Situazione sempre più kafkiana in Russia collegata alla sentenza di estremismo per "Meta", la società americana che controlla i social network Facebook ed Instagram.
Le autorità russe continuano infatti a mostrare i loghi di Facebook e Instagram, nonostante che ora per questo si rischi la galera. I simboli vietati sono presenti ancora su su decine di siti web di varie autorità delle regioni russe. Soprattutto nella Repubblica cecena.
Tra gli altri, i link ai social network "estremisti" sono ancora pubblicati sui siti web del Ministero dell'edilizia, del Ministero dello sviluppo economico, del Ministero dell'istruzione e persino della Corte costituzionale della Repubblica cecena.
I loghi dei prodotti Meta bloccati in Russia per estremismo sono riscontrabili anche sui siti web della vicina Inguscezia: per esempio, su quelli del Ministero dell'Istruzione, dell'Ufficio del Registro Civile, del Ministero del Lavoro e della Sicurezza Sociale e altri.
Nella regione di Mosca, i simboli di Facebook e Instagram non sono ancora stati rimossi dalle risorse Internet del Ministero delle relazioni immobiliari, del Ministero dell'agricoltura e dell'Ispettorato statale degli alloggi.
Non va meglio in altre regioni. Stessa cosa, per esempio, appare sui siti web del Comitato per le tariffe della Repubblica di Altai, il Ministero dello Sport dell'Oblast' di Kaliningrad, il Gabinetto dei Ministri di Chuvashia, il Ministero del Lavoro dell'Oblast' di Novgorod, etc
Su nessuno di questi siti web è segnato, come previsto dalla legge, che Facebook ed Instagram sono vietati in Russia, in quanto collegati ad una organizzazione estremista.
Peggio ancora: alcune agenzie federali russe continuano a utilizzare le reti bloccate. Per esempio, il Ministero della Difesa scrive regolarmente su Facebook dei suoi "successi" nella guerra con l'Ucraina.
Le dichiarazioni dei diplomatici sono pubblicate sulla pagina del Ministero degli Affari Esteri russo. E l'account ufficiale Instagram del Patriarca Kirill è regolarmente aggiornato.
Diversi deputati della Duma di Stato restano attivi anche su Instagram: per esempio, Sultan Khamzaev di Russia Unita, Elena Drapeko, Mikhail Delyagin e Yana Lantratova (che in un recente post ha dichiarato che i "nazisti" stavano usando i residenti di Mariupol come scudi umano).
Anche il sindaco di Novokuznetsk Sergey Kuznetsov non ha lasciato il social network. Idem i media affiliati allo Stato continuano a mantenere attivi i loro account sui social network bloccati: Channel One, RIA Novosti, Zvezda TV channel e Izvestia.
Tutto questo avviene nonostante il 21 marzo, il tribunale Tverskoi di Mosca abbia dichiarato Meta un'organizzazione estremista su richiesta della procura generale. A quel punto, Facebook e Instagram erano già stati bloccati in Russia.
Lunedì 28 marzo, il tribunale ha pubblicato una sentenza in cui si afferma che il divieto non si applica al servizio di messaggeria instantanea WhatsApp "a causa della sua mancanza di funzioni di diffusione pubblica".
La designazione di "Meta" come organizzazione estremista, comporta per legge che la visualizzazione dei loghi di Facebook e Instagram è ora vietata in Russia.
L'avvocato Pavel Chikov ha spiegato che l'esposizione di questi simboli (susiti web, porte di negozi e caffè, poster, biglietti da visita) è motivo di responsabilità amministrativa con pene fino a 15 giorni di arresto (articolo 20.3 del codice amministrativo russo).
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“Chernobyl è uno di quei luoghi da cui i russi stanno iniziando a spostare parte delle loro truppe: lasciano Chernobyl per la Bielorussia. Pensiamo che se ne vadano. Ma non posso dirvi che sono spariti tutti", ha detto la fonte all'Afp. anews.com.tr/world/2022/03/…
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