una “R” piuttosto sinuosa la cui asta verticale leggermente ricurva…
…accompagna, quasi formando un incavo, la pancia della “D” precedente.
Il riferimento agli stili caratteristici di scrittura di Dürer non deve stupire, in quanto va ricordato che con la sua nuova tecnica xilografica – in cui ogni singola linea variava in lunghezza, direzione e spessore in modo da definire anche le luci e le ombre, oltre che la…
…forma dei soggetti – diventava necessaria una produzione completa da parte dell’artista, che non poteva più demandare la fase di incisione, ma doveva occuparsi di tutto il processo, dall’illustrazione all’incisione della lastra di legno.
Accenniamo infine a un’altra possibile lettura della didascalia Endres, in cui la “E” iniziale sarebbe da rintracciare nella sommità dell’oreficeria della corona come lettera maiuscola in stile goticheggiante rivolta verso il basso, mentre il gruppo “RES” sarebbe individuabile…
…nei riccioli centrali della barba, definito con tratteggio morbido e arcuato, privo di linee spezzate.
VON
La “V” maiuscola iniziale dal tratteggio spigoloso trova riscontro nella rappresentazione corsiva di tale lettera da parte di Dürer, che tuttavia rivela una tendenza di più largo respiro (comunque non sempre confermata, se si osserva la “U” di “und” presente nell’iscrizione del…
…celebre autoritratto di Madrid o in altri esempi)
non realizzabile nell’incisione per questioni legate alla forma conica del copricapo del cavaliere, ragione che induce d’altro canto l’artista a fondere la curva convessa verso destra della “o” con il tratto verticale della “n”.
La fusione delle minuscole “o-n” in quello che appare come un unico segno complesso rievoca il principio di fusione delle curve contrapposte tipico della minuscola gotica: la “o” è costituita da un singolo occhiello non perfettamente chiuso nella sua parte inferiore; della “n”…
…viene tracciata soltanto la seconda gamba, terminante con un piccolo piede d’appoggio che si sviluppa verso destra, sfruttando il cerchio imperfetto della “o” come primo tratto.
GRUMBAC
Intarsiato nell’oreficeria della corona osserviamo un attenuarsi delle tendenze corsiveggianti con un uso (eccettuata la M) di un alfabeto maiuscolo che sembra però commistionare tendenze gotiche e tratti più tipici della capitale romana.
Nel nome “Grumbac” privo della “h” terminale ma perfettamente riconoscibile si considerino in particolare gli occhielli chiusi della “G” (che concorrono a renderla simile ad una “B”, com’è tipico della scrittura gotica libraria).
La pancia superiore della “R” accentuata nelle volute, oltrepassa a sinistra la sua asta verticale per andare a chiudersi nella strozzatura mediale, creando quasi un circolo perfetto.
Le lettere, si contraddistinguono per l’aspetto posato, ma anche per gli svolazzi e le volute che definiscono in particolare i caratteri “G, R, U, B”.
Le volute sommitali della “U”, gli svolazzi inferiori e posteriori del tratto verticale della “B”, entrambe dall’andamento sinuoso terminano i loro tratti con volute convesse.
Nella “M”, accentuata nelle volute e come la “R” chiamata a fondersi con la decorazione della corona, riconosciamo invece il corsivo di Dürer, qui articolato in una sovrabbondanza di tratti che, proprio perché ridondanti rispetto alle esigenze puramente figurative, si fanno…
…come di consueto indizio dell’anamorfismo del disegno, cui è sotteso il gioco delle lettere stesse e la loro interpretazione formale e contenutistica.
Differente il gruppo finale “AC” sito subito sotto la “B” dal tracciato più asciutto e privo di elementi ridondanti dove il rimando è, come già evidenziato per le maiuscole di “Endres”, alla capitale romana – in cui percepiamo l’influsso del gotico düreriano.
A breve pubblicheremo la Biografia di Endres Von Grumbach, Maestro dei Cavalieri Teutonici su Wikipedia #StayTuned
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Dalla storia del Mondo alla storia del mondo
Il Liber Chronicarum rappresenta per il giovane Albrecht Dürer il passaggio dalla verginità e dallo stupor di un ragazzo di bottega di genio, all’intuizione di un progetto ambizioso fino alla follia. Contenere tutto lo scibile
storico e cronachistico, religioso e mitopoietico, scientifico, geografico e paesaggistico su un solo supporto, in una sola opera o meglio in una serie infinita di opere che comporrà il suo lascito artistico; distillare dalla carta e dalla tela, suono (dalla parola scritta)