Facciamo chiarezza contro le solite bugie sovraniste. Michele Di Bari è stato nominato nel maggio del 2019 dall’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini, con il merito da prefetto di Reggio Calabria di aver avviato su sua iniziativa ispezioni sul sistema Riace di Mimmo Lucano.
Aveva intuito che provando a smantellare Riace avrebbe fatto carriera. Ma non solo, Di Bari aveva affrontato la vicenda drammatica della baraccopoli di San Ferdinando portando le ruspe -
come piace a #Salvini - ma senza un vero piano di integrazione.
Dal 2016 al 2019 Michele Di Bari è stato prefetto di Reggio Calabria voluto da Minniti, poi promosso a Capo dell’Immigrazione da Salvini, riconfermato dal Governo Conte e infine ereditato da Lamorgese.
sapete cosa trovo di più grave di questa vicenda? Di Bari si è dimesso perché l’azienda della moglie, Rosaria Livrerio Bisceglia, è al centro di un’inchiesta per caporalato e sfruttamento dell’immigrazione. Una condizione che riguarda tantissimi irregolari in tutto il Paese.
Ora, posto che Di Bari poteva non essere a conoscenza dei presunti reati della moglie, a voi non sembra una contraddizione enorme? È questa l’anima della destra? Con una mano negare accoglienza e creare immigrazione illegale e con l’altra sfruttarla proprio perché illegale?
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Il ministro Lamorgese - in silenzio, senza indossare divise e senza clamore - ha completato l’opera di Minniti e #Salvini: nel Mediterraneo uomini donne e bambini muoiono, senza nessuno a prestare soccorso.
Le Ong, infangate dai politici, indagate dalla magistratura senza esito e bloccate nei porti con pretesti assurdi, in mare non ci sono più;
eppure i migranti continuano a partire dall’inferno libico, a morire nel Mediterraneo senza ricevere soccorso (gli sos intercettati da @alarm_phone restano senza risposta) e ad arrivare sulle coste Italiane.