Ieri abbiamo appurato che #Omicron è tutto tranne che un raffreddore e probabilmente mai lo sarà
MA esistono ormai sempre più dati sul fatto che sia leggermente meno patogenica di Delta.
In questo 3d cerchiamo di capire perche.
1/n
Il bravissimo @bad_scientists ha descritto qui alcuni meccanismi osservati in vitro che potrebbero spiegare la minor patogenicità di Omicron.
Qui vi voglio parlare di un ulteriore meccanismo scoperto di recente e descritto in un pre-print 2/n cattiviscienziati.com/2022/01/02/omi…
Alcuni ricercatori hanno notato che la variante Omicron è meno abile nel contrastare la risposta innata del nostro sistema immunitario.
Penso sia il momento per un bel ripasso di immunologia, prometto che sarà semplice ( mi devono scusare gli immunologi) 3/n
Partiamo con una bella suddivisione del sistema immunitario, abbiamo due blocchi:
-Innato
-Adattativo
L'innato è veloce ed aspecifico mentre l'adattativo è lento ma specifico.
Ne parlo per esteso qui: repubblica.it/salute/2021/12… 4/n
Per iper semplificare possiamo immaginare l'infezione sulla linea temporale e più tempo passa e più il virus procede nel nostro corpo e più la malattia progredisce e peggiora. Il nostro sistema immunitario pone diverse 'barriere' alla progressione del virus. 5/n
Andiamo a vedere nel dettaglio i vari step: 1) il virus entra, immediatamente si attiva il sistema innato: febbre, infiammazione nel sito di entrata e produzione di interferoni ( molecole che contrastano il virus)
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Il nostro sistema innato non è stato in grado di arrestare l'avanzata del virus che ora punta alle cellule. (sappiamo che Sars-CoV2 ha dei meccanismi per spegnere il nostro sistema immunitario innato) 2) gli anticorpi neutralizzanti arrivano, impediranno l'ingresso nelle cellule
Gli anticorpi neutralizzanti hanno fallito e il virus ha infettato le cellule. 3) arrivano i linfociti T killer che riconoscono le cellule infettate uccidendole, nel frattempo si attivano anche i linfociti B che produrranno altri nAbs. 8/n
Dopo questa panoramica (semplificata) di come agisce il nostro sistema immunitario vediamo come si comporta #Omicron. Dagli studi in vitro pare che evada la risposta anticorpale ( a causa delle moltissime mutazioni) MA che causi meno malattia severa. cell.com/cell/fulltext/…
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Quindi possiamo immaginare che il nostro sistema innato lo contrasti bene nelle prime fasi, sia un pò carente nella fase di neutralizzazione e poi recuperi nella fase cellulo-mediata. 10/n
Sapete cos'è in grado di creare anticorpi neutralizzanti, stimolare risposta innata e una robusta risposta cellulo-mediata?
Esatto, IL VACCINO! 11/n cdc.gov/coronavirus/20… nature.com/articles/s4157…
Dopo aver letto questo 3d per favore non saltiamo a conclusioni affrettate tipo 'è un raffreddore'' perche come abbiamo spiegato ieri non lo è. 12/n
TAKE HOME MESSAGES: 1) Omicron contiene moltissime mutazioni 2) alcune mutazioni sono favorevoli altre meno 3) il nostro sistema immunitario funziona su diversi livelli e il vaccino li stimola tutti
4)Omicron è meno letale ma rimane pericolosa 5) vacciniamoci e proteggiamoci
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No, non sono le creme solari a causare il cancro ma le scottature.
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L’idea che le creme solari “facciano venire il cancro” è infondata. Al contrario, a mettere davvero a rischio la pelle sono le scottature, specialmente durante l’infanzia e l’adolescenza.
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Uno studio pubblicato su Cancer Epidemiology, Biomarkers & Prevention ha seguito oltre 100.000 donne per 20 anni, valutando sia l’esposizione cronica ai raggi UV che la presenza di scottature gravi in giovane età. I risultati sono netti:
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Le evidenze scientifiche disponibili, incluse le analisi di oltre 700.000 soggetti in studi internazionali, mostrano che l’uso del cellulare non aumenta il rischio di cancro al cervello né di altri tumori.
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Né oggi né con la diffusione del 5G, che usa frequenze non ionizzanti: troppo deboli per danneggiare il DNA.
Il timore che i telefoni cellulari possano provocare tumori si basa su due fattori.
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Il loro utilizzo vicino alla testa e il fatto che emettono radiazioni a radiofrequenza. Ma si tratta di radiazioni non ionizzanti, cioè troppo deboli per alterare il DNA, a differenza dei raggi X o del radon.
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Serve a qualcosa cambiare lo sciroppo di fruttosio con lo zucchero di canna?
Assolutamente no.
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Nonostante lo zucchero di canna goda di un’immagine più “naturale”, il confronto con lo sciroppo di fruttosio non cambia la sostanza: entrambi sono fonti concentrate di zuccheri semplici e calorie, con effetti simili sul metabolismo se consumati in eccesso.
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Lo sciroppo di fruttosio contiene una percentuale variabile di glucosio e fruttosio, mentre lo zucchero di canna è quasi interamente saccarosio (un disaccaride formato da glucosio e fruttosio). Una volta assorbiti, i loro effetti metabolici si equivalgono.
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Ogni pensiero, ricordo o movimento nasce dall’energia chimica ricavata dal glucosio: a riposo il sistema nervoso consuma circa il 20 % del fabbisogno energetico totale, e nella prima infanzia arriva a superare il 40 %.
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La glicolisi trasforma questo zucchero in ATP, alimentando il ciclo di Krebs, il potenziale d’azione e la sintesi dei neurotrasmettitori.
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Anche lievi oscillazioni glicemiche si riflettono su attenzione, memoria e tono dell’umore, mentre squilibri prolungati possono ridurre materia grigia, connettività e performance cognitive.
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Sì, i vaccini fanno parte della prevenzione cardiovascolare.
Non solo riducono il rischio di infezioni come influenza, polmonite o SARS-CoV-2, ma diminuiscono anche la probabilità di eventi cardiaci maggiori, soprattutto nei pazienti più fragili.
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Una nuova Consensus pubblicata dalla Società Europea di Cardiologia (ESC) ribadisce un concetto ormai solido: le infezioni respiratorie aumentano il rischio di infarto, scompenso e complicanze cardiovascolari.
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Vaccinarsi non serve solo a evitare la malattia infettiva in sé, ma può prevenire le sue conseguenze cardiache. Le evidenze disponibili mostrano una netta riduzione del rischio cardiovascolare dopo la vaccinazione, specialmente nei soggetti con malattia coronarica.
3/n
Non esistono dubbi: l’esposizione solare senza protezione causa il cancro della pelle. Le prove arrivano da studi epidemiologici su larga scala e da meccanismi molecolari ben documentati.
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Da tempo la comunità scientifica ha stabilito un nesso causale tra esposizione ai raggi ultravioletti (UV) e sviluppo di tumori cutanei. Non si tratta solo di associazioni statistiche: l’evidenza è ampia, solida e coerente.
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Gli studi epidemiologici mostrano che chi vive in aree geografiche con alta intensità solare ha un rischio maggiore di melanoma e di carcinomi cutanei non-melanoma. Il rischio aumenta anche in chi ha avuto frequenti scottature solari, soprattutto in età giovanile.
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