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May 23, 2022 18 tweets 10 min read Read on X
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"Ma come si fa a morire così, Cristo? Ma che ci misero? 'A bomba atomica ci misero?".
Giovanni #Falcone è da poco saltato in aria sulla Fiat Croma Bianca su cui viaggiava insieme alla moglie Francesca Morvillo e all'autista Giuseppe Costanza.
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Sono le 17:58 di 30 anni fa a #Capaci, Palermo, Italia, il "Paese felice in cui se ti si pone una bomba sotto casa e la bomba per fortuna non esplode, la colpa è tua che non l'hai fatto". #Falcone ha compiuto da pochi giorni 53 anni: potenzialmente tutta la vita davanti.
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"L'Italia è in lutto", tuona un giovane #Mentana al Tg5. Chissà se lo era davvero tutta, quel 23 maggio 1992. Una sua parte, più che a piangere la morte del giudice, era impegnata a pensare a quale spettacolare risposta offrire ad un'opinione pubblica, lei sì, sconvolta.
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"Futtitinni, Giovanni! Futtitinni! Futtitinni della mafia, di Cosa Nostra, dei morti ammazzati che attendono giustizia. Futtitinni dello Stato. Pensa a tia! A to' mugghieri, alla tua vita".
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Nessun rimpianto in questo senso: nessun consiglio di questo genere avrebbe fatto breccia nella mente di Giovanni Falcone. E non perché il magistrato avesse poi tutta questa voglia di morire. No, macché. Di diventare un martire, Giovanni, non aveva intenzione alcuna.
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Per questo aveva invocato a più riprese riforme in grado di mettere i magistrati nella condizione di svolgere un lavoro di gruppo, consapevole che l'eccesso di personalizzazione avrebbe portato con sé "i rischi della sovraesposizione".
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Scrupoloso, quasi "matematico", dotato di una memoria da elefante, di una sensibilità fuori dal comune, tale da consentirgli di comunicare nel "codice" dei mafiosi, di ricavare da loro informazioni di enorme interesse investigativo.
#Falcone ai pentiti porta rispetto. E dai
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pentiti è rispettato. Li mette alla prova, ed è a sua volta "pesato". Falcone è pragmatico, preparato: non chiede a chi gli sta di fronte di parlargli genericamente di Cosa Nostra. No, chiede conto di fatti precisi, dati alla mano, per saggiare l'affidabilità
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dell'interlocutore che gli sta di fronte, per dimostrare la considerazione dello Stato nei confronti di tali informatori. Il tutto ad un solo scopo: ricevere indicazioni utili alla sua lotta senza quartiere contro la mafia.
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Ecco, un personaggio così, quel Falcone che nel 1986 imbastisce il Maxiprocesso, quello che mette alla sbarra 474 imputati, quello che non si ferma neanche dinanzi al discredito che alcune lettere anonime firmate da un "corvo" cercano di gettare sul suo conto, va eliminato.
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Sarà Giovanni #Brusca, l'uomo che azionò il detonatore a #Capaci, a svelare nelle vesti di pentito che a pochi giorni dal Natale '91, nel corso di una riunione, venne pronunciata la condanna a morte per il dottor Falcone: "Totò #Riina disse che dovevano morire tutti, che si
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voleva vendicare, che i politicanti lo stavano tradendo. Fece i nomi di #Falcone, che era un suo chiodo fisso, di #Borsellino, di Lima, di Mannino, di Martelli, di Purpura. Disse "gli dobbiamo rompere le corna". Tutti ascoltavano in silenzio. Per amore o per timore".
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#Falcone sapeva tutto. Sapevano, anzi. Lui e l'amico fraterno Paolo #Borsellino.
Insieme esorcizzavano il proprio destino. "Giovanni", gli disse una volta, "devi darmi immediatamente la combinazione della cassaforte del tuo ufficio". "E perché?", rispose Falcone.
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E #Borsellino: "Sennò quando ti ammazzano come l'apriamo?". Quando, non se.
Diceva #Falcone che "si muore generalmente perché si è soli o perché si è entrati in un gioco troppo grande".
Io ho 30 anni, come quelli passati dalla sua morte. E nulla riesce a togliermi dalla
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dalla testa che Giovanni #Falcone avesse ragione. E che oggi, dopo tutto questo tempo, non sarebbe fiero di ciò che lo Stato è stato.
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Qui l'articolo completo su Giovanni #Falcone, per l'occasione aperto anche ai non iscritti.
dangelodario.it/2022/05/23/era…
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Se in ogni caso ritenete che questo Blog sia meritevole di sostegno, vi invito ad iscrivervi al più presto e a scongiurarne la chiusura. Vi ringrazio.
steadyhq.com/it/dangelodario
Chiedo scusa per la presenza di un refuso al post numero 2 di 17.
La citazione completa è la seguente: "il Paese felice in cui se ti si pone una bomba sotto casa e la bomba per fortuna non esplode, la colpa è tua che non l'hai fatta esplodere".
Scusate ancora.

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Oct 13
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🚨🇮🇱🇮🇷🇱🇧 Documenti pensati per restare segreti. Diapositive di piani ambiziosi, forse arditi, per cancellare lo Stato Ebraico dalle mappe. Verbali salvati su un computer che mai avrebbe dovuto finire tra le mani dei soldati israeliani. E invece, nel bel mezzo di una perquisizione in un centro di comando sotterraneo di Hamas a Khan Younis, nelle profondità di Gaza, ecco l'IDF nell'atto di scoprire informazioni esplosive, alcune così gravi da mettere nuovamente sotto accusa il lavoro dell'intelligence; altre capaci di riscrivere (almeno in parte) la storia della pianificazione degli attacchi del 7 ottobre rispetto al coinvolgimento dei nemici di Israele.

E allora: quali sono le novità più importanti? 👇Image
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🚨🇮🇱🇮🇷🇱🇧 Iniziamo dai fatti. I verbali, recuperati in un'operazione risalente allo scorso gennaio, riguardano 10 riunioni di pianificazione tenute da un piccolo gruppo di leader politici e militari di Hamas. Ad ognuna di queste riunioni ha preso parte Yahya #Sinwar in person. Le informazioni provengono da 30 pagine di dettagli precedentemente non divulgati. Ma anche da lettere, registrazioni, presentazioni illustrate. A confermare l'autenticità dei documenti e la pratica di tenere traccia delle riunioni all'interno di Hamas è stato - tra gli altri - Salah al-Di al-Awawdeh, ex componente dell'ala militare dell'organizzazione terroristica, ora analista con sede ad Istanbul.Image
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🚨🇮🇱🇮🇷🇱🇧 I primi riferimenti all'azione che avrebbe poi avuto luogo il 7 ottobre del 2023 vengono registrati molto tempo prima dell'attacco.

Nel gennaio del 2022 i leader di Hamas discutono della necessità di evitare di essere trascinati in scaramucce minori. Il motivo è chiaro: occorre concentrarsi su quello che i protagonisti definiscono in più di un'occasione il "grande progetto" di Yahya Sinwar.Image
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Sep 20
🚨🇮🇱🇱🇧 Forte esplosione udita a Dahieh, sobborgo di #Beirut, roccaforte di #Hezbollah nella capitale libanese.
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🚨🇮🇱🇱🇧 L'esercito israeliano conferma di aver appena colpito la periferia di #Beirut eseguendo un "bombardamento mirato". Image
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🚨🇮🇱🇱🇧 Immagini da Beirut.
Read 30 tweets
Sep 17
🚨🇮🇱🇱🇧 Clamoroso. Si parla di decine di feriti tra i membri di #Hezbollah a #Beirut e in tutto il #Libano. Le ricetrasmittenti dei componenti dell'organizzazione terroristica filo-iraniana sarebbero esplose contemporaneamente per effetto di un hackeraggio eseguito a distanza. Il Blog apre la diretta.
2/n
🚨🇮🇱🇱🇧 Al-Arabiya citando una fonte della sicurezza libanese: #Hezbollah sta invitando la sua gente ad abbandonare le radioline dopo le esplosioni simultanee di diverse ricetrasmittenti. Potremmo essere in presenza di un attacco ad alto tasso tecnologico orchestrato da #Israele pensato per far saltare il coordinamento dell'organizzazione terroristica filo-iraniana. Anche in prospettiva di una guerra.
3/n
🚨🇮🇱🇱🇧 Immagini cruente dal #Libano. Molte delle quali non pubblicabili. Una fonte di #Hezbollah al quotidiano qatariota Al-Arabi Al-Jadeed: "#Israele ha hackerato le radio degli operativi di Hezbollah e le ha fatte esplodere; si tratta della più grave violazione di intelligence fin qui registrata".
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Sep 9
🚨🇺🇸 Dinastia Cheney. Una promessa per fermare Trump. Kamala Harris e il rapporto con gli Ultimi Repubblicani (incluso George W. Bush)

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Il 26 dicembre 2020, la magia del Natale avvolge ancora Casa #Cheney. Ma Liz resta pur sempre la figlia di un Vicepresidente. E da terza repubblicana più alta in grado della Camera degli Stati Uniti sono pensieri cupi quelli che affollano la sua mente. Forse mai così cupi.Image
🇺🇸 2/8
Insieme a Phil, suo marito, un passato al Dipartimento di Giustizia, ha trascorso le vacanze lavorando a un documento che ritiene di massima importanza. Perché è chiaro che Joe #Biden ha vinto le elezioni. È chiaro, sì, ma a Donald #Trump, il leader del suo partito, non sembra interessare.Image
🇺🇸 3/8
La questione si trascina da settimane. Ma da qui a poco tempo non si tratterà più di spararla grossa su un social, di infiammare questa o quell'altra platea. Il passaggio del testimone incombe. La transizione da un'amministrazione americana all'altra è là da venire. Si tratta ora di assicurarsi che tutto avvenga in maniera pacifica. D'altronde non è per questo che Liz Cheney si trova nel suo studio il giorno dopo Natale?Image
Read 8 tweets
Aug 21
🇸🇦 Mohammed bin Salman e il Gioco del Trono: gli intrighi di corte, l'anello avvelenato, il golpe. Dentro i segreti del Regno saudita - 1^ PARTE

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È un fatto: non si può prescindere dalla figura di Mohammed bin Salman per capire il Medio Oriente. Quello di ieri, quello di oggi, soprattutto quello di domani. Poche ore fa, la BBC ha presentato uno straordinario documento sull'uomo più potente del Regno saudita, il Principe della Corona, l'erede al trono di Re Salman. Lo ha fatto beneficiando delle rivelazioni del più importante dissidente saudita in esilio, un uomo vicinissimo al rivale per eccellenza di MBS, suo cugino, Mohammed bin Nayef, oltre che ai vertici degli 007 occidentali. E allora sul taccuino hanno fatto capolino alcune domande: chi è Mohammed bin Salman? Un "riformista" o un assassino? Un impostore o un visionario? Un alleato dell'Occidente o un suo nemico? Dal documentario della BBC trae ispirazione un approfondimento del Blog in due puntate denso di retroscena.

Altre anticipazioni sono forse superflue: benvenuti al Gioco del Trono. E buona lettura.Image
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Narra la leggenda che per estrarre dalle dune un Regno a propria immagine e somiglianza Ibn Saud attinse da carisma e abilità fuori dal comune. Una taglia imponente per incutere terrore ai nemici, valore in battaglia per meritare il rispetto dei propri, e talento politico in eccesso, per riunire innumerevoli tribù, rigorosamente sotto il proprio tacco.Image
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Giunto in età da pensione, chiamato ad indicare un erede, Saud optò da tradizione per il primogenito: unica garanzia di sangue puro.

Ma 22 mogli e 45 figli maschi imposero il pagamento di un dazio, la ricerca di una soluzione ingegnosa, pena la messa a repentaglio di già fragili equilibri coniugali, per ragioni facilmente intuibili.

Di qui la pensata: una volta scomparso il primogenito, il passaggio di testimone sarebbe avvenuto per via orizzontale. Non di padre in figlio, ma da un fratello all'altro, così da concedere una chance più o meno all'intera stirpe. Le madri espressero consenso, il compromesso fu raggiunto.

Eppure nemmeno una spartizione di potere così peculiare potrebbe spiegare oggi la presenza sul trono saudita del 26esimo figlio del Fondatore. Figurarsi l'influenza nazionale e regionale della sua discendenza diretta, ovvero del 38enne divenuto nel frattempo talmente celebre da essere riconosciuto (e temuto) al pronunciare tre semplici lettere: emme, bi, esse, semplicemente Mohammed bin Salman.Image
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Jul 29
🚨🇻🇪Attenzione, importante. Il Consiglio Nazionale Elettorale dichiara Nicolas #Maduro vincitore delle elezioni presidenziali in #Venezuela con 5.150.09 di voti e il 51,20% contro il 44,02% (4.445.978 di voti) di Edmundo González. Estrema attenzione adesso alla possibile reazione della piazza, dinanzi a quello che appare l’ultimo colpo di mano del dittatore.Image
2/n
🚨🇻🇪Prime dichiarazioni di Nicolas #Maduro da Palazzo Miraflores dopo la comunicazione del risultato elettorale: “Non hanno potuto con le sanzioni, con le aggressioni, con le minacce, non hanno potuto ora e non potranno mai con la dignità del popolo del #Venezuela”.
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🚨🇻🇪🇨🇱 Il #Cile è il primo Paese a mettere ufficialmente in discussione il risultato delle elezioni in #Venezuela. Il presidente #Boric annuncia che non riconoscerà i risultati fino a quando non saranno resi verificabili con la messa a disposizione dei verbali dai seggi.
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