#StoriaJedi
La crisi Ucraina. L’espansione NATO a est
Durante la guerra fredda, USA e URSS si fronteggiavano anche con le loro alleanze militari. Da un lato la NATO, dall’altro il Patto di Varsavia.
Con l’implosione dell’Unione Sovietica anche la rete di alleanze si sciolse. ⬇️
Nel 90, la Germania Est uscì dal patto, che da quel momento perse ogni sorta di importanza agli occhi delle altre nazioni. Nel 91 il patto venne sciolto e si raggiunse un accordo per il ritiro delle truppe sovietiche dalle repubbliche facenti parte dell’alleanza.⬇️
Entro la fine del 94 la Russia completò il ritiro senza difficoltà. Una delle polemiche in corso riguardanti l’attuale situazione in Ucraina è l’ipotetico ingresso di quest’ultima nella Nato e la necessità da parte della Russia di non trovarsi poi accerchiata da nazioni ⬇️
facenti parte dell’Alleanza Atlantica. Come per ogni “casus belli” (se vogliamo considerarlo tale) ci sono diversi punti di vista sulla questione, per cui ve li esporrò entrambi e solo al termine aggiungerò le mie conclusioni.⬇️
Agli inizi degli anni ‘90 (ricordate le date citate in precedenza) alcuni esponenti occidentali di primo piano avevano garantito all Unione Sovietica che la Nato non si sarebbe allargata verso est. Queste rassicurazioni furono date agli esponenti sovietici durante gli incontri ⬇️
per la riunificazione della Germania. Nel 91 l’URSS implode e il Patto di Varsavia si scioglie, le promesse fatte non vengono tramutate in trattati e già nel 99, in barba a quegli accordi non scritti, la Nato iniziò ad allargarsi verso est con l’ingresso di Ungheria, ⬇️
Polonia e Repubblica Ceca e successivamente nel 2004 con Slovacchia, Romania, Bulgaria e le tre repubbliche baltiche (Estonia, Lettonia e Lituania). Il maggiore giornale locale (prima sovietico, poi russo) Komsomolskaya Pravda, ha rivelato nel 2016 (2 anni dopo l’attacco⬇️
all’Ucraina) delle registrazioni audio e video che dimostrerebbero la veridicità di questa versione.
Inoltre, ci sarebbe una dichiarazione da parte dell’ex ministro degli esteri della Germania Ovest e di quello statunitense datata gennaio 1990 in cui, il primo dichiarava che⬇️
non ci sarebbe stato nessun allargamento della Natonè alla Germania Est nè ad altre nazioni per fornire all’Unione Sovietica una garanzia di sicurezza. Ancora, l’ex Segretario di stato USA, incontrandosi con Gorbaciov nel 90 gli avrebbe confermato che la sfera di influenza ⬇️
della Nato non si sarebbe spostata verso Est. Si potrebbe continuare ma ci fermiamo qui. La tesi di Putin è che con l’ingresso dell’Ucraina nella Nato, la Russia sarà di fatto accerchiata e, pertanto, è necessaria la presenza di stati cuscinetto per tenere i possibili avversari⬇️
distanti dai propri confini per mantenere un clima distensivo. Per questo (e tante altre umiliazioni subite afferma Putin) quindi è stata condotta l’operazione nel 2014 che ha portato ad annettere le regioni orientali ucraine e la Crimea.⬇️
La versione della Nato:
La questione dell’allargamento ad Est non è mai stata sollevata a livello ufficiale dagli esponenti sovietici del tempo. Con la caduta del muro di Berlino nell’89 iniziò il processo di implosione dell’URSS. Le riforme di Gorbaciov furono tardive⬇️
e insufficienti davanti alle richieste avanzate prima dai paesi baltici (Estonia, Lettonia e Lituania) e poi dalle repubbliche dell’Europa centrale. Era impossibile fermare il processo di riunificazione della Germania, ma il Patto di Varsavia e l’URSS esistevano ancora ⬇️
durante le conferenze riguardanti la riunificazione. In questi negoziati, tedeschi e americani dissiparono i dubbi e le paure dei sovietici e si accordarono su una Germania unificata parte della Nato, ma senza basi Nato nel territorio della Germania Est e in più, ⬇️
il pagamento di un aiuto economico molto sostanzioso. Quest’accordo fanno notare, fu raggiunto solo al termine tra continui contatti ad ogni livello politico da Gorbaciov (e i corrispettivi presidente USA e cancelliere tedesco) a scendere. In cambio, nessuna delle nazioni ⬇️
occidentali avrebbe approfittato di quel momento di debolezza. Tutte le conversazioni e le dichiarazioni che la Russia dice fossero una “promessa non scritta” di non allargamento della Nato, rientrano in realtà in quei colloqui per la riunificazione, all’interno di un altro ⬇️
contesto storico.
Ora, sarebbe il momento delle note a margine. Indipendentemente dalle opinioni personali di ognuno di noi, vanno tenute a mente le seguenti considerazioni:
- la questione delle promesse violate prende veramente forza dopo il 2014 in seguito alle polemiche ⬇️
per l’annessione da parte russa di Crimea e regioni orientali dell’Ucraina
- agli inizi dell’aggressione del 2014 (vedremo poi nella prossima puntata), i russi hanno sempre dichiarato di non aver nulla a che fare con la presenza di carri armati, mezzi blindati e soldati ⬇️
perfettamente armati e addestrati che hanno preso il controllo di quelle regioni (“sono solo semplici cittadini, l’esercito russo non è coinvolto” dichiararono)
- la Nato, fu restia all’inizio all’ammissione di nazioni orientali nell’alleanza. Tuttavia, in cambio di un futuro⬇️
pieno di buoni propositi la Nato avviò colloqui e collaborazioni con tutti gli interessati. Nacque anche una collaborazione con la Russia stessa. Gli USA permisero successivamente “sulla fiducia” alla Russia di entrare a far parte del Fondo Monetario Internazionale, ⬇️
della Banca Mondiale, del G7 e dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (senza di cui la Russia sarebbe rimasta praticamente tagliata fuori dai commerci e dagli investimenti mondiali che invece le hanno permesso di risollevarsi dalla catastrofe economica in cui si ritrovò ⬇️
con la fine dell’URSS).
- la Russia considerò tutte le concessioni come “poca cosa” rispetto ai danni subiti. La voce fornita alla Russia in sede Nato non era sufficiente perchè non avrebbero avuto diritto di veto sulle decisioni Nato. L’intervento in Kosovo (ricordiamo atto⬇️
a fermare un genocidio) fu considerato come un colpo di stato dell’occidente per aggirare una possibile decisione del consiglio di sicurezza Onu dove siede permanentemente la Russia. La presenza di basi missilistiche a ridosso dei confini della Russia nelle basi Nato orientali⬇️
è una minaccia alle possibilità di risposta nucleare russa.
Per quanto riguarda le mie personali opinioni invece:
Rigore è quando l’arbitro fischia. Non esistono “patti non scritti”. Esistono gli accordi verbali e poi esistono gli accordi internazionali controfirmati. ⬇️
Ammettendo che sia pienamente vera la versione Russa, non è possibile pretendere che una nazione democratica rispetti in eterno un accordo verbale. Così come si evolvono le situazioni e le mentalità, così variano i governi e la possibile promessa fatta da un ministro,⬇️
o anche da un presidente ad un altro in democrazia non può essere assolutamente vincolante finchè non si è in presenza di un trattato (anche segreto) che, così facendo, vincoli i successivi governanti al rispetto degli accordi. Questo i russi lo sanno bene, così come sanno bene⬇️
che l’attuale potenza militare russa è sicuramente in grado di tenere testa alla Nato, se non di sopraffarla sicuramente nel breve termine grazie all’immenso numero di mezzi corazzati a disposizione ed a un’ottima aviazione. La questione della missilistica: finora non esiste ⬇️
nessuna certezza che siano stati creati scudi stellari in grado di proteggere da un attacco con missili balistici, è tutto sulla carta. Sicuramente però i russi hanno ragione a dire che la presenza di batterie missilistiche è un atto ostile, perchè nel caso fossero davvero⬇️
in grado di nullificare la potenza nucleare russa, si tratterebbe di un atto ostile, nient’affatto a scopo difensivo, permettendo agli USA di avere un vantaggio tattico enorme sull’avversario. La questione delle basi Nato a ridosso dei confini russi, ha valore solo nel caso ⬇️
si pensi alla possibilità di un’invasione via terra: cosa che per essere realizzata richiederebbe l’ammassamento di uomini e mezzi nel tempo, così come sta facendo in questo momento la Russia, oltre ad un efficace piano) difficile da nascondere in una guerra moderna.⬇️
E nel caso si volesse invadere la Russia, le sue dimensioni in termini di estensione sono sicuramente la carta vincente che le ha permesso di resistere a tutti gli invasori da Napoleone alla Germania di Hitler.
Ma anche se tutte le considerazioni di Putin fossero vere,⬇️
compreso il “è il momento che ci rispettiate e la smettiate di considerarci inferiori”, sono queste motivazioni sufficienti per aggredire militarmente ed invadere nazioni indipendenti come la Georgia e l’Ucraina causando migliaia di morti e un’enorme devastazione?⬇️
Note: Komsomolskaya Pravda, il giornale che sta continuamente diffondendo la vicenda come uno scandalo, era il giornale della propaganda in tempi sovietici. Come tutte le riviste ha avuto i suoi momenti di gloria e i suoi scheletri nell’armadio a causa delle mutevoli condizioni⬇️
politiche tipicamente sovietiche/russe. E’ stato importante per la diffusione del materiale scientifico e sportivo tra i giovani ma è stato anche un pilastro portante della propaganda di stato. Oggi è di Gazprom e non è allineato con tematiche tolleranti e progressiste. Fine
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La crisi ucraina. Iniziamo dalla storia della regione.
La città di Kiev, oggi capitale dell’odierna Ucraina, ha origini antiche. Tra il IV e il V secolo dopo cristo, uno storico dei goti indicava la presenza della città di Danaprstadr nella stessa zona dove oggi sorge Kiev. ⬇️
Era una posizione strategica, lungo le rotte commerciali che collegavano l’Impero Romano d’Oriente al nord-est europeo. Pellicce, legname e metalli viaggiavano lungo questa rotta che risultava abbastanza agevole grazie alla presenza del fiume Dnipro che dal Mar Nero si inoltra⬇️
nell’interno dell’Europa orientale permettento alle navi di trasportare merci in maniera sicura e veloce. La presenza della flotta bizantina era inoltre in grado di mantenere la rotta al sicuro da ogni sorta di pericolo.
La città conobbe uno sviluppo continuo per circa 3 secoli⬇️