Ieri il Pdr ha detto che i giovani devono mettersi in gioco e rischiare. Bene, perché mai dovremmo metterci in gioco e rischiare per questo sistema? Già molti lo hanno fatto, e in cambio di cosa? Della propria vita, o di lavori precari per sopravvivere 1/
Quindi, caro Presidente, ci dia un motivo valido per metterci in gioco e rischiare per un sistema che ci mette uno contro l'altro, ci vuole sudditi e in caso ci elimina pure. Noi ci siamo messi in gioco per abbattere questo sistema morente e tossico 2/
Per ricostruire, dalle vostre ceneri, un sistema che tenga alla crescita e formazione, che si preoccupi della nostra salute mentale e fisica, che ridia il piacere della collettività e comunità. Un sistema che insegni i valori di appartenenza nazionale 3/
Un sistema che riprenda i giovani come soggetto della politica sempre, non solo durante le campagne elettorali, che riporti l'interesse verso la nazione e il suo futuro. Tutto quello che il sistema attuale non è, e si pretende anche che ci si sacrifichi per esso. 4/
Ebbene, egregio Presidente, noi non ci sacrificheremo per nessuno di voi. In compenso ci siamo messi in gioco contro ognuno di voi, per far si che ciò suddetto avvenga, in nome del futuro della nazione e del popolo italiano. Un caro saluto dagli studenti di Roma.
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La delusione nei nostri coetanei è indescrivibile. Ormai assorbiti dalla propaganda continua e indottrinamento a livello scolastico, sono il futuro di questa distopia: Obbedienti, "moderati", servili e acritici. /1
Il nostro processo di crescita è fatto di indottrinamento continuo: all'obbedienza nelle istituzione, al non contestare tuoi superiori, a non avere un'opinione se non quella degli "esperti", e soprattutto ad esprimerci con moderazione in ogni cosa. /2
Un sistema che educa all'apatia sociale e all'esclusione delle persone attive ed emotive, classificate come dei "Soggetti". Creano già da subito la tendenza a fidarsi di chi è moderato, presentabile e falsato, contro chi è reale e si esprime in modo diretto e con passione /3
"La vita delle società in cui regnano le moderne condizioni di produzione si presenta come un'immensa accumulazione di spettacoli. Tutto ciò che era direttamente vissuto si è allontanato in una rappresentazione.
Le immagini che si sono distaccate da ciascun aspetto della vita si fondono in un corso comune, dove l'unità della vita non può più essere ristabilita.
La realtà parziale si dispiega nella propria unità generale in quanto pseudo-mondo a parte, oggetto di sola contemplazione.
La specializzazione delle immagini del mondo si ritrova nel mondo autonomizzato dell'immagine, dove il menzognero ha mentito a sé stesso.
Lo spettacolo in generale, in quanto inversione concreta della vita, è il movimento autonomo del non-vivente."