Da stamattina cerco una reazione non scomposta e forse utile alle frasi di Barbero: gravi e sbagliate. Esistono montagne di prove, contemporanee e storiche, sui meccanismi sociali attivi per tenere le donne ai margini, e zero evidenza (pur cercata) su "differenze strutturali" 1/n
che non siano l'attivo e proattivo lavoro di esclusione e marginalizzazione da parte di maschi (non di tutti, ma di molti), di ogni persuasione politica, che condividono esattamente questa "opinione" di cui, secondo Barbero, bisognerebbe discutere. 2/n
Trovo grave il fatto che uno storico si difenda col velo della finta ignoranza "il mio compito non è indagare il presente o il futuro", per dare legittimità di opinione al cuore stesso di ogni misoginia: forse le donne hanno dei limiti, parliamone! 3/n
Eppure il ragionamento di Barbero offre implicitamente una risposta chiara alla domanda della giornalista sul perché le donne fatichino a arrivare al potere o a fare carriera o avere pari retribuzione: perché ci sono tante persone come Barbero 4/n
che pensano che valga la pena chiedersi se alle donne manchino delle qualità necessarie. Basta questa domanda, analoga a "val la pena chiedersi se la terra sia piatta" per ottenere l'effetto. 5/n
Nel dubbio che la terra sia piatta, val la pena di evitare di superare le bocche di bonifacio rischiando di cadere giù. Non è neutra la intervista di Barbero, non è derubricabile, 6/n
è un secchione d'acqua gettato nel lago della disuguaglianza che le donne e (per fortuna) molti uomini cercano da molti anni di svuotare. Che dire, complimenti. Perché non sia una fatica di Sisifo bisogna essere di più a svuotare che a riempiere: forza con quei recipienti. -end
Bonus track: il Nobel al maschio anziché alla scopritrice donna. E' una cosa talmente diffusa che ha un nome: "Effetto Matilda" internazionale.it/video/2021/10/…
Impeccabile, ma proverei a chiedermi perché. La mia ipotesi è che c’entri molto questo mezzo che stiamo usando e i suoi simili. Il diluvio di informazione di testi da leggere brevi e lunghi, affastellati. Le cosiddette classi dirigenti che passano il tempo su twitter (thread 1/9)
Twitter in cui si alterna la foto di un bambino morto in mare a una facezia qualsiasi della celebrity di turno alle lasagne della nonna alla spigolatura della filosofa di Londra. Non è la assenza di priorità e valori a caratterizzare questo flusso continuo (che su twitter
è più evidente ma vale per tutti i luoghi mediatici) è la *cancellazione* di priorità e valori. Questo ha prima generato la equivalenza di valore delle opinoni, con l’attore che parla dell’Euro e l’economista della qualunque. E poi ha portato all’inflazione della parola (3/9)