Thread by @EsteriLega

Vorrei esprimere qui ora qualche pensiero sull'accordo bilaterale con la Francia.
In premessa: distinguiamo tra contenuto e forma.
La forma non va: negoziare tenendo all'oscuro il Parlamento non va bene, per i motivi che sapete. A meno che non siano incluse clausole (1/n)

che richiedano particolare riservatezza, e allora si entra in un altro universo.
La normativa procedurale relativa ai trattati internazionali ed alle intese tecniche è nota e pubblica (seppur priva di allegati), ed è qui: esteri.it/mae/resource/d… . Se non piace
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la si cambi subito, senza perdere tempo, è "solo" una circolare. Se fosse stata violata (?) lo si faccia presente, esistono gli strumenti. Se tutto va bene invece è inutile e controproducente lamentarsi.
Rimane ancora un lungo percorso affinchè l'accordo produca
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(eventualmente) i propri effetti: prepariamoci per combattere nelle sedi appropriate quello che non va (se ci fosse qualcosa che non va).
Un mio pensiero: le modalità procedurali non sono state corrette nei confronti del Parlamento, bisognerà sottolinearlo, impegnando
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il governo per il futuro ad adottare un metodo d'azione più trasparente, a partire da subito e rispetto agli accordi in corso di negoziazione (quali sono?esiste una programmazione?chi la decide?se non c'è vogliamo prepararne una?chi parteciperà?eccetera).
(5/n)

Rispetto ai contenuti: vanno esaminati attentamente, così come attentamente essi sono stati negoziati ( è vero?). Ad una prima rapida lettura non compaiono novità straordinarie, ma una valutazione serena richiede almeno un po' di tempo, mezz'ora non basta. (6/n)

Quando potremo avere maggiori informazioni sulla procedura che è stata seguita (quando?) potremo chiedere di conoscere la genesi dell'accordo, e comprenderlo meglio (avrebbero dovuto farlo prima, ma si sa): quali modelli sono stati utilizzati, quali fini perseguiti,
(7/n)

quali novità introdotte e perchè e suggerite da chi, eccetera. Nulla compare su un foglio per caso, una ragione deve sempre esserci, spetta anche a noi chiederlo. Dalle risposte che otterremo potremo comprendere di più, senza farci confondere dalle esche lanciate dalla (8/n)

solita stampa che forma l'opinione pubblica.
Ancora rispetto ai contenuti: l'accordo delimita il perimetro per azioni successive, che non sono ovviamente ancora definite nei dettagli (p. es. comitato strategico paritetico e vertice intergovernativo): prepariamoci
(9/n)

anche rispetto a quella attività (con proposte, chiedendo spazio, offrendo collaborazione, raccogliendo le istanze dai territori e dai settori coinvolti, impegnando qualcuno a seguirne l'avanzamento, definendo una nostra linea politica,..)
(10/n)

Infine: il metodo intergovernativo è alternativo ( e può essere certamente sostitutivo) rispetto a quello eurounitario. La stessa "prevalenza del diritto comunitario" trova negli accordi intergovernativi un importante interlocutore (avrei preferito dire "rivale", ci siamo
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capiti). Sfruttiamone le opportunità senza fare gne gne, rendiamoci parte attiva, proponiamo attivamente (vogliamo stipulare accordi?con chi? su quali temi?con quali forme?per ottenere cosa?), prepariamo una nostra agenda e continuiamo a #combattere per realizzarla.
(12/n)

Molto si sta già facendo, lavorando insieme potremo fare ancora di più, uscendo dalla narrazione monotematica di questi ultimi due anni, guadagnandoci uno spazio ed un ruolo internazionale, meritandoci la fiducia dei cittadini.
(13/13 FINE)