Non c'è nessuna riabilitazione del "plasma iperimmune". Come sempre si prende uno studio e lo si estrapola dal contesto per portare avanti la propria tesi del complotto contro De Donno. Vediamo perché: 1/
Tutto nasce da uno studio pubblicato sulle pagine del @NEJM in cui si dice che la somministrazione precoce del plasma iperimmune può ridurre il rischio ricovero per Covid-19. Da qui l'equazione: se davamo retta a De Donno ci saremmo potuti salvare facilmente. Insomma... 2/
L'utilizzo del plasma iperimmune non è una novità scientifica. L'idea di fondo consiste nello sfruttare gli anticorpi presenti nel sangue di una persona guarita in modo tale che possano essere utili per chi, in quel momento, non li ha 3/
Per quanto riguarda Sars-Cov-2 l'idea è la seguente: prendiamo il plasma dei guariti e somministriamolo a chi sta male in modo tale che gli anticorpi del guarito riescano a neutralizzare il virus nel malato. Facile, eh? 4/
ma... 1) per avere plasma iperimmune devo avere malati. 2) solo il 30% dei donatori risulta idoneo 3) il plasma va somministrato endovena il prima possibile. Più virus neutralizzo e meno saranno i danni. Il tempismo è tutto 5/
In questi due anni di pandemia ci sono stati numerosi trial clinici volti a valutare l'efficacia del plasma. Nei pazienti ricoverati per gravi forme di Covid-19 il plasma iperimmune NON si è rivelato efficace nel ridurre le probabilità di morte 6/
Quando il virus invece non ha ancora completato la sua corsa, ovvero quando l'infezione si è instaurata da poco, il plasma può essere un alleato per evitare la progressione della malattia, come dimostrato in questo recente studio nejm.org/doi/full/10.10… 7/
Un risultato simile lo si può ottenere con la somministrazione degli anticorpi monoclonali (decisamente più efficaci) o con gli antivirali oggi disponibili come molnupiravir e paxlovid (estremamente più efficaci!) 8/
Veniamo dunque alla realtà: a marzo 2020 ricordate cosa erano gli ospedali? Chi pensa che di fronte a migliaia di morti qualcuno potesse riuscisse a produrre plasma iperimmune da somministrare a pazienti nemmeno ricoverati vive su un altro pianeta. 9/
In conclusione: nessuna riabilitazione del plasma iperimmune. Può servire nei pazienti ai primissimi stadi di infezione. Oggi il suo utilizzo può considerarsi del tutto superato poiché abbiamo a disposizione armi ben più efficaci e meno problematiche. /fine #plasmaiperimmune
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Siamo punto a capo? Alle certezze granitiche proviamo a rispondere con qualche dato sulla #VarianteOmicron. Perché oggi più che mai occorre guardare l'intero film della pandemia e non gli ultimi 5 minuti
Sì, la Omicron si diffonde molto velocemente. Le chiusure degli spazi aerei paiono ormai anacronistiche e alle volte pure controproducenti. E... sì, la Omicron infetta con più facilità sia i vaccinati sia gli ex-malati
Diversi report provenienti non solo dal SudAfrica ci dicono però che 1) il rapporto tra nuovi casi, ricoveri e decessi non segue la stessa logica della variante Delta 2) a rapida crescita della curva corrisponde altrettanto rapida discesa
L'articolo in questione parla di presunte irregolarità nella gestione del clinical trial che ha portato all'approvazione di #Comirnaty di #PfizerBioNTech. Queste riguardano Ventavia, una delle aziende incaricate. Irregolarità presenti in 3 punti di somministrazione su 153! 2/
3 siti su 153 significa 1000 persone su 44mila partecipanti al trial clinico. Ma veniamo al nocciolo della questione: quali sono queste irregolarità? 3/
Ripasso sulle varianti... e sul "varianterrorismo".
Come spargere un po' di paura il pomeriggio di Pasquetta? Semplice, titolando a nove colonne che in Giappone c'è la nuova variante E484K che sfugge ai vaccini.
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premessa: i virus più si diffondono e moltiplicano e più portano con sé errori di "copiatura" del proprio codice genetico. Sono le mutazioni. Quando queste si accumulano al punto tale da generare cambiamenti nel virus siamo di fronte alla nascita di una "variante"
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Varianti differenti possono contenere mutazioni comune. E' questo il caso -ad esempio- di E484K riscontrata in Giappone ma già conosciuta nelle varianti Sudafricana e Brasiliana
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Nelle ultime ore è tornato in auge il messaggio che i vaccini per #Covid19 conterrebbero pezzi di feti abortiti creati appositamente per la loro fabbricazione. Visto che si tratta di un evergreen, cerchiamo di chiarire la situazione
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Molti dei farmaci oggi sul mercato vengono sperimentati prima in vitro e poi in vivo. In vitro si valutano alcune caratteristiche del prodotto anche attraverso l'utilizzo di cellule di origine umana opportunamente "coltivate" in laboratorio.
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Ciò permette di studiare nel dettaglio l'interazione tra la molecola da sperimentare e il "sistema" su cui andrà ad agire. tra le cellule di derivazione umana più famose ci sono le HeLa e le HEK.
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