1/17 #5luglio. #Diariodipace.
Il confine si è sbiadito fino a perdersi tra le montagne, ma resta inciso nella pietra, memoria della #ValleStura e di quel sangue che è stato tributo alla frontiera dell’odio.
2/17 Valloriate, Piemonte di Cuneo, si affaccia su un ruscello. Una vecchia casa con il tetto spiovente e ornata da un terrazzo di legno che sembra scricchiolare ad ogni passo, ne sente di certo il gorgoglio: luglio 1893, si legge su una targa di intonaco bianco bordata di rosso.
3/17 Alla fine dell’800, la valle era già stata troppe volte attraversata dal rumore della #guerra, dal passaggio dei soldati, per via di quell’odio che aveva opposto popoli fratelli, l’uno contro l’altro.
L’Italia, quando ancora non era Italia e la Francia, dall’altra parte.
4/17 Sono lastre di pietra, invece, quelle che di altre #guerre portano il peso.
“Ai prodi valloriatesi caduti nella guerra 1915-1918”.
Antonio, Pietro, Matteo, Michele, Giuseppe. Nomi diversi, ma gli stessi cognomi.
5/17 “Valloriate, in omaggio ai suoi valorosi figli caduti per la patria 1940 – 1945”. Giorgio, Matteo, Alessio, ancora nomi diversi ma gli stessi cognomi, gli stessi di vent’anni prima.
6/17 Poco più in basso, in quella medesima pietra che porta scolpita una croce, si ricordano i “Caduti per la libertà”. Bussone, il cognome degli uni e degli altri. Bernardi, il cognome degli uni e degli altri. Morti su fronti diversi.
7/17 Appesi ai muri del palazzo del municipio, i nomi di quelle anime guardano la placida piazza, dove un pezzo di roccia è memoria di tutti, “caduti e dispersi di tutte le guerre”.
Una piccola, placida piazza, in un paese che di anime non ne fa cento.
8/17 Erano passati in questa valle i soldati dei Savoia, 30 mila uomini contro il Delfinato di Francia, passati di qui i soldati di tante altre guerre, quella di successione austriaca, delle campagne di Napoleone. L’avevano fortificata la valle, sempre di più.
9/17 Il forte Alberino è il simbolo di quanto esposta si sempre stata questa terra: ci vollero quattromila operai, nell’Ottocento, per costruire quest’opera che divenne però presto obsoleta.
10/17 Due linee difensive, invece, furono l’eredità del periodo fascista che queste valli trapunse di vittime, militari e civili.
“Direttrice della Maddalena”, doveva essere una delle linee di penetrazione verso la Francia.
11/17 Valle cruciale, la Valle Stura, nei disegni di Mussolini che aveva dichiarato la guerra. Valle cruciale divenne di un’altra guerra, quella combattuta dalla Resistenza italiana, che in queste montagne ebbe la culla.
12/17 “Al riparo dai lupi”, Paraloup è il nome della borgata a 1360 metri di quota, nel vallone di Rittana. Pascolo estivo, baite per accogliere pastori, fu quartier generale dei partigiani di Giustizia e Libertà. Oltre 200 giovani, li, per formarsi alla lotta politica e militare
13/17 Partigiani, gente di montagna e alcuni tra gli ebrei che erano fuggiti da San Martin Vésubie, quelli che non erano finiti nelle mani dei tedeschi.
14/17 “Uomini e donne dai capelli bianchi, bambini in tenera età gente nella più gran parte ridotta in miseria …… abituati in tempi normali ad una vita agiata … ora ridotti a fuggire come selvaggina inseguita dai cani e dai cacciatori su per i monti”. alpicuneesi.it/itinerari/vall…
15/17 Le lastre di marmo ricordano cosa è stata la #guerra, gridano quel mai più da cui è nata la #pace. Ricordano l’#Europa dove fratelli davano la caccia ai fratelli, che uscita dal Secondo conflitto mondiale, ha scelto di provare la strada del dialogo.
16/17 Ricordare la #guerra per costruire la #pace. Cercare la pace, sempre, anche quando le guerre sono lontane, onora quei morti.
La guerra rende vano il sangue versato, disperde l’eredità che gli uomini morti per noi, ci hanno lasciato.
17/17 E per chi volesse ascoltare la voce di chi prova a costurire la pace, il mio libro "La maccanica della pace", lo trovate qui 👉 peoplepub.it/pagina-prodott…@peoplepubit
Sono 78 anni oggi, da quando è entrata in vigore la carta #Onu. Il mondo, uscito dalla #WWII , immaginava strumenti per risolvere le controversie senza armi. Volevamo un mondo in #pace e abbiamo provato a rendere concreta quella che sembrava utopia. 1/7un.org/en/about-us/un…
Da corrispondente ho seguito il lavoro di questa e altre organizzazioni si punta il dito come esempio di fallimento. Vero che il multilateralismo ha dimostrato tutti i suoi limiti, che in molti teatri si è rivelato inefficace o peggio, che molto, moltissimo non funziona. 2/7
Eppure, abbandonare quel sogno, è estremate pericoloso perché significa smettere di impegnarci nell’architettura di un mondo comune, dove il dialogo è bene supremo. Significa tornare a relazioni, bi o multipolari del tutto contingenti, dove l’ultima parola è il potere. 3/7
È una spirale che sembra senza via d’uscita e mi chiedo quanto ne siamo davvero consapevoli. Uranio impoverito. Corsa al riarmo, ovunque. E dobbiamo leggere con attenzione e spavento le conclusioni di ieri del Consiglio europeo. shorturl.at/yGJTZ 1/9 #ucraina
Oltre il richiamo potente al diritto e alla giustizia, alla difesa dell’aggredito, le parole sembrano contraddire ogni lezione della storia su come si tenta di costruire un dialogo. Un testo che parla di #pace in cima, come fosse davvero centrale, ma è solo testo di guerra. 2/9
Va letto tutto e bene. Riferendosi all’impegno nel progetto di pace di Zelensky sembra dirci: “ci stiamo provando”. Se mai si dovesse spingere oltre il coinvolgimento europeo, diranno forse “noi avevamo un progetto”, “abbiamo sostenuto i dieci punti”? 3/9
A Roma, le reliquie dei martiri su cui sono eretti altari e basiliche sembrano solo memoria di un tempo lontano. Eppure, oggi, si muore, e sempre di più, in tante parti del mondo per il solo fatto di professare la propria fede. 1/8 @RomanoAng@santegidionews
Si muore in terre di guerra, violenza e dittature. Ma ancora oggi, donne e uomini rispondono e resistono alla violenza della persecuzione “senza la forza delle armi”. Lezione e testimonianza anche per chi non ha fede. Testimonianza della potenza della forza debole. 2/8
A loro, morti nel XX e nel XXI secolo, è dedicato il Memoriale realizzato dove poggiano le fondamenta della Chiesa di San Bartolomeo all’Isola, e frutto di un lungo lavoro di documentazione, inaugurato ieri. 3/8
1/7 Le ragioni per cui l’Occidente dovrebbe cambiare la sua strategia e sostenere il #negoziato, stanno tutte nelle die tragiche previsioni della guerra in #Ucraina: escalation nucleare o guerra lunga e globale. washingtonpost.com/world/2023/02/…
2/7 A dirlo è un’analisi recentissima della RAND corporation, il più importante think tank americano che fornisce analisi si difesa e sicurezza alle forze armate americane e cha ha contato trai suoi membri generali e personalità come Kissinger. #pace
3/7 RAND aveva previsto un attentato come quello alle Torri Gemelle e ora ci dice che “poiché il conflitto finirà probabilmente con un negoziato, evitare una guerra lunga richiede sforzi” in questa direzione. #ucrainarand.org/pubs/perspecti…
Restiamo sgomenti, stupiti di fronte al fuoco che piomba dal cielo, rabbiosi davanti alle città ucraine colpite dalle armi russe. Indignati ci diciamo che la Russia non avrebbe dovuto: una città non è un ponte, la rappresaglia è senza misura.
1/24 @peoplepubit#pace
Stupore, sgomento e sorpresa.
Eppure era stato annunciato dalla Russia che ha invaso e da Cassandre che nessuno vuole ascoltare. Questa è la guerra. Più che sgomento dovremmo guardarci dentro e chiederci cosa stiamo sbagliando. 2/24
Ci stiamo convincendo dell’ineluttabilità della guerra smettendo di interrogare la storia e la scienza. Vestiamoci di umiltà, chiniamo la testa perché l’esito di una guerra ha una sola certezza: la morte. A volte neppure finisce, e vincere non basta alla #pace. 3/24
#25settembre C’è una cosa peggiore di un pessimo governo: convincerci che un futuro migliore sia impossibile, togliere alla #politica il suo significato alto e ideale, farci credere che non abbiamo potere, che sono tutti uguali. Farci scegliere il disingaggio. #elezioni2022 1/9
Il disingaggio, la disillusione, sono la più potente arma di chi non ha a cuore la vita collettiva. Farci credere che non siamo comunità, ma individui. Ecco la vera vittoria dei peggiori. Con il #VOTO, difendiamo l’essere comunità e la politica come costruzione del futuro. 2/9
Votando ci ricordiamo che la politica la fanno gli esseri umani, che i nomi sulle liste cambiano e che se oggi non ci piacciono, domani potrebbero essere diversi. Ma non lo saranno se avremo distrutto l’idea che la politica conta. 3/9 #Elezioni