Sento che un personaggio di FdI ieri sera ha usato queste parole per una inchiesta giornalistica.
Adesso gli racconto io com’è un plotone di esecuzione.
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Mi chiamo Antonio Raddi ed ero un ragazzo tranquillo di Vicchio del Mugello: non ero né un partigiano né un traditore, e tantomeno un comunista, la politica non mi interessava.
Ma si era nel Marzo del ‘44 e come tanti altri ragazzi della mia età fui chiamato alle armi.
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Avrei dovuto combattere contro altri italiani perché il duce me lo chiedeva. Capii che era sbagliato e non mi presentai alla chiamata. Molti altri giovani fuggirono sui monti, si unirono ai partigiani.
Io e mio fratello no.
Non scappammo, non avevamo fatto nulla di sbagliato.
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Fu così che in sette ragazzi ci ritrovammo in prigione, per renitenza alla leva, e un tribunale fascista ci condannò subito a morte.
Non ci fu nulla da fare, anche i tentativi del tenente Cappellano militare don Angelo Beccherle di ottenere la grazia per tutti non riuscirono.
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Venne a trovarmi il cappellano ed io ero disperato, non volevo morire, non capivo.
Il cappellano mi disse che due di noi erano stati graziati.
Uno era mio fratello Marino e allora mi calmai.
Mi inginocchiai e gli dissi queste parole.
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“Padre, mi confessi, non ho paura di morire; di due figli la mia mamma ne ha almeno uno, che grazia mi ha fatto la Madonna!”.
Poi aspettammo, passando dalla disperazione alla rassegnazione.
E arrivò l’ora dell’esecuzione.
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Si affacciò un brigadiere dei carabinieri alla porta della cella, ci mise le manette e ci disse di seguirlo.
Io gli dissi: “So che tu sei comandato e non ne hai colpa: io ho sempre voluto bene ai carabinieri, non stringere forte perché mi faresti male”.
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A queste parole il carabiniere finse di cercare qualcosa, diede le manette ad un altro e uscì solo a piangere.
Lo stesso fecero altri due carabinieri.
Ma i fascisti avevano deciso che si doveva dare un esempio.
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Troppi renitenti alla leva, troppi giovani che fuggivano dalla guerra, e troppi che si univano ai partigiani.
Si era nella Firenze del ‘fascistissimo’ Pavolini, sempre in camicia nera ovviamente.
Non ci fu pietà.
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Un po’ di pietà la ebbero quelli del plotone di esecuzione: alcuni spararono apposta alle gambe, altri in aria.
In due ebbero la fortuna di morire subito.
Ci pensò poi il maggiore Mario Carità, comandante delle SS, che dopo alcuni istanti ci diede il colpo di grazia.
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Il Guidi era ancora in grado di parlare e gridava “Mamma, mamma”.
Carità passò e scarico la sua rivoltella sulla testa di tutti noi.
Alcuni dei presenti, in maggior parte giovani appena arruolati, svennero. Qualcuno si fece il segno della croce e pianse.
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Un ufficiale invece arrivò a dire: “Beh, ragazzi, vi è piaciuto il cinematografo di stamani?”
Altri parlarono alle truppe e spiegarono che era giusto così.
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Egregio Sig. #Crosetto : chi fa politica, chi va spesso in TV, dovrebbe usare le parole con attenzione.
Tanto più se rivolte a dei giornalisti che indagano sui rapporti di due partiti di destra con i gruppi neofascisti.
Io ci sono passato da un plotone di esecuzione, so cos’è.
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“Yo soy Georgia” 🤔
Ok, ma chi sono i tuoi amici di VOX?
“Vox si definisce un partito di destra d'ispirazione cristiano-democratica, monarchico e conservatore”.
Ok, anche se già il monarchico e democratica insieme…
Si definiscono “pro-vita”e contro l’aborto.
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Vox è contro i matrimoni e le adozioni delle coppie gay.
Libertà eh…
Però sono favorevoli al divorzio, a proposito di identità cristiana.
E in politica interna?
Vox si considera monarchico, nazionalista, populista e centralista, contro le Autonomie Statali”.
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Quanto durerebbe un’alleanza Lega-FdI?
Vox, l’amico di Meloni, vuole un maggior ruolo dello Stato centrale e una riduzione delle autonomie concesse alle comunità basca e catalana.
Ma come? Ma se Giorgia ha urlato che l’arresto in Sardegna di Puigdemont è stata una vergogna?!? ⬇️
Salvini che dice “non vergogniamoci del nostro passato” riprende le posizioni politiche del dopoguerra: gli anni dal ‘46 al ‘60 furono caratterizzati dalla negazione di cosa era successo dal ‘43 al ‘45.
La guerra civile. 1/n
Per i governi del dopoguerra era più urgente combattere il comunismo, rafforzare il patto con il blocco occidentale.
Per la popolazione la guerra dopo il ‘43 divenne una conseguenza dell’asse Mussolini-Hitler, una guerra della Germania contro Italia.
2/n
La Germania fu consapevole delle sue colpe e processò i gerarchi nazisti, in Italia fu decisa l’amnistia: gerarchi, prefetti, giudici, podestà… tutti quelli che avevano compiuto crimini furono graziati.
E i non colpevoli non hanno ragione di vergognarsi del loro passato.
3/n
Chissà se nel 1920 ci fu qualcuno che disse “Eh, ma fermiamo tutti i movimenti estremisti, anche quelli di sinistra”.
La Marcia su Roma del ‘22 non fu improvvisata, fu preparata meticolosamente nei due anni precedenti con la nascita e crescita di uno squadrismo organizzato.
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Il primo episodio violento accadde nell’Autunno del 1920, a Bologna: i socialisti stavano festeggiando l’elezione a sindaco di Ennio Gnudi, dirigente sindacale del PSI.
Circa trecento fascisti armati volevano entrare a Palazzo d’Accursio, ma le Guardie Rosse lo impedirono.
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Per difendere il Palazzo vennero gettate alcune bombe a mano e molti spararono. Il mutilato di guerra Giordani sarà considerato il primo grande martire della rivoluzione fascista. La salma sarà esposta in un'aula del tribunale e vegliata da picchetti di camicie nere.
Armate.
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Tutti sanno (o almeno spero) dell’assassinio di Giacomo Matteotti nel Giugno del ‘24.
Forse qualcuno conosce pure il suo famoso discorso alla camera, che gli costò la condanna a morte.
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“Contestiamo in questo luogo e in tronco la validità delle elezioni della maggioranza. Vi è una milizia armata, composta di cittadini di un solo Partito, la quale ha il compito dichiarato di sostenere un determinato Governo con la forza, anche se ad esso il consenso mancasse”.
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Ma un motivo per cui pagò con la vita il suo impegno fu anche un altro.
Nei tre anni precedenti la Marcia su Roma di Mussolini le basi dello squadrismo si erano ben consolidate: soprusi, violenze avvenivano di continuo ma erano sottovalutate.
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Juan Guzman, che divenne poi il fotografo preferito di Frida Kalho e Diego Rivera, mi disse: “cerca di sorridere”.
E io lo feci, anche se con un Mauser a tracolla era un po’ strana come situazione.
Eravamo sul tetto dell’hotel Colon a Barcellona, ed io avevo solo 17 anni.
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Ma perché il fucile?
Militavo nell’organizzazione giovanile del Partito Comunista spagnolo ed era luglio del 1936: le forze armate con a capo il generale Francisco Franco avevano appena preso il potere esautorando il governo del Fronte Popolare.
Cominciò così la dittatura.
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Il generalissimo Francisco Paulino Hermenegildo Teódulo Franco y Bahamonde, caudillo di Spagna, godeva di amicizie importanti in quel periodo, ma nessuno avrebbe immaginato quanto dolore avrebbero generato il nazismo ed il fascismo.
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Ero un medico chirurgo, ma mi piaceva studiare un po’ di tutto, dai delfini ai cuculi. Ma magari di questi ultimi vi dico dopo.
Invece vi racconto un po’ di virus e di varianti: era il 1798 quando scrissi la mia prima relazione sul tema, analizzavo gli effetti su due pazienti.
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La mandai anche alla Royal Society, il circolo degli scienziati di Londra, ma secondo loro era troppo rivoluzionaria.
Così cominciai a fare dei test su un campione più numeroso di malati, questa volta 23.
Ma di cosa erano ammalati?
Di vaiolo.
E scrissi un libro.
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Cow pox, il vaiolo di mucca.
O di vacca meglio, visto che poi li avete chiamati vaccini.
Dicevo delle varianti.
A quei tempi in Inghilterra morivano circa 40.000 persone all’anno della forma di vaiolo grave che colpiva gli umani, lo smallpox.
Fra atroci sofferenze.
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