“Questa non è solo una guerra. E' molto peggio”. Sintesi della mega intervista concessa da Vladimir Zelensky a Ivan Kolpakov, Mikhail Zygar, Tikhon Dzyadko e Vladimir Solovyov di Kommersant. ⤵️ meduza.io/feature/2022/0…
Volodymyr Zelensky ha rilasciato la prima lunga intervista ai giornalisti russi dall'inizio della guerra. Ad intervistarlo sono stati:
- Il caporedattore di @meduzaproject Ivan Kolpakov
- Il caporedattore del canale televisivo indipendente russo @tvrain Tikhon Dzyadko
- Il giornalista e scrittore Mikhail Zygar (ha anche rivolto a Zelensky una domanda del caporedattore della @novaya_gazeta e premio Nobel Dmitry Muratov)
- Il corrispondente speciale di @Kommersant Vladimir Solovyov (da non confondere con l'omonimo propagandista).
L'intervista è stata condotta su Zoom. E' stata pubblicata nella sua interezza e con un montaggio minimo - su Meduza, il canale YouTube di Tikhon Dzyadko ed Ekaterina Kotrikadze, il canale televisivo tedesco OstWest e in altre pubblicazioni.
Questo il video completo (in russo) ⤵️
La prima domanda è stata sul fatto che le lettere V e Z, che ora sono ampiamente utilizzate in Russia per supportare l'invasione militare, rappresentano le iniziali del presidente ucraino.
"Scusi la schiettezza, secondo lei, 'la soluzione finale del problema Zelensky' è uno degli obiettivi principali dell'attacco all'Ucraina?"
Zelensky ha risposto di ritenere così e che probabilmente "ci sono stati diversi tentativi di farmi fuori da parte di persone diverse", anche politicamente parlando, ad esempio da parte del "gruppo di Medvedchuk, il padrino dell'attuale presidente russo".
Zelensky ha parlato quindi dell'interferenza russa nelle elezioni regionali in Ucraina, e del tentativo russo di destabilizzare il Paese per rendere impossibile al governo ucraino il proprio lavoro.
"Ma i russi hanno sbagliato i calcoli, non hanno compreso la voglia di indipendenza da parte dell'Ucraina", ha aggiunto il presidente ucraino.
La seconda domanda è sulla catastrofe umanitaria di #Mariupol. "Chi controlla la città?". Zelensku ha risposto: "La città è bloccata dall'esercito russo. Tutti gli ingressi e le uscite dalla città di Mariupol sono bloccati. Il porto è minato".
"Una catastrofe umanitaria all'interno della città sta inequivocabile accadendo, perché è impossibile arrivarci con cibo, medicine e acqua. I militari russi aprono il fuoco sui convogli umanitari. I conducenti vengono uccisi".
Zelensky ha anche ricordato i civili che sono stati deportati contro la propria volontà da Mariupol verso la Russia, inclusi "più di duemila bambini. La loro posizione esatta è sconosciuta. Possono essere lì con o senza i loro genitori. Tutto sommato, è un disastro".
"Per farvi capire la situazione: in città ci sono cadaveri sdraiati sulle strade, sui marciapiedi. I cadaveri sono solo in giro - nessuno se ne occupa - soldati russi e cittadini ucraini. Tutti. Questa è una follia".
La terza domanda è sulla differenza di valutazioni da parte russa ed ucraina per riguarda il numero di soldati russi morti. "Perché valutazioni così diverse? Cosa succede ai corpi dei soldati russi che sono morti?"
Zelensky risponde che gli ucraini hanno compilato una lista di tutti i soldati russi morti o presi prigionieri di cui sono venuti a conoscenza, e che queste liste sono state comunicate anche ai russi nell'ambito degli scambi di prigionieri avvenuti.
Il presidente ucraino si dice sorpreso dal fatto che i russi non vogliano riprendere i cadaveri dei propri soldati morti e dice che questi sono stati trattati dai propri commilitoni come "sacchi di spazzatura", non esseri umani.
"Non capisco, onestamente, cosa pensa la gente. E soprattutto - cosa ne pensano i genitori di queste persone. Non capisco... Quello che sta succedendo nel vostro Paese, in Russia, è una storia incomprensibile per me. Tragedia. Sì, tragedia. E che ci riguarda".
Zelensky quindi ha ricordato la tattica della terra bruciata utilizzata dai russi non solo a Mariupol ma anche in altre zone del Paese, come ad esempio a Volnovakha dove "non è rimasta nessuna strada, nessuna casa in piedi. Niente".
Per quanto riguarda Mariupol, Zelensky afferma: "ci sono mezzo milione di persone lì. Riuscite a immaginare, una città di mezzo milione di persone, dove il 90% degli edifici è colpito".
"Ieri per qualche ragione, sei missili cruise hanno colpito Lviv. Stavano cercando qualcosa di paramilitare lì... Cosa hanno fatto? Hanno colpito lì vari depositi di petrolio. Capiscono perfettamente che ora è la stagione della semina".
"Cosa c'entra questo... Anche se si trattasse di storie e azioni militarizzate... Cosa c'entra con la campagna di semina? L'Ucraina alimenta parte dell'Europa, metà del mondo arabo".
La quarta domanda è sull'atteggiamento personale di Zelensky nei confronti dei cittadini russi dopo l'inizio dell'invasione il 24 febbraio. "Credi che ucraini e russi riusciranno mai a normalizzare le relazioni?"
Zelensky ammette che dopo il 24 febbraio l'atteggiamento è "molto" peggiorato. "La componente emotiva [della relazione] con la Russia, con il popolo, è andata perduta. Anche se intellettualmente capisco che [in Russia] ci sono molte persone che sostengono l'Ucraina".
Poi il presidente ucraino aggiunge che questi atteggiamenti sono "peggiorati in tutta la popolazione ucraina" e che la situazione rischia di diventare "irreversibile".
"Questo mese, c'è stata una rottura totale, storica, culturale. Globale. Questa non è solo una guerra. Penso che questo sia molto peggio", sono state le parole di Zelensky a questo proposito.
"La profonda delusione [è] che un alto livello di popolazione sostiene la Russia per vari motivi. Non voglio nemmeno dire che questa è [guerra] informativa, lavaggio del cervello. Da un lato, sì. D'altra parte, anche la propaganda è solo una scusa".
"La delusione si è trasformata in odio tra i due popoli. Non ho una risposta su come recuperare le relazioni. Non ho una risposta su se mai torneranno normali. Non sono un profeta. E lo decideranno quelle persone che hanno perso qualcosa in questa guerra".
La quinta domanda a Zelensky è se il presidente ucraino sostenga o meno il boicottaggio della Russia, degli artisti, dei musicisti, degli atleti russi. "Pensa che sia necessario boicottare tutti?"
Zelensky risponde: "penso che sia sbagliato boicottare, ad esempio, Loznitsa. Penso che Loznitsa sia un artista". Sergei Loznitsa, di recente si era opposto al boicottaggio ed è stato espulso per questo motivo dall'Accademia del cinema ucraino.
Allo stesso tempo Zelensky ammette che è difficile evitare tutto questo perchè "più passa il tempo, più l'odio verso i russi non farà altro che crescere".
Zelensky si è detto invece a favore del boicottaggio internazionale di alcuni atleti russi anche se non hanno niente a che fare con la politica, in quanto sanno benissimo cosa sta succedendo in Ucraina ed avrebbero il dovere di denunciarlo.
La sesta domanda a Zelensky riguarda i negoziati in corso, se i sei punti annunciati da Erdogan siano concreti, se davvero ci sono stati progressi su almeno quattro di questi punti e cosa significhi l'idea del referendum confermativo su qualsiasi accordo venga raggiunto.
Zelensky risponde: dei primi due punti, di "denazificazione e smilitarizzazione" non ne discutiamo affatto. Non ci sediamo neppure al tavolo se si parla di queste cose. "Per me sono cose assolutamente incomprensibili".
Per quanto riguarda la difesa della lingua russa, il terzo punto in discussione, "ogni giorno ulteriore di guerra mette in discussione la comprensione generale di cosa sia la lingua russa. Cioè, le persone in Ucraina non ne vorranno più sentire parlare".
"Se i russi vogliono che si apra una scuola di russo, va benissimo. Voi la aprite qui, noi apriamo una di ucraino in Russia. Questa è la vostra lingua, la lingua di Stato della Federazione Russa. Rispettate noi e la nostra lingua di Stato che è l'ucraino, e basta".
Quindi cosa rimane dei punti in discussione, viene chiesto a Zelensky? "Si discute della lingua russa, come vi ho detto. Rispetto per le lingue dei popoli vicini, ma voglio firmare un accordo del genere anche con gli altri Paesi, l'Ungheria, la Polonia ad esempio".
Il quarto punto sono le garanzie di "sicurezza e neutralità, lo status non nucleare dell'Ucraina". Su questo Zelensky afferma: "siamo pronti" e ricorda che è il punto "più importante" anche per i russi. "Per quanto mi ricordo, hanno iniziato una guerra per questo".
Zelensky ribadisce che l'Ucraina è disposta a fare a meno di entrare nella NATO ma che ha bisogno di garanzie di sicurezza chiare e vincolanti che siano come quelle su carta del Memorandum di Budapest del 1994.
Zelensky quindi ribadisce che qualsiasi accordo venga raggiunto dovrà essere ratificato con un referendum in Ucraina. "Come mai? Perché abbiamo una legge sui referendum. L'abbiamo accettato. E le garanzie di sicurezza richiedono modifiche costituzionali".
Vista la Costituzione ucraina, la via più veloce per cambiare la Costituzione è proprio il referendum, ribadisce il presidente ucraino.
La settima domanda a Zelensky riguarda se a questo referendum potranno votare anche i profughi ucraini scappati all'estero. Zelensky risponde: "Certamente. Abbiamo seggi elettorali all'estero - funziona tutto. Abbiamo già fatto così in passato per le elezioni presidenziali".
Il presidente ucraino ha ribadito inoltre di considerare "inutili gli incontri avvenuti in Bielorussia da parte delle nostre delegazioni politicamente irrilevanti" e che solo un suo incontro diretto con Putin potrebbe sbloccare la situazione.
Secondo Zelensky serve un accordo tra i due presidenti, poi il ritiro delle truppe e solo dopo si avvierà il processo che prevedrà quanto meno la "ratifica in parlamento, un referendum dopo alcuni mesi e poi modifiche alla Costituzione ucraina".
A Zelensky viene fatto notare che al referendum gli ucraini potrebbero anche votare no, ma Zelensky svia la domanda affermando solo che "un referendum è impossibile quando c'è la presenza di truppe".
Ad ogni modo prima di un accordo dovranno essere discusse "e risolte" anche le questioni del Donbass e della Crimea, specifica Zelensky, vale a dire i due punti sui quali le posizioni delle parti sono ancora distanti secondo i turchi.
L'ottava domanda a Zelensky riguarda sempre i negoziati ed il ruolo di Roman Abramovich ed altre personalità di spicco russe, tra cui il regista Alexander Rodnyansky.
Zelensky risponde che è vero, che Rodnyansky ha preso contatti con lui quando è iniziata la guerra e che molte di queste persone hanno "paura delle sanzioni", lasciando intendere che farebbero di tutto per tornare agli agi di prima.
Zelensky afferma che ha ricevuto offerte di aiuti anche da diversi altri oligarchi russi, alcuni non vogliono fare i propri nomi, ma dicono sostanzialmente "saremmo pronti ad aiutarti, ma essendo anche cittadini russi dobbiamo fare attenzione".
Altri segnali di supporto provengono da comunità religiose come quelle ebree, musulmane o dalle chiese, afferma Zelensky.
Alla domanda su se sia in discussione l'esenzione delle sanzioni per coloro che stanno aiutando il processo negoziale, Zelensky afferma che lui può parlare solo delle sanzioni imposte dall'Ucraina non di quelle imposte da altri Paesi.
La nona domanda a Zelensky riguarda i risultati della visita di Biden in Europa, se vi sono stati risultati concreti in termini di fornitura di armi e la posizione del presidente ucraino sulla possibile missione di peacekeeping della NATO proposta dalla Polonia.
Zelensky dice di aver proposto l'invio di una missione di pace sin dall'inizio, anche solo per proteggere ad esempio le centrali nucleari ucraine, ma aggiunge di non aver compreso "appieno" la proposta polacca.
"Non abbiamo bisogno di un conflitto congelato sul territorio del nostro Stato, l'ho spiegato nel nostro incontro con i nostri colleghi polacchi. So che hanno continuato lo stesso questa retorica".
"Ma fortunatamente, o sfortunatamente, questo è ancora il nostro Paese, e io sono il presidente, quindi decideremo noi se ci saranno altre forze qui", ha aggiunto Zelensky.
Il presidente ucraino afferma di aver parlato della fornitura di armi con gli americani e di attendere una risposta a riguardo della questione degli aerei polacchi promessi e poi non più consegnati, affermando di essere in attesa che USA e Polonia decidano cosa fare.
La decima domanda a Zelensky riguarda i documenti diffusi dal Ministero della Difesa russo in cui si dimostrerebbe che le Forze Armate ucraine stavano pianificando un attacco preventivo nel Donbass per la primavera del 2022 se non fossero intervenuti i russi.
Zelensky risponde che si tratta di documenti falsi e che aveva già promesso nel 2019 a Putin che non avrebbe in alcun modo cercato di riprendere quei territori con mezzi militari. "La falsità di tutti i documenti che parlano dell'attacco [dell'Ucraina] al Donbass è del 100%".
Zelensky fa riferimento anche ad un secondo presunto documento mostrato dai russi che mostrerebbe un ordine di attacco ucraino preventivo contro la Crimea ed afferma che anche la sua firma su questo presunto documento è falsa, "è presente una A che non esiste nel mio nome".
Undicesima domanda riguarda i soldati dell'Isola dei Serpenti a cui era stata assegnata la Medaglia del Coraggio supponendo che fossero morti e poi si è scoperto che in realtà erano ancora vivi.
Zelensky risponde: "Una parte è morta. Alcuni furono fatti prigionieri. Tutti coloro che sono stati fatti prigionieri sono stati scambiati: c'è stato uno scambio di prigionieri della Federazione Russa". "Quelli che sono morti, sono, francamente, degli eroi", aggiunge Zelensky.
La dodicesima domanda riguarda i biolaboratori ucraini e la retorica delle autorità russe. Zelensky risponde tranchant: "E' una balla, non c'è niente da spiegare. Non ci sono armi nucleari, né laboratori chimici né armi chimiche. Tutto questo non esiste".
La tredicesima domanda riguarda l'obiettivo militare dell'Ucraina in questa guerra e se è possibile ed in che modo una vittoria militare di Kiyv. Zelensky risponde: "si, riducendo al minimo il numero delle vittime ed accorciando al massimo la durata della guerra".
Per Zelensky sarebbe una vittoria dell'Ucraina già tornare ai confini prima del 24 febbraio, ed aggiunge: "capisco che è impossibile costringere la Russia a liberare completamente il territorio, questo porterebbe a una terza guerra mondiale".
"Capisco tutto perfettamente e ne sono consapevole. Ecco perché dico che c'è bisogno di un compromesso. Tornare da dove tutto è iniziato e lì cercare di risolvere il problema del Donbass, il complesso problema del Donbass".
La quattordicesima domanda riguarda l'informazione ricevuta mentre era in corso l'intervista sul possibile referendum di adesione alla Russia da parte della Repubblica separatista di Luhansk. "Quale può essere una soluzione?"
Zelensky: "Loro non contano, è come se fossero rappresentanti di Putin, parlerò direttamente con il loro principale azionista per trovare una soluzione".
Quindicesima domanda sui tentativi di assassinio ai danni di Zelensky che sarebbe sopravvissuto ad almeno 10 tentativi di questo genere nelle ultime settimane. Il presidente ucraino risponde: "non ho nulla da dire su questo, se ne occupa la nostra sicurezza".
Sedicesima domanda: "Hai qualche appello da fare ai cittadini russi che guarderanno la nostra conversazione con te su vari canali? Cosa vuoi dire loro?"
Zelensky: "Voglio che coloro che conoscono la verità e supportano l'Ucraina facciano di più per aiutarci. Bussino ai loro vicini, parenti e persone care per dire loro cosa sta davvero succedendo".
"So che è un rischio. Lo so, lo capisco. Tuttavia, senza di questo sarà impossibile porre fine a qualsiasi cosa. Questa guerra non finirà, perché la guerra tra di noi non finirà solo con il fatto che porremo fine alle ostilità".
"La guerra finirà quando tutti vorranno accettare che si è trattato di un grosso errore delle autorità russe, che ha portato a una catastrofe per il popolo russo. E alla tragedia nei rapporti tra il popolo russo e quello ucraino".
"Oggi gli adulti, come te e me, non si perdoneranno mai per ciò che è successo. Non ci credo più. Ho appena visto come reagiscono i russi, ho visto la percentuale di sostegno a Putin e così via. Voglio dire, non lui, ma le sue azioni".
"E' impossibile che si possa perdonare tutto questo. Ma dobbiamo lottare affinchè i nostri figli e nipoti non restino nemici tra loro".
Ultima domanda a Zelensky è su perché Putin abbia deciso di invadere l'Ucraina. Zelensky risponde: "L'Ucraina è pericolosa da molti punti di vista. In primo luogo, la perdita dell'influenza della lingua russa: ha perso diversi milioni di abitanti di lingua russa".
"Il secondo è, ovviamente, il successo dell'Ucraina... è chiaro che a lungo andare ci saranno rischi economici per la Federazione Russa. I russi ci guarderanno e diranno: perché non ci proviamo anche noi? Questa è una minaccia per l'attuale governo russo".
Zelensky afferma di non ritenere che quella di Putin sia una strategia valida, perché non pensa a quello che potrebbe essere il futuro nel lungo periodo della Russia. Ma semplicemente che Putin voglia fare tutto questo per se, per essere ricordato "con un mausoleo, un monumento".
Ma alla fine della fiera, afferma il presidente ucraino, "la Russia perderà tutto". E cosa accadrà dopo? Tra 3 generazioni, tra 5, una volta che si è distrutto tutto? "La festa è stata bella, ragazzi, ma poi chi pulirà?". Con questa frase si conclude la lunga intervista.
Qui potete trovare il riepilogo completo della sintesi della mega intervista concessa oggi da Zelensky ai giornalisti indipendenti russi (e che il Roskomnadzor ha minacciato di censurare), sintetizzabile con "Questa non è solo una guerra. E' molto peggio". threadreaderapp.com/thread/1508149…
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La Russia ha annunciato che avrebbe "ridotto drasticamente l'attività militare" nell'area di Kiev. Questo significa un cambiamento della situazione a favore dell'Ucraina?
Il colonnello generale Alexander Fomin subito dopo la fine dei negoziati tra le delegazioni di Russia e Ucraina ad Istanbul, ha affermato che le truppe russe "hanno deciso di ridurre drasticamente l'attività militare nelle direzioni di Kiyv e Chernihiv".
L'invasione della Russia in Ucraina sta chiaramente dominando le news, ma la nuova strategia di difesa dell'Amministrazione Biden chiarisce che la Cina è ancora l'obiettivo principale del Pentagono. defensenews.com/pentagon/2022/…
Una versione classificata della strategia di difesa nazionale aggiornata è stata presentata ai deputati e senatori per giustificare la nuova richiesta di bilancio del Pentagono di 773 miliardi di dollari per il 2023.
Il sottosegretario alla Difesa, Colin Kahl, ha detto ieri che la versione non classificata "sarà pubblicata nei prossimi mesi". Ma un riassunto già reso pubblico definisce la Cina "il nostro concorrente strategico più importante", mentre la Russia pone solo "una minaccia acuta".
Mikhailo Podolyak, capo negoziatore ucraino, ha detto ad UNIAN che sono stati già preparati alcuni documenti per la firma in modo che un incontro tra Zelensky e Putin possa avere luogo il prima possibile. t.me/uniannet/42604
"Un pacchetto di documenti da firmare è già stato preparato. Possiamo già preparare le riunioni dei presidenti. Naturalmente, vogliamo farlo il più presto possibile", ha detto Podolyak.
In precedenza, la parte russa aveva ripetutamente affermato che i negoziati tra i presidenti di Ucraina e Russia avrebbero potuto aver luogo solo dopo che le delegazioni russa e ucraina avranno concordato i parametri dell'accordo, ma non prima.
La Russia e l'Ucraina hanno rivelato come si è svolta oggi l'evacuazione dei civili.
Secondo Irina Vereshchuk, 3 corridoi umanitari hanno operato verso l'Ucraina. Sono riusciti a trasportare 1.665 persone da Mariupol e da diversi insediamenti della regione di Zaporizhzhya.
Secondo Mikhail Mizintsev, direttore del Centro di gestione della difesa nazionale della Federazione Russa, 3.135 persone sono state evacuate da Mariupol alla Russia.
Putin ha anche tenuto una conversazione telefonica con Macron poche ore fa. Questa conversazione includeva una discussione su un corridoio umanitario internazionale da Mariupol, che il presidente francese aveva annunciato in precedenza.
Diverse esplosioni sono state sentite sul territorio della regione di Belgorod, in Russia, vicino al confine. Secondo il governatore, Vyacheslav Gladkov, possono essere sentiti dal villaggio di Krasnyy Octyabr. Non ci sono morti, feriti o distrutti. Ignota la causa al momento.
L'agenzia stampa TASS, citando una fonte, riferisce che un razzo ha colpito una deposito militare nella regione di Belgorod. Quattro persone sono rimaste ferite. t.me/tass_agency/12…
L'altra agenzia stampa russa RIA Novosti, a sua volta, citando una fonte dei servizi di emergenza, riferisce che "quattro dipendenti delle forze dell'ordine" sono rimasti feriti a seguito di esplosioni nella regione di Belgorod. t.me/rian_ru/156248
Alla Verkhovna Rada dell'Ucraina è stato presentato un disegno di legge che vieta le attività della Chiesa ortodossa ucraina del Patriarcato di Mosca (UOC-MP).
Il progetto di legge n. 7213 prevede di vietare le attività delle organizzazioni religiose (associazioni) che "direttamente o come componenti di un'altra organizzazione religiosa il cui centro principale (gestione) si trova al di fuori dei confini dell'Ucraina.
In particolare in uno Stato riconosciuto dalla legge per aver compiuto un'aggressione militare contro l'Ucraina e/o una parte del territorio dell'Ucraina occupata temporaneamente”.